TEST ESCLUSIVO! Il braccialetto con sensore POP Babolat permette di scaricare un sacco di dati statistici, ad un prezzo competitivo. Il nostro test in campo ha definito pregi e difetti.  

La battaglia digitale continua e a goderne è l’appassionato che, sotto l’albero natalizio, si ritroverà un altro aggeggio che consente di elaborare dati statistici sul proprio gioco con la conseguenza di capire cosa funziona e cosa meno nella tecnica esecutiva. E magari provare a metterci una pezza. Ha cominciato Babolat con le racchette Play, poi sorpresa dall’arrivo in grande stile del Sony Sensor che ha aggiunto la possibilità di registrare dei video delle proprie performance e visionare live i propri risultati. A nostro avviso, proprio questa possibilità è ancora la “differenza che fa la differenza” ma non è detto che Babolat non arrivi ad implementare i suoi prodotti con questa possibilità. Di certo, la concorrenza porta a stimolarsi a vicenda, creando strumenti sempre più performanti. O diversi.

E’ il caso dell’ultimo prodotto Babolat che avevamo presentato un paio di mesi fa e che ora abbiamo potuto testare in campo. Si chiama POP Babolat, è stato concepito in collaborazione con la PIQ (che creerà sistemi simili per tanti altri sport, col golf già disponibile): si tratta in sostanza di un braccialetto nel qual viene inserito un sensore (ricordatevi di seguire le istruzioni, di inserirlo dal lato corretto, mentre la precauzione di tenere in mano la racchetta mentre lo si infila nel braccialetto appare inutile). Giroscopi e accelerometri dovrebbero fare il resto e offrire basicamente tre parametri:
1. La velocità dello swing, quindi del movimento del braccio
2. La rotazione impressa alla palla
3. Lo stile di gioco, inteso che più il gesto è ampio e completo, più viene premiato.

Tutto ciò, come è doveroso che sia nell’era social, viene poi riassunto in un Piq Score con tanto di ranking mondiale o anche solo in riferimento ad una community che potete crearvi. Ovviamente, tutti i parametri descritti sono disponibili per singoli colpi (dritto, rovescio, servizio, volée e smash).

IL TEST IN CAMPO
Fin qui tutto perfetto. Poi, novelli San Tommaso, come già per la Play e il Sony Sensor, siamo scesi in campo per verificare se tutto funziona come dovrebbe e stabilire pregi e difetti. Ready, start.



 

I PREGI
Braccialetto e sensore, che ovviamente vanno tenuti sul braccio con il quale si impugna la racchetta, non pesano assolutamente nulla, come un polsino per intenderci, quindi nessun fastidio e sono utilizzabili con qualsiasi telaio, di qualsiasi marca ed epoca. E’ molto semplice da utilizzare, intuitivo: si scarica l’applicazione, si inseriscono i propri dati, quindi il collegamento wi-fi e l’inizio dell’utilizzo è immediato.
Dai nostri test (circa 7 ore di gioco a vari livelli) è emerso un dato significativo: il dispositivo si comporta particolarmente bene in allenamento, quando si giocano soprattutto i colpi fondamentali (dritto e rovescio) al punto che una sessione ha segnalato un solo colpo di differenza (116 a 115). Non abbiamo strumenti per verificare la precisione nell’elaborazione della rotazione ma confidiamo che i tecnici francesi siano stati molto attenti in questa misurazione, mentre quello relativo allo stile è forse il dato meno interessante perché non sempre un gesto ampio e completo è in assoluto il più efficace, come Rafa Nadal dimostra col suo dritto. In ogni caso, la curiosità di sbirciare il dato finale e di confrontarsi col resto degli adepti POP Babolat è immancabile ed è un plus.
C’è poi una possibilità che, a nostro avviso, può diventare un must e si chiama Challenges. In sostanza, se entrambi i giocatori utilizzano il braccialetto, possono sfidarsi anche sul rendimento di un singolo colpo (dritto, rovescio e servizio) imponendosi dei limiti nel numero dei colpi da conteggiare (20-40-80) oppure di lasciare la competizione open. Questo dato diventa interessante per capire le differenze di rendimento di un singolo colpo tra due giocatori diversi che non sempre si riesce a quantificare con sufficiente precisione basandosi solo sull’osservazione.
Vi è poi un altro utilizzo molto interessante: si può infatti ripetere un semplice esercizio (generalmente un palleggio sostento ma cercando di mantenere sempre lo stesso ritmo) in due sessioni diverse, utilizzando due telai diversi e scoprire con quale si ha uno swing più veloce, ampio, completo o col quale si riesce a imprimere maggior rotazione. Non male quando bisogna scegliere fra più telai.

