Maria Sharapova non fa sconti: batte Flavia Pennetta in due set e la elimina dalle WTA Finals. Si chiude qui la carriera della brindisina, prima top ten azzurra e vincitrice di 11 titoli Wta. La omaggia anche la siberiana, in semifinale insieme alla Radwanska.Peggio dello Us Open, ma meglio di Wuhan, Tianjin o Mosca. La carriera di Flavia Pennetta termina alle WTA Finals di Singapore, con un po’ di amaro in bocca per una semifinale che a un certo punto è parsa quasi vicina, ma alla fine è rimasta un sogno, un miraggio. Non ce l’aveva mai fatta nessun italiano, da Panatta e Barazzutti fino alle quattro azzurre che prima di Flavia avevano partecipato al torneo di fine anno, e non ce l’ha fatta nemmeno lei. Ma il suo Masters verrà ricordato in maniera diversa, verrà ricordato come l’ultimo torneo di una carriera stupenda, culminata col successo allo Us Open. Quello che è arrivato dopo è stato una marcia d’addio, impreziosita dalla prima qualificazione al torneo delle Maestre. Sarebbe stato meglio chiuderlo con una semifinale, diventata possibile in mattinata grazie alla magia della Radwanska (che dopo due match opachi ha fatto fuori la Halep e ora si può godere il passaggio del turno), ma siamo certi che Flavia sia contenta anche così. Le sarebbe bastato vincere un set per soffiare il posto alla polacca, ma Maria Sharapova non ha fatto sconti, quasi a volere salutare l’addio dell’azzurra col miglior omaggio possibile, che per una lottatrice del suo calibro significa spendere anche l’ultima goccia di sudore, lottare fino all’ultimo punto, anche con la qualificazione già in tasca. L’ha fatto, ha chiuso 7-5 6-1 e tagliato fuori l’azzurra. Ma guai a tacciarla di poca sportività. È vero, era già certa di passare il turno e avrebbe potuto chiudere un occhio, ma la vittoria le serviva per il primo posto nel girone, che probabilmente vuol dire evitare la Muguruza in semifinale. E poi contro Flavia aveva perso gli ultimi tre confronti, aveva voglia di vendicarsi. Ha guardato solamente ai suoi interessi, e visto l’andazzo degli ultimi tempi (MotoGP docet) non gliene si può fare una colpa.
QUESTA SHARAPOVA FA PAURA
Flavia è partita benissimo e ha sognato per lunghi tratti, si è subito trovata avanti di un break, e fino al 4-2 ha funzionato tutto. Servizio, diritto, rovescio: comandava gli scambi con determinazione e sbagliava poco-nulla. Una combinazione che ha mandato fuori giri la Sharapova. La russa ha dovuto fronteggiare addirittura due palle del 4-1 pesante, ma proprio nel momento più difficile ha saputo riemergere dal baratro e cambiare passo, come le è capitato tante volte. Una risposta larga di un nonnulla l’ha graziata sulla prima, mentre sulla seconda ha sparato un ace e si è tenuta a galla. E quando sul 4-3 la Pennetta ha tremato al servizio, ecco che il suo piano è andato a buon fine. Si è rifatta sotto, ha preso il 4-4 e ha piano piano spostato l’equilibrio dalla sua parte. Con un nuovo break nel dodicesimo game ha messo il primo parziale in cassaforte, e poi ha giocato un secondo set incredibile. Flavia è calata un tantino al servizio, lei l’ha travolta come un fiume in piena. Pur senza voler fare paragoni con le sue migliori prestazioni del passato, si può dire che raramente la si era vista servire con tale intensità, spezzare gli scambi con le smorzate, giocare addirittura una stop-volley. Si direbbe che nel lungo periodo senza tornei abbia trovato il modo insieme a coach Sven Groeneveld di mettere a punto nuove soluzioni, per rendere il suo gioco sempre più vario. Se il nuovo formato della russa, l'ennesimo, sarà questo, nel 2016 ne vedremo delle belle. Intanto, da grande incognita del torneo è diventata una grande certezza: tre vittorie su tre, con un po’ di sofferenza solo nel primo match. Fermarla non sarà facile per nessuna.
L'OMAGGIO A UNA GRANDE PERSONA
Per la Pennetta, invece, è l’ora dei saluti. Ha detto che le piacerebbe dire addio ai prossimi Internazionali d’Italia, ma non ha alcuna intenzione di arrivarci da giocatrice. Così come di partecipare alle Olimpiadi. La sua carriera si è chiusa oggi a Singapore, fra gli applausi del pubblico e i tanti tributi sui social network, da parte di colleghi, giornalisti, appassionati e di tutti coloro che hanno imparato ad apprezzarla per il suo tennis, il suo carattere o anche solo il suo sorriso. Anche la Sharapova, non proprio la meno algida delle campionesse, ha capito il momento e invece di stringerle le mano le ha tributato un abbraccio. Veloce, ma vero, prima di spendere belle parole nei suoi confronti. Non le crediamo quando ha dichiarato di non sapere che fosse l’ultimo incontro di Flavia, ma era sincera quando ha detto di essere triste per l’addio della pugliese. Un addio che, in attesa di saperne di più, si è consumato in sordina. A Flavia è stato chiesto di rimanere in campo per una piccola cerimonia e per ricevere un omaggio floreale, ma lei ha preferito andarsene subito. Si è fermata a firmare qualche autografo e poi si è infilata nel tunnel. Qualcuno ha ipotizzato possa significare qualcosa, magari la possibilità che abbia cambiato idea sul suo futuro. Noi, invece, pensiamo che volesse solamente rifugiarsi negli spogliatoi il prima possibile, per abbracciare mamma Concita e papà Oronzo, Salvador Navarro e Corrado Barazzutti, e per ripensare in un colpo solo a gioie e dolori di un percorso che l’ha resa una grande persona, ancor prima che una delle più grandi nella storia del tennis azzurro. Vincitrice di undici titoli, prima top ten, unica a vincere un Mandatory, unica a vincere lo Us Open. Poi ha deciso che poteva bastare così. Da domani comincia una nuova vita. L'augurio è che sia ancor più felice della precedente.
WTA FINALS SINGAPORE – GRUPPO ROSSO
Maria Sharapova (RUS) b. Flavia Pennetta (ITA) 7-5 6-1
Agnieszka Radwanska (POL) b. Simona Halep (ROU) 7-6 6-1
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