IL TEST –  La nuova Ki5 da 320 grammi offre compromessi ideali tra spinta e controllo, botte piatte e leggere rotazioni, gioco da fondo e gioco a rete. Basta trovare il set up giusto con le corde.   Di Lorenzo Cazzaniga – 20 ottobre 2015Nasce una nuova famiglia di racchette nelle quali si mescolano con una certa logica le serie K e Q. Siamo voluti partire da una delle più cattive, la Ki5 da 320 grammi, per scostarci dalle solite, ormai tradizionali 300 grammi. E non abbiamo fatto per niente male.  A CHI LA CONSIGLIAMO Al giocatore agonista che vuole trovare potenza ma anche un certo comfort, lunghezza senza far troppa fatica, buone sensazioni e ottimo feeling. Certo, l’arrotino puro emulo di Nadal, potrebbe decidere di rivolgersi altrove. Bisogna fare molta attenzione al set up con le corde, fondamentale per mantenere determinati equilibri. Se poi avete qualche affaticamento al braccio, allora è chiaro che il sistema Kinetic resta il meglio che il mondo del tennis possa offrire in un telaio.  GIUDIZIO FINALE Ci sono racchette che esconomcol buco e la Ki5 320 grammi è una di quelle. Sarà che i discepoli di Kunnan Lo hanno mantenuto la volontà e la curiosità di studiare sempre nuovi materiali, di lavorare con partner del valore di DuPont, di cercare nuove soluzioni che possano soddisfare l’utente finale, ma questa 320 grammi promette ottimi risultati. Prima di tutto, non si avvertono i 20 grammi in più rispetto a ciò che ormai ci hanno abituato. Bilanciata a 32 centimetri incordata, si manovra con grande agio, sia dal fondo, sia sotto rete, sia quando c’è da spingere il servizio. Piace il fatto che si riesce a spingere e trovare profondità: alcune Kennex venivano criticate per questo: confortevoli ma poco cattive. Ecco, questa è cattiva il giusto, senza far perdere controllo e soprattutto senza dimenticare che il comfort per il braccio garantito dal sistema Kinetic è un plus notevole. E’ ideale per il giocatore a tutto campo perché fa tutto bene , senza esasperare nulla. Ecco, forte l’arrotino puro andrebbe sulla Nadal o sulla Pure Drive, ma se giochi moderno, con prese semi-western, alternando botte piatte a leggere rotazioni, tagli sotto e incursioni a rete, insomma se ti piace variare gli schemi, con la Ki5 320 gr. ti riesce un po’ tutto. Con comfort.  LA CORDA IDEALE Ricordatevi che il piatto corde è a maglie molto larghe (16×20) e quindi le corde lavorano parecchio, si riesce a dare spin ma il rischio di rottura, se siete arotini spinti, non è da escludere. L’ibrido manterrebbe perfettamente gli equilibri, se non fosse che il monofilo “mangia2 rapidamente il budello e quindi bisognerebbe cambiarlo con una certa frequenza. L’agonista puro può optare per il classico monofilo stile Alu Power per una quindicina di ore oppure un multi-mono per preservare il braccio e avere maggior spinta e potenza. Se poi siete negli -anta ma il braccio viaggia ancora seppur con qualche dolorino e le racchette troppo leggere non vi gustano, allora cercate un multifilo in casa Tecnifibre o Babolat (le migliori in questo senso) lavorando sulla tensione perché non scappi troppo la palla. Noi ci abbiamo montato un HDX Tour della Tecnifibre a 23-22 kg e ci sia trovati a meraviglia. In ogni caso, è possibile che vi servano due-tre tentativi.  TEST IN LABORATORIO Piatto da 100 pollici, lunghezza tradizionale, peso finalmente non troppo contenuto /336 incordata) con un bilanciamento ragionevole a 32 centimetri (sempre incordata). Il profilo è ormai nella media, mentre sorprende il piatto da 16×20 che migliora le rotazioni ma soprattutto fa uscire la palla con una facilità estrema. Piace agli agonisti che cercano un certo comfort, quindi anche a quelli che hanno superato i 40 anni.  TEST IN CAMPO Lorenzo, 43 anni, classifica 3.5 Mai avrei pensato di poter lasciare i miei 300 grammi tubolari, leggermente appesantiti a ore 2 e ore 10. Invece ora il dubbio è sorto perché con ‘sta 320 si tira senza far troppa fatica e adeguato controllo. Se voglio lavorare di pure rotazione, ci sono telaio stile Pure Drive che svolgono meglio il valoro, ma se si vuol passare dalla rotazione pure all’accenno di rotazione con conseuente accelerazione piatta, la 320 è un gioiellino. E poi si giocano due ore al giorno senza sentir fatica.  Silvio, 54 anni, classifica 3.5 Mi chiamano Mister Lob perché sono l’autentico pallettaro che alza, sbekketta, gioca le smorzate, ti tiene in campo un’oretta e un quarto per un 6-2 e alla fine ti sfianca. Mi son sempre piaciute le racchette un po’ pesantucce perché vengo dagli anni 70 e devo anche trovare profondità senza troppa fatica, altrimenti mi ammazzano. Il feeling con la 320 è stato subito ottimale (e non mi capita spesso): trovo lunghezza, buon controllo, mi appoggio alla grande e il braccio non fa male.  Gianni, 34 anni, classifica 4.2 Non male perché quando provavo la botta piatta, la palla usciva bene. Mi dicono ci sia una versione da 300 grammi: ecco, direi che farò un tentativo con quella.  Michele, 18 anni, classifica 3.2 Mi piace perché spingo, trovo velocità e controllo con un minimo di spin, senza dover esagerare. Si muove bene sotto rete, il back e la volée non danno problemi. Addirittura ci metterei altri 5 grammi in testa per renderla ancora più cattiva.  Gianluigi, 65 anni, classifica nc Dov’è il mio padellone?    


