Potevano dominare con Sampras e Philippoussis, oppure sognare in grande con Kyrgios e Kokkinakis. Invece, la Grecia sta ancora aspettando il suo primo top 100. Potrebbe essere giunto il momento grazie a Stefanos Tsitsipas: 17 anni, top 20 del ranking juniores.La nazione più sfortunata nel mondo del tennis? La Grecia. Lo si ripete spesso: avrebbero potuto avere prima Pete Sampras e poi Mark Philippoussis, quindi Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis, tutti con un genitore greco. Ma il caso ha voluto che nessuno abbracciasse la bandiera azzurra e blu, e nella Repubblica Ellenica non hanno mai avuto nemmeno un top 100. Nel decennio scorso ci sono andati vicini prima Solon Peppas, poi Vasil Mazarakis e quindi Konstantinos Economidis (il più vicino dei tre, numero 112 nel 2007), ma non ce l’ha fatta nessuno dei tre. Gli è andata meglio fra le donne, con Eleni Daniilidou salita fino al numero 12, ma presto potrebbe arrivare pure il riscatto al maschile. Il nome adatto pare quello di Stefanos Tsitsipas, 17 anni compiuti ad agosto, indubbiamente il miglior talento mai prodotto dalla scuola greca. La curiosità? Avrebbero potuto perdere pure lui, visto che la madre, l’ex giocatrice WTA Julia Salnikova è russa al 100%, ma stavolta pare che dalle parti di Atene possano tirare un sospiro di sollievo. La strada verso i primi 100 è lunghissima e ricca di ostacoli, ma c’è più di una prova che induce serenità. Il ragazzo ci sa fare: lo dicono i risultati, numero 16 del mondo da under 18, con in tasca una finale all’Orange Bowl e un quarto all’Australian Open juniores, e pure fisico e colpi, ideali per i tempi che corrono. In barba alla giovane età, la carta d’identità del greco recita già 194 centimetri, dai quali deriva un tennis basato su un servizio incisivo e un gran bel diritto. Manca l’armatura attorno, ma si farà sotto la guida di papà Apostolos, che gli ha messo la prima racchetta in mano a sei anni ma poi l’ha spedito in un normale circolo di tennis, per poi rientrare in prima persona quando ha capito che il primogenito poteva diventare qualcosa in più di un buon giocatore da club.
 
EMERGERE SENZA AIUTI DALLA FEDERAZIONE
Nel suo gioco ci sono pure un paio di dettagli che faranno piacere agli amanti del tennis classico: non disdegna per niente la rete, tanto da utilizzare spesso il serve&volley, e gioca il rovescio a una mano, un dato sempre meno comune fra i giovani. È il suo colpo meno solido, ma non ne fa un dramma. “Mi sento solido da entrambe le parti. È stata una mia decisione: il rovescio a due mani non mi è mai piaciuto, mentre credo che quello a una sia il colpo più naturale di questo sport”. Emergere in Grecia non è per nulla facile, ma per il momento di migrare dal Glyfada Tennis Club di Atene non se ne parla. Tocca quindi accontentarsi di quello che viene: poco interesse, pochi giocatori all’altezza per allenarsi, un sistema tennis nemmeno degno di essere definito tale e una Federazione al verde. “Ho parlato spesso con loro, ma non ci sono i soldi. Sono riusciti a rimediare solamente qualche biglietto aereo gratuito”. Meglio di niente, ma troppo poco. E la situazione in cui verte il paese non è affatto di buon auspicio. Per sua fortuna gli danno una grossa mano un paio di sponsor privati che investito sul suo talento, aiutandolo anche ad allargare il suo team per ambire a quel posto che mai nessuno ha raggiunto. Secondo lui, la causa dell’assenza di un top 100 è dovuta in parte alla situazione economica, peggiorata negli ultimi tempi ma difficile da tempo, e in parte all’assenza di strutture e disciplina. “Nelle altre nazioni la situazione è migliore, mentre da noi ci sono anche pochi giocatori dai quali prendere spunto. Ma sono comunque fiero di rappresentare il mio Paese, e voglio dare sempre il massimo in campo”.
 
LAVORARE, LAVORARE, LAVORARE
Eppure, qualche critica di troppo gli è già piovuta addosso. La colpa, secondo qualcuno, è la mancanza di grossi risultati fra i professionisti. È vero, è 'solo' numero 949 e non è mai andato oltre i quarti di finale nei Futures. Ma ha appena 17 anni e si divide ancora fra tornei juniores e ‘pro’, e poi mica tutti si chiamano Nick Kyrgios, l’ultimo a raggiungere un quarto di finale Slam da teenager, saltando a piedi pari la delicata fase di passaggio. Ognuno ha la sua strada e incontra difficoltà diverse, che possono essere maggiori per il tipico ragazzo normale, introverso e sensibile, che adora gli animali e un buon cinema con gli amici. In questo momento non contano troppo i risultati, la cosa importante è gettare le basi per gli anni a venire, senza particolari obiettivi di classifica. “Voglio solo migliorarmi giorno dopo giorno, la pressione è solo una parola. Devo lavorare sulla difesa. Non sarà mai il mio forte, ma posso crescere, così come sotto tanti altri aspetti. La vita del tennista non è facile, bisogna avere fame, impegnarsi ogni giorno e viaggiare tutto l’anno, lontano dagli amici e dalla famiglia. Ma lo voglio fare perché il tennis è la mia passione”. Già, a tal punto da curare addirittura una pagina Facebook da quasi 20mila “mi piace”, TenniscoreITN, in cui inserisce risultati, foto e quant’altro sul circuito mondiale. La gestisce da quasi quattro anni, con un seguito via via sempre maggiore. E chissà che un giorno neanche troppo lontano non si trovi costretto ad abbandonarla. Parlare troppo di sé stessi, si sa, non è per niente elegante.