Già condannato in Sud Africa per abusi sessuali, l'ex campione degli anni 70 dovrà versare un milione e duecentomila dollari a un'altra vittima, stavolta americana. La causa è stata resa possibile grazie a una modifica nella legge amercana. “Ma difficilmente pagherà”. 

Non potendo replicare le azioni del tribunale sudafricano, dove non esiste la prescrizione per un certo tipo di reati, anche gli Stati Uniti hanno dato un segnale forte nella vicenda riguardante Bob Hewitt. Da ormai quattro anni, quando il Boston Globe pubblicò un'inchiesta shock, il mondo sa che l'ex campione sudafricano è accusato di vari episodi di violenza sessuale contro donne che all'epoca erano poco più che bambine. I fatti si sarebbero consumati tra la metà degli anni 70 e i primi anni 90. Denise J. Casper, giudice distrettuale del Massachusetts, ha condannato Hewitt al pagamento dell'importante cifra di un milione e duecentomila dollari. Tale denaro dovrà essere corrisposto a Heather Crowe Conner, una delle più fervide accusatrici di Hewitt. La donna sarebbe stata molestata da Hewitt in un periodo compreso tra il 1975 e l 1979. Da parte sua, Hewitt avrà tempo fino al 2 novembre per presentare le memorie difensive che potrebbero evitargli la maxi-multa. Quasi scontata la reazione della Conner: “Il danno che mi ha causato non ha certo a che fare con i soldi, ma sono grata al giudice per aver riconosciuto il danno e per averlo ritenuto responsabile”. In questo momento Hewitt si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione in Sud Africa in virtù della sentenza che lo ha condannato a 6 anni di carcere. Hewitt ha ottenuto la possibilità di restare a casa per l'età avanzata e le condizioni di salute. Un anno e mezzo fa si è presentato a un'udienza con un bastone da passeggio. Il risarcimento per la Conner è così suddiviso: un milione di dollari per i danni emotivi e duecentomila dollari per le cure passate e future a cui si è dovuta e si dovrà sottoporre. “Ma non esiste alcuna somma di denaro che possa riparare, sostituire o rimuovere quello che mi ha fatto in questi anni”.


SIGNIFICATIVA DISABILITA' PSICHICA

La Conner è stata la prima a denunciare Hewitt, scardinando il tipico tabù delle donne vittime di violenza sessuale. Dal 2010 ha accettato di parlare ed essere identificata, persino fotografata dagli organi d'informazione. La sua battaglia si è scontrata con qualche soddisfazione (come la sospensione di Hewitt dalla Hall of Fame), ma anche con diverse delusioni. Ad esempio, nel 2010 i procuratori della contea di Essex ritennero credibili i suoi racconti ma si rifiutarono di formulare un atto d'accusa contro Hewitt. Motivo? Era passato troppo tempo dai fatti contestati, mancavano ulteriori elementi di prova, e Hewitt risiede da tempo fuori dagli States. La storia: nel 1975, Heather era una ragazza scout e una promessa del tennis presso la Masconomet Regional High School quando Hewitt si offrì di allenarla gratuitamente. Ma dietro quell'offerta si nascondevano intenzioni tutt'altro che nobili. Il giudice ha avuto modo di verificare che la Conner ha avuto bisogno di cure psichiatriche, nonché alcuni ricoveri e continua ad avere una “significativa disabilità psichica”. Tutto questo le è costato 150.000 dollari ed è previsto che ne spenda ulteriori 50.000. Le molestie sessuali di Hewitt non le hanno impedito di diventare una discreta giocatrice, tanto da diventare campionessa nazionale college nel 1982 e sfidare le migliori giocatrici dell'epoca: Martina Navratilova, Steffi Graf e Chris Evert. Dopo il ritiro si è dedicata all'insegnamento: oggi svolge il ruolo in una scuola superiore. I ricordi sono riemersi, crudeli, nel 2010. E' stato costretta a dimettersi a causa di un trauma emotivo legato ai ricordi. “Purtroppo i ricordi non possono essere cancellati e nemmeno si possono modificare”.


LA LEGGE MODIFICATA

Bob Hewitt è un personaggio ben noto. Ottimo giocatore degli anni 70, è stato numero 1 ATP in doppio prima di ritirarsi nel 1983. Inserito nella Hall of Fame nel 1992, allenò il nostro Andrea Gaudenzi nei primi passi da professionista del faentino, ma ha visto la sua reputazione sgretolarsi nel 2011 quando sono uscite le denunce della Conner e di almeno altre sei donne. Alcune di loro hanno deciso di seguire la Conner e raccontare la loro storia: si tratta di Twiggy Tolken (abusata nel 1980, quando aveva 12 anni), Suellen Sheehan (anche lei 12enne all'epoca dei presunti fatti, anche se su di lei Hewitt ha sempre smentito, diramando un comunicato in cui sottolineava le incongruenze temporali del suo racconto) e Amanda Wienhold, 14enne all'epoca degli episodi incriminati. Come detto, Hewitt non è perseguibile negli Stati Uniti ma in Sud Africa è finito sotto processo per due stupri e un presunto tentativo di violenza sessuale. Il giudice gli ha dato 6 anni, ma sarebbero stati di più se l'ex giocatore non fosse così anziano. In Sud Africa, per reati del genere si rischia anche l'ergastolo. Lo avevano convocato anche a Boston, ma lui non si è presentato. La causa è stata possibile da una modifica della legge che ha portato da 21 a 53 anni l'età massima delle persone che vogliono denunciare una violenza sessuale subita durante l'infanzia. La Conner ha depositato la causa poco prima del suo 53esimo compleanno. Il suo avvocato, Carmen Durso, veniva da una lotta durata oltre 10 anni per cambiare questa legge. La Conner, tuttavia, è scettica riguardo alla possibilità di ottenere il denaro: “Non so se ascolterà i nostri tribunali – ha detto – non ha mostrato alcun riguardo per la legge del suo paese, quindi non ho molta fiducia sul fatto che rispetterà la legge americana”. Tra l'altro il Sud Africa non ha sottoscritto la Convenzione dell'Aja, un patto internazionale in cui i paesi firmatari si rispettano a osservare le leggi di tutti quelli che l'hanno sottoscritta. Per questo, dovranno rivolgersi ai tribunali sudafricani. “Penso che proverò a far iniziare il processo – ha detto la Durso – ma non so quanti soldi abbia Hewitt dopo la sentenza del suo tribunale. Tuttavia Heather è come tante vittime di abusi sessuali. Non hanno mai chiesto denaro, ma vorrebbero soltanto sapere cosa potrebbero fare dei loro aguzzini”.  40 anni dopo, tuttavia, la battaglia sta dando i suoi primi frutti. Non basterà mai, ma insomma…