 

Nasce una nuova famiglia di racchette nelle quali si mescolano con una certa logica le serie K e Q. Siamo voluti partire da una delle più cattive, la Ki5 da 320 grammi, per scostarci dalle solite, ormai tradizionali 300 grammi. E non abbiamo fatto per niente male.
 


Al giocatore agonista che vuole trovare potenza ma anche un certo comfort, lunghezza senza far troppa fatica, buone sensazioni e ottimo feeling. Certo, l’arrotino puro emulo di Nadal, potrebbe decidere di rivolgersi altrove. Bisogna fare molta attenzione al set up con le corde, fondamentale per mantenere determinati equilibri. Se poi avete qualche affaticamento al braccio, allora è chiaro che il sistema Kinetic resta il meglio che il mondo del tennis possa offrire in un telaio.
 


Ci sono racchette che esconomcol buco e la Ki5 320 grammi è una di quelle. Sarà che i discepoli di Kunnan Lo hanno mantenuto la volontà e la curiosità di studiare sempre nuovi materiali, di lavorare con partner del valore di DuPont, di cercare nuove soluzioni che possano soddisfare l’utente finale, ma questa 320 grammi promette ottimi risultati. Prima di tutto, non si avvertono i 20 grammi in più rispetto a ciò che ormai ci hanno abituato. Bilanciata a 32 centimetri incordata, si manovra con grande agio, sia dal fondo, sia sotto rete, sia quando c’è da spingere il servizio. Piace il fatto che si riesce a spingere e trovare profondità: alcune Kennex venivano criticate per questo: confortevoli ma poco cattive. Ecco, questa è cattiva il giusto, senza far perdere controllo e soprattutto senza dimenticare che il comfort per il braccio garantito dal sistema Kinetic è un plus notevole. E’ ideale per il giocatore a tutto campo perché fa tutto bene , senza esasperare nulla. Ecco, forte l’arrotino puro andrebbe sulla Nadal o sulla Pure Drive, ma se giochi moderno, con prese semi-western, alternando botte piatte a leggere rotazioni, tagli sotto e incursioni a rete, insomma se ti piace variare gli schemi, con la Ki5 320 gr. ti riesce un po’ tutto. Con comfort.
 


Ricordatevi che il piatto corde è a maglie molto larghe (16×20) e quindi le corde lavorano parecchio, si riesce a dare spin ma il rischio di rottura, se siete arotini spinti, non è da escludere. L’ibrido manterrebbe perfettamente gli equilibri, se non fosse che il monofilo “mangia2 rapidamente il budello e quindi bisognerebbe cambiarlo con una certa frequenza. L’agonista puro può optare per il classico monofilo stile Alu Power per una quindicina di ore oppure un multi-mono per preservare il braccio e avere maggior spinta e potenza. Se poi siete negli -anta ma il braccio viaggia ancora seppur con qualche dolorino e le racchette troppo leggere non vi gustano, allora cercate un multifilo in casa Tecnifibre o Babolat (le migliori in questo senso) lavorando sulla tensione perché non scappi troppo la palla. Noi ci abbiamo montato un HDX Tour della Tecnifibre a 23-22 kg e ci sia trovati a meraviglia. In ogni caso, è possibile che vi servano due-tre tentativi.
 


Piatto da 100 pollici, lunghezza tradizionale, peso finalmente non troppo contenuto /336 incordata) con un bilanciamento ragionevole a 32 centimetri (sempre incordata). Il profilo è ormai nella media, mentre sorprende il piatto da 16×20 che migliora le rotazioni ma soprattutto fa uscire la palla con una facilità estrema. Piace agli agonisti che cercano un certo comfort, quindi anche a quelli che hanno superato i 40 anni.
 

TEST IN CAMPO
Lorenzo, 43 anni, classifica 3.5
Mai avrei pensato di poter lasciare i miei 300 grammi tubolari, leggermente appesantiti a ore 2 e ore 10. Invece ora il dubbio è sorto perché con ‘sta 320 si tira senza far troppa fatica e adeguato controllo. Se voglio lavorare di pure rotazione, ci sono telaio stile Pure Drive che svolgono meglio il valoro, ma se si vuol passare dalla rotazione pure all’accenno di rotazione con conseuente accelerazione piatta, la 320 è un gioiellino. E poi si giocano due ore al giorno senza sentir fatica.
 

Silvio, 54 anni, classifica 3.5
Mi chiamano Mister Lob perché sono l’autentico pallettaro che alza, sbekketta, gioca le smorzate, ti tiene in campo un’oretta e un quarto per un 6-2 e alla fine ti sfianca. Mi son sempre piaciute le racchette un po’ pesantucce perché vengo dagli anni 70 e devo anche trovare profondità senza troppa fatica, altrimenti mi ammazzano. Il feeling con la 320 è stato subito ottimale (e non mi capita spesso): trovo lunghezza, buon controllo, mi appoggio alla grande e il braccio non fa male.
 

Gianni, 34 anni, classifica 4.2
Non male perché quando provavo la botta piatta, la palla usciva bene. Mi dicono ci sia una versione da 300 grammi: ecco, direi che farò un tentativo con quella.
 

Michele, 18 anni, classifica 3.2
Mi piace perché spingo, trovo velocità e controllo con un minimo di spin, senza dover esagerare. Si muove bene sotto rete, il back e la volée non danno problemi. Addirittura ci metterei altri 5 grammi in testa per renderla ancora più cattiva.
 

Gianluigi, 65 anni, classifica nc
Dov’è il mio padellone?