Ospite a una trasmissione TV, John McEnroe non resiste al suo ego: “Su un ring di pugilato no, ma su un campo da tennis credo che potrei battere Serena Williams. Ma avremmo entrambi molto da perdere”. La Battaglia dei Sessi e il suo fascino senza età. 

John McEnroe fa sempre notizia. A 56 anni è ancora molto attivo, commentatore e protagonista dell'ATP Champions Tour, anche se qualche settimana fa ha spiegato che a breve appenderà la racchetta al chiodo anche nel circuito dei vecchietti (ma avremo ancora modo di ammirarlo in Italia, i prossimi 20-22 novembre con la Grande Sfida a Verona e Modena). Ma quando lo spirito dell'agonismo ti brucia dentro, è difficile ignorarlo. Per questo, nel corso di un'intervista presso il Jimmy Kimmel Live, trasmissione di ABC, l'ex numero 1 ha pronunciato la frase da copertina, già ripresa dai media di tutto il mondo. “Penso che potrei ancora battere Serena Williams”. Forse l'ha buttata lì, certamente è stato provocato dalla situazione, ma non c'è dubbio che sia tornato di moda il concetto – mai sopito – di “Battaglia dei Sessi”. Parlando dell'imminente Us Open, il conduttore ha affermato che “la” storia del torneo sarà il tentativo Slam di Serena Williams. Dopo aver fatto spiegare a Mac in cosa consiste il Calendar Grand Slam, gli ha chiesto se ha mai palleggiato con Serena. Alla risposta affermativa, ha aggiunto. “E se doveste giocare una partita vera, chi vincerebbe?”. Mac ha provato a tergiversare, citando le figlie che si trovavano nel backstage della trasmissione. “Loro perderebbero con Serena….ma io credo ancora di poterla battere”. Ed ecco che si apre un mondo, che parte dalle rivalità di genere e e arriva alle lotte per l'uguaglianza, sfociando nella parità dei montepremi nei quattro Major. McEnroe ha rivelato che circa 15 anni fa aveva ricevuto una proposta del genere da Donald Trump “Ma credo che ci prendesse in giro. Perché non ci siamo affrontati? Credo che entrambi abbiamo parecchio da perdere: lei non può permettersi di perdere contro un vecchietto, ma anche per me una sconfitta sarebbe dura da digerire: non potrei più entrare in uno spogliatoio per 15 anni, o magari per il resto della mia vita”.


BILLIE JEAN KING APRE, CONNORS PAREGGIA, L'OMBRA DELLE SCOMMESSE

Il buon Mac, sempre a suo agio sotto l'occhio delle telecamere, ha poi paragonato l'eventuale incontro a un match di pugilato tipo quello tra Floyd Mayweather e Manny Pacquiao. “Ma sul ring credo proprio che perderei”. Insomma, come andrebbe a finire? Se non c'è dubbio che la numero 1 WTA perderebbe netto con qualsiasi giocatore con una classifica ATP, il fattore-età potrebbe essere decisivo in un'eventuale McEnroe-Williams. Breve excursus: il concetto di “Sfida dei Sessi” è antico e per nulla originale: tutti ricordano la sfida dell'Astrodome di Houston tra Billie Jean King e Bobby Riggs, vinta in tre set dalla King. Era il 1973 e 30.472 spettatori assistettero all'incontro, una baracconata che però fu molto utile per esaltare il femminismo in un periodo in cui il tema era molto sentito. Su quel match si è creata una leggenda, sfociata in un film e in rivelazioni posticce secondo cui il buon Bobby Riggs, accanito scommettitore, si fosse giocato una bella cifra sulla vittoria della King. Va detto che Billie Jean era molto più giovane di lui: classe 1943, aveva ben 25 anni in meno. Il secondo match, meno noto, fu altrettanto interessante. Il 25 settembre 1992 il Caesars Palace di Atlantic City, noto per gli incontri di boxe, ospitò la sfida tra Jimmy Connors e Martina Navratilova. La differenza di età quasi nulla (tra i due ci sono solo 4 anni) fu compensata da due importanti vantaggi regolamentari per Martina: Connors aveva solo una palla di servizio e il suo campo era leggermente più largo: metà dei corridoi erano validi per i colpi della Navratilova. Lui definì l'incontro “Una guerra”, lei “una battaglia di ego”. Vinse Connors 7-5 6-2 e nella sua autobiografia confessò di aver scommesso un milione di dollari su se stesso. La giocata? Non avrebbe dovuto perdere più di otto game.


I MITI CONSIGLI DI SERENA WILLIAMS

E poi entra in ballo proprio Serena. Nel 1998, in piena esaltazione adolescenziale, lei e la sorella Venus dissero che avrebbero battuto qualsiasi uomo piazzato tra i top-200 ATP. In quel momento, in 203esima posizione si trovava il barbuto tedesco Karsten Braasch, un tipo strano, accanito bevitore e fumatore. Raccolse la sfida e organizzarono un match sul Campo 12 di Melbourne Park. Mezz'oretta a testa: 6-1 a Serena, 6-2 a Venus. In quegli anni, Serena disse (forse scherzando) che le sarebbe piaciuto avere una wild card per il torneo maschile di Stoccarda. Ovviamente, neanche presa in considerazione. Oggi è molto più saggia: un paio d'anni fa, quando si parlò di una possibile sfida contro Andy Murray, si limitò a dire: “Credo che non vincerei neanche un punto, ma sarebbe divertente”. Ma con McEnroe il discorso sarebbe ben diverso: tra i due ci sono 22 anni di differenza e lei è al top della condizione psicofisica. Inoltre è da considerarsi la più forte di sempre…almeno McEnroe la pensa così, avendo definito Steffi Graf “la seconda alle spalle di Serena”. Da parte di Mac ci sarebbe un servizio molto insidioso, lo slice, la capacità di metterla fuori dalla comfort-zone e le continue discese a rete. Nel circuito WTA, non esistono giocatrici di questo tipo. Da par suo, l'americana avrebbe una maggiore freschezza fisica e una potenza devastante, paragonabile a quella di un uomo. L'idea è affascinante e crediamo che ne verrebbe fuori un ottimo match, divertente ed equilibrato. Ma, per i motivi citati da McEnroe, probabilmente resterà un sogno. Almeno fino a quando Serena giocherà nel tour. Dopo, chissà.