E' terminata la striscia di set vinti consecutivamente, ma non quella (ben più importante) delle vittorie. Il 6-3 3-6 6-0 rifilato a Stan Wawrinka ha regalato a Novak Djokovic il 21esimo successo di fila e la finale a Parigi Bercy, dove sfiderà Andy Murray nel match tra quelli che – piaccia o meno – sono i due più forti del momento. Sarà la rivincita della finale di Montreal, vinta alla grande da Murray. Ma sarà anche il 30esimo episodio di una saga che quest'anno ha visto Djokovic imporsi per cinque volte, compreso il facile successo nella semifinale di Shanghai. Magari Nole non avrà esaltato, però ha intascato la 14esima finale consecutiva. Ed è un record nell'Era Open. Altri record? Ha infilato la 77esima vittoria in carriera, come non gli era mai capitato. Contro Wawrinka ha trovato il break in apertura e il match sembrava agile, in discesa. Fino al 6-3 2-0 l'epilogo sembrava ineluttabile, con lo svizzero ancora stanco dopo le fatiche della sera prima contro Nadal. Invece, per usare uno slogan molto in voga, “il meglio doveva ancora venire”. Wawrinka ha trovato il controbreak, aiutato da un terribile serve and volley di Djokovic (che aveva provato a sorprenderlo attaccando sulla seconda). A sorpresa, Nole subiva il contraccolpo psicologico, rompeva una racchetta e e Wawrinka intascava il secondo set. L'ultimo a scippargli un parziale era stato Federer nella finale dello Us Open.
NOLE PER IL POKER A BERCY…
Ma nel momento del pericolo, ecco che spunta di nuovo il campione. Djokovic ha portato il suo tennis a un livello ancora più alto e ha intascato un 6-0 imponente, forse troppo severo per Wawrinka. “L'inizio del set è stato importante – ha detto Stan – purtroppo per me, lui ha preso a giocare bene. Ho commesso troppi errori nei primi tre game, poi lui si è rilassato e ha giocato sempre più veloce. Io non avevo più energia per recuperare dallo 0-3". Adesso Nole andrà a caccia del quarto titolo a Parigi Bercy, e sarebbe un record assoluto, migliore anche di coach Boris Becker. Nel 2009 aveva battuto Gael Monfils, nel 2013 David Ferrer, nel 2014 Milos Raonic. Stavolta (ore 15, diretta Sky Sport 2) sfiderà il suo più diretto inseguitore. Nella prima semifinale, Murray ha tenuto a bada David Ferrer con un rapido 6-4 6-3, facile e indolore. Di certo era stato più complicato battere Gasquet nei quarti. Non c'è dubbio che Murray abbia la testa alla Davis, ma sente di poter dire la sua contro il più forte. “Quest'anno sento di essermi avvicinato a lui, una volta l'ho anche battuto – ha detto Murray – però devo ammettere che a Indian Wells e Shanghai è andata male. Nelle altre sfide me la sono sempre giocata”.
…MURRAY PER LA CERTEZZA DEL N. 2 ATP
Lo scozzese proverà a imparare dagli errori e avrà una motivazione in più: se dovesse vincere il torneo, sarebbe certo di chiudere l'anno al numero 2 ATP, indipendentemente dai risultati delle ATP World Tour Finals. Sarebbe la prima volta in carriera. Tra l'altro è il giocatore ad aver vinto più partite nel 2015 (sessantotto), ovviamente alle spalle di Djokovic. “In passato non ho mai fatto grandi cose a Parigi Bercy – ha aggiunto – finalmente ho messo insieme 2-3 buone prestazioni”. C'è stato un po' di match in avvio, quando Ferrer ha ripreso un break di svantaggio e per poco non faceva girare la partita quando ha avuto quattro palle break nell'ottavo game. Recuperando da 0-40, Murray ha messo il punto esclamativo alla sua prestazione. “Credo di aver giocato bene, ho accorciato molti punti e ho saputo variare” ha detto con soddisfazione. Quest'anno si è già aggiudicato quattro tornei: Monaco di Baviera, Madrid, Queen's e Montreal. Tre superfici diverse, gli manca giusto il cemento indoor. Parigi Bercy sarà l'occasione buona?
ATP MASTERS 1000 PARIGI BERCY – SEMIFINALI
Andy Murray (GBR) b. David Ferrer (SPA) 6-4 6-3
Novak Djokovic (SRB) b. Stan Wawrinka (SUI) 6-3 3-6 6-0
FINALE
Novak Djokovic (SRB) vs. Andy Murray (GBR) Ore 15, diretta Sky Sport 2