La comunicazione è pervenuta in queste ore: a causa di un infortunio, Yannick Noah non prenderà parte alla Grande Sfida 4 di Verona e Modena. Tuttavia, il maxi-evento dell'imminente weekend ha trovato una validissima alternativa in Sergi Bruguera. Il prestigio della competizione ne risulta addirittura accresciuto poiché lo spagnolo ha vinto due Slam, entrambi al Roland Garros, mentre Noah ne ha vinto solo uno (sempre a Parigi, nel 1983). Inoltre è più giovane di ben 11 anni e può quindi garantire una migliore prestazione atletica. Tra l'altro, l'arrivo di Bruguera garantirà un forte contrasto di stili tra i quattro protagonisti della Grande Sfida: da una parte John McEnroe ed Henri Leconte, talentuosi, aggressivi ed entrambi mancini. Dall'altra Mats Wilander e appunto Bruguera, due grandi difensori, destri, capaci di vincere tanto grazie a una splendida abnegazione. Come detto, Noah non potrà esserci per una seria ragione fisica: questa è la comunicazione pervenuta da Caroline Lacy di IMG agli uffici di MCA Events: “Con grande rammarico, Yannick Noah è costretto a rinunciare alla Grande Sfida di Verona e Modena. Yannick si è procurato un serio infortuno alla spalla che ha richiesto un immediato intervento chirurgico e non ci sono possibilità affinché recuperi in tempo. Yannick è estremamente deluso di non poterci essere, anche perché non vedeva l'ora di visitare queste due splendide città. Ci ha chiesto di inoltrarvi le sue scuse e vi augura tutto il meglio per un altro evento di grande successo. Speriamo che in futuro ci sia un'altra opportunità di farlo venire in Italia”. A questo punto, l'obiettivo era trovare un sostituto all'altezza per mantenere un livello di eccellenza assoluta.
La scelta è caduta immediatamente su Sergi Bruguera, uno dei giocatori simbolo degli anni 90. Due volte vincitore del Roland Garros, è ricordato come grande specialista della terra battuta ma era molto di più. Il suo gioco non colpiva a prima vista, ma sapeva conquistare piano piano. Non a caso ha ottenuto ottimi risultati su tutte le superfici. Pochi ricordano la finale al Masters 1000 di Miami nel 1997, quando batté in semifinale il miglior Sampras. Tra l'altro, Bruguera è uno dei pochi giocatori ad avere un bilancio positivo con Pistol Pete (lo ha superato tre volte su cinque). O la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atlanta 1996, quando perse solo da Agassi. Ha raggiunto gli ottavi in tutte le altre prove del Grande Slam e nel 1994 ha giocato uno splendido Masters ATP, sfiorando la finale. Perse in tre set da un grande Boris Becker. Senza dimenticare le due semifinali al Masters 1000 di Parigi Bercy. Inoltre si è sempre trovato bene in Italia: finalista al Foro Italico nel 1995, vanta anche due finali al vecchio torneo ATP di Milano (1993 e 1997). Certo, è stato grande soprattutto sulla terra battuta: oltre ai due successi al Roland Garros, si è imposto due volte a Monte Carlo e ci ha vinto 13 dei suoi 14 titoli. Difendeva bene, ma aveva un braccio molto più “educato” di quel che sembrava. Un palmares del genere non si ottiene soltanto con le gambe. A distanza di anni, certe doti si apprezzano di più: lo sa bene Richard Gasquet, che lo ha scelto come allenatore e insieme hanno ottenuto ottimi risultati. Per gli spettatori della Grande Sfida sarà una bella occasione per ammirare i suoi passanti millimetrici e capacità di tocco ben più sviluppate di quello che può sembrare a occhio nudo. Con i suoi 44 anni di età, tra l'altro, sarà il più giovane dei quattro protagonisti e si candida per la vittoria finale. Curiosamente ha la stessa età di Goran Ivanisevic, vincitore della passata edizione. E se fosse un segno del destino?