Tra i partecipanti al Challenger di Buenos Aires c'è anche Carlos Berlocq, che nel 2015 si è ritrovato a giocare diversi tornei minori. Qualche problema fisico e personale lo ha costretto a ridimensionarsi. Durante la presentazione, l'argentino ha ammesso di adottare un gioco completamente diverso tra tornei ATP e Challenger. "Nei tornei più piccoli non sono quasi mai aggressivo, il mio tennis è più speculativo. Al contrario, nel circuito ATP entro in campo più deciso: attacco, tiro forte, provo a far male al mio avversario. Ne non lo fai, sai già che dovrai correre a più non posso. Nei Challenger c'è più margine, senza voler sottovalutare le qualità dei giovani emergenti. Non c'è dubbio che nei tornei ATP ci sia un livello più alto". Tra i partecipanti al Challenger di Buenos Aires c'è anche Carlos Berlocq, che nel 2015 si è ritrovato a giocare diversi tornei minori. Qualche problema fisico e personale lo ha costretto a ridimensionarsi. Durante la presentazione, l'argentino ha ammesso di adottare un gioco completamente diverso tra tornei ATP e Challenger. "Nei tornei più piccoli non sono quasi mai aggressivo, il mio tennis è più speculativo. Al contrario, nel circuito ATP entro in campo più deciso: attacco, tiro forte, provo a far male al mio avversario. Ne non lo fai, sai già che dovrai correre a più non posso. Nei Challenger c'è più margine, senza voler sottovalutare le qualità dei giovani emergenti. Non c'è dubbio che nei tornei ATP ci sia un livello più alto".