COPPA DAVIS – A settembre l’Italia andrà in Russia, per conservare il proprio posto nel World Group. Non è andata malissimo, ma c’è da stare attenti. Gli avversari hanno appena battuto la Spagna rimontando da 0-2, e Andrey Rublev può far paura.Le speranze dell’Italia di rimanere nel World Group di Coppa Davis passeranno dalla Russia. I ragazzi di Corrado Barazzutti giocheranno in trasferta dal 18 al 20 settembre: lo ha stabilito l'urna nella sede londinese dell’ITF. Qualcuno è contento, altri dicono che poteva andare meglio. Da un’analisi delle possibili avversarie, e con grandi probabilità di giocare fuori casa, il viaggio in Russia risulta uno dei più abbordabili. Dopo ben quattro confronti fra ’62 e ’69, quando c’era ancora la vecchia Unione Sovietica, Italia e Russia non si affrontano dal primo turno del World Group del 1996, quando al Foro Italico i due punti di Yevgeny Kafelnikov non bastarono a fermare il terzetto Gaudenzi-Furlan-Nargiso. Quei tempi sono passati, così come quelli delle due Insalatiere russe di 2002 e 2006, griffate principalmente da Marat Safin e Nikolay Davydenko. L’unica traccia di quella corazzata è rimasta il capitano Shamil Tarpischev, che siede in panchina dal ’97, ci è rimasto anche nei periodi più bui e non ha alcuna intenzione di alzarsi ora, quando finalmente si vede uno spiraglio di luce. La strada per tornare grandi è ancora lunga, tanto che i padroni di casa potrebbero addirittura presentarsi al duello con l’Italia senza alcun top 100, ma l’impegno non andrà preso affatto sotto gamba. Lo sa bene la Spagna, che dopo aver risolto i problemi con Gala Leòn e l’iniziale assenza di tutti i più forti ha messo insieme una buona squadra ed è partita per Vladivostok sicura di prendersi i play-off, invece è tornata con la coda fra le gambe, e a fine estate sfiderà la Danimarca per non rischiare di retrocedere addirittura nel Gruppo 2. L’Italia dovrebbe presentarsi con dei giocatori superiori a Robredo e Andujar, che sul veloce perdono buona parte delle loro armi, ed è per questo che partirà favorita. Sicuramente anche agli azzurri toccherà un palazzetto, con un rapido campo in cemento e una manciata scarsa di tifosi. Ma in Davis capita.
SPAURACCHIO RUBLEV, MA POCO ALTRO
La preoccupazione principale è un’altra: la crescita costante del diciassettenne terribile Andrey Rublev. Da gennaio ha fatto passi da gigante, da qui a settembre ne farà altri, e ha i giusti attributi per non lasciarsi schiacciare dalla pressione. L’ha già dimostrato lo scorso week-end: dopo la scoppola con Robredo nella prima giornata (con tanto di frase che ha fatto discutere, poi corretta per motivi d’immagine), è sceso in campo sul 2-2 e ha dato tre set a zero a Pablo Andujar, completando un ribaltone da 0-2 a 3-2 che ai russi era riuscito solo nella semifinale del ’95 contro la Germania. E a fine match ha scherzato come se nulla fosse davanti alle telecamere, mostrando una personalità che non si compra. Probabilmente all’Italia fa comodo trovarselo di fronte ora: fa già paura ma è battibile, mentre molto presto sarà fuori portata. Difficile sapere ora chi sarà l’altro singolarista: la classifica direbbe il numero 50 del mondo Teimuraz Gabashvili, ma contro la Spagna non è stato convocato e al suo posto sono scesi in campo prima Karen Khachanov e poi Evgeny Donskoy. Il primo, classe 1996, è già fra i top 200 e diventerà un buon giocatore, ma non è ancora pronto per eccellere a certi livelli, mentre il secondo è scivolato molto indietro nel ranking, ma ha il tennis per stare con agio fra i primi 100. In ogni caso, è troppo poco per impensierire i singolaristi azzurri, due fra Andreas Seppi, Fabio Fognini e Simone Bolelli, con la possibilità che alla fine scendano in campo tutti e tre come già successo a marzo ad Astana, in condizioni piuttosto simili. Un precedente che non è affatto di buon auspicio, ma può diventare molto utile. Gli azzurri sanno a cosa vanno incontro: gli servirà per non abbassare la guardia e conservare quel posto nel World Group guadagnato nel 2011 dopo oltre dieci anni d’agonia.
COPPA DAVIS – PLAY OFF WORLD GROUP 2016
India – Repubblica Ceca
Svizzera – Olanda
Russia – Italia
Uzbekistan – Stati Uniti
Colombia – Giappone
Repubblica Dominicana – Germania
Brasile – Croazia
Polonia – Slovacchia
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