I DIFETTI
A livello di facilità di utilizzo, nessuno. Anche chi è poco avvezzo alla tecnologia, in un amen comincerà ad utilizzare lo strumento. Rispetto alla Play si hanno meno dati (in particolare l’impact locator, quindi la zona di ovale dove si è colpita la palla), si ha la velocità dello swing ma non della palla in uscita) e il fatto che il Sony Sensor permetta di realizzare un video della sessione e registrare il tutto consentendo all’utente di osservare live per ogni colpi tuti i dati, resta un plus inarrivabile, per ora. Poi, come accade per la Babolat Play e il Sony Sensor, se si opta per un match, il rilevamento dei dati diventa molto più complicato e impreciso, con l’aggiunta di servizi, volée e smash e di una serie di movimenti che non è semplice definire (in più, il POP Babolat registra qualsiasi movimento del braccio, quindi se muovete la racchetta per scacciare un moscerino molesto, verrà registrato come un dritto). In più, dopo decine di set giocati con players di tutti i livelli, possiamo stabilire che, senza raccattapalle, i colpi nulli (passaggio della palla all’avversario per servire, risposta ad un servizio lungo, etc) rappresentano una percentuale compresa tra il 13 e il 20%, non un’inezia.
Un esempio? Un semplice set comprensivo di palleggio e finito con un comodo 6-1 per un totale di 40 minuti di sessione di gioco (chiaramente registrati con una telecamera per poter comparare i dati), ha fatto registrare dati differenza dell’11% nei colpi totali, addirittura del 22% nei dritti e un cattivo riconoscimento tra smash e servizi (i due dati presi singolarmente differiscono anche di oltre il 30%, ma uniti insieme diventano sostanzialmente perfetti: in sostanza, il POP Babolat ha rilevato molti più smash della realtà e molti meno servizi). Un difetto che abbiamo notato creando una breve sessione di soli 10 servizi: POP ha registrato 4 servizi e 6 smash, un risultato incomprensibile e che gli ingegneri francesi devono rapidamente correggere.

IL GIUDIZIO FINALE
La strada è tracciata e nuovi studi e ricerche porteranno sempre più ad avvicinare i dati digitali a quelli reali. Per adesso, consigliamo di utilizzare il POP Babolat in fase di allenamento e, ancor meglio, di Challenges. I maestri più evoluti possono invece davvero sfruttare il POP per verificare con quale attrezzo un giocatore può ottenere un miglior swing o una maggior rotazione (a patto di riuscire a replicare sessioni di palleggio molto simili). Se poi ci si aspetta che offra dati precisi e perfetti di ogni singolo movimento anche quando si entra in partita e i gesti diventano meno prevedibili, allora siamo ancora lontani dall’obiettivo.

Ah, un punto decisamente a suo vantaggio è il prezzo: 89,95 euro al pubblico.

*E’ chiaro che sistemi digitali di questo genere, compresi Babolat Play e Sony Sensor, hanno un’evoluzione continua. Quindi è nostra intenzione continuare a utilizzarli e monitorarli per evidenziare nuove possibilità o eventuali altri difetti da correggere, sempre con uno spirito costruttivo.



 

Per scoprire come funziona il POP Babolat…





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