A 30 anni, Gilles Simon è ai quarti a Wimbledon per la prima volta. Ha demolito Berdych, e sogna l’impresa con Federer, già sfiorata due volte a livello Slam. “Sarà dura, ma sono pronto. Devo solo giocare come ho fatto dall'inizio del torneo”. Basterà?Alla vigilia del torneo era stato un pensiero comune a tanti: i problemi, per Roger Federer, potrebbero iniziare dai quarti di finale. Ci si aspettava la sfida con Tomas Berdych, uno di quelli che negli Slam sanno come batterlo, invece a fronteggiare Roger ci sarà Gilles Simon. E la notizia non è affatto positiva. Il francese è uno dei classici giocatori che tutti preferiscono non affrontare, una formichina silenziosa che appare poco e fa parlare di sé ancora meno (se non per qualche uscita priva di politically correct), ma in campo sa come usare il cervello. L’ha dimostrato in faccia a Berdych, infliggendogli la più netta sconfitta in un torneo del Grande Slam da sette anni a questa parte. Un 6-3 6-3 6-2 tanto inatteso da ingannare addirittura un cronista, che nella conferenza stampa post-match ha chiesto a Berdych se si sentisse in forma per i quarti di finale, ma che se letto con attenzione non è poi così sorprendente. Simon ha tutte le armi per disinnescare la bomba Berdych, lo dicono i precedenti, e ha pure la testa giusta per offrire lui stesso la sintesi perfetta di un match mai in discussione: “ho avuto la sensazione che Tomas non sapesse cos’altro fare”. Vederlo piazzarsi due metri dietro la riga di fondo del Campo 2 (di nuovo indigesto al favorito, ma forse non campione) non sarà uno spettacolo per gli occhi, ma guai a chi lo tocca. Il suo compito non era vincere i punti, ma approfittare della fatica di Berdych per imbrigliarlo in una ragnatela mortale. Una volta compiuta la missione, la vittoria è arrivata di conseguenza. A colpi di fioretto contro un cannone. Tiepido, ma sempre un cannone, tappato con la miseria di undici errori gratuiti in tre set, validi il suo secondo quarto di finale in carriera in un torneo del Grande Slam. Per uno come lui, già numero 6 ATP e semifinalista al Master, il bilancio di uno solo quarto (nel 2009 in Australia) era un po’ ingeneroso. A 30 anni ha trovato la giusta maturità per farsi giustizia. E non è detto che sia finita qua.

MELBOURNE E PARIGI SENZA LIETO FINE. LONDRA? 
La Francia festeggia di nuovo due giocatori ai quarti dei Championships, come non accadeva dal 1991, quando fra i migliori otto approdarono Guy Forget e Thierry Champion. Ventiquattro anni fa persero entrambi, la speranza è che quest’anno la situazione possa cambiare. Richard Gasquet avrà una chance contro Stan Wawrinka, Gilles Simon dovrà costruirsela contro Roger Federer, ai quarti nel Tempio per la tredicesima volta. Il trentenne nizzardo ci è riuscito spesso e volentieri, battendolo nei primi due confronti targati 2008 e impegnandolo nella gran parte degli altri. I tifosi di Roger non hanno dimenticato le due paure Slam, la prima a Melbourne nel 2011 e la seconda due anni più tardi a Parigi, entrambe terminate 6-3 al quinto set, dopo che il francese aveva dato realmente la sensazione di poter vincere. Come se gli avesse succhiato goccia dopo goccia tutta la classe, prendendosi il ruolo da protagonista. Negli Slam è mancato quel lieto fine che ci fu per due volte nel 2008, fra Toronto e Shanghai, ma non è detta l’ultima parola. Di certo, non sono i cinque set a spaventare il francese. Li ha già usati al terzo round per far fuori il connazionale Monfils, l’idolo di mezza patria che lui – sottovalutato da tutti – continua a bastonare, ed è pronto a rispolverarli per fare lo scherzetto al sette volte Re dei sacri prati londinesi. Federer sin qui è stato perfetto, ma il suo cammino non deve ingannare: per caratteristiche degli avversari, non ne ha ancora trovato uno in grado di metterlo spalle al muro. Simon è quello giusto. Una vittoria facile potrebbe significare tantissimo, ma la sensazione è che l’obolo per la semifinale sia uno dei più costosi del suo torneo. “Io e Roger – ha detto Simon – abbiamo spesso avuto dei match combattuti, so che a volte giocare conto di lui è difficile, ma mi sento bene e non vedo l’ora di affrontarlo. Devo andare in campo e giocare come sto facendo dall’inizio del torneo”. Magari non basterà, ma Federer è avvisato.