ATP FINALS – Dopo aver lasciato cinque giochi a Wawrinka all’esordio all’O2 Arena, ‘Rafa’ riserva lo stesso trattamento a Murray: lo batte 6-4 6-1 e mette un piede e mezzo in semifinale. Solo nel 2013 ha chiuso la stagione in modo migliore, ma può ancora superarsi.Quella contro le ATP World Tour Finals sul veloce al coperto è sempre stata una delle battaglie preferite di Rafael Nadal. L’ha detto anche di recente: “ci si qualifica giocando su quattro superfici diverse, non è giusto che da quando mi sono qualificato per la prima volta il Masters si è sempre giocato sul cemento indoor”. In sintesi, il campione maiorchino pensa di non aver mai avuto veramente la possibilità di vincere il torneo, non a caso l’unico grande appuntamento che ancora manca nel suo palmarès. Ma a giudicare da quanto visto nei suoi primi due match all’O2 Arena, pare che abbia deciso di rimboccarsi le maniche e costruirsela da solo. Cinque game lasciati a Stan Wawrinka all’esordio, e altrettanti a uno spento Andy Murray nel secondo match, per un 6-4 6-1 che la dice lunga. Lo scozzese ha una buona fetta di colpe, perché ha giocato un match troppo passivo e ricco di errori per pensare di giocarsela con un qualsiasi top ten, ma a Nadal va il merito di aver fatto tutto alla perfezione. Ha perso la battuta nel primo gioco del match, ma mai un break in apertura è stato così falso. A conti fatti, la chance trasformata da Murray per salire 1-0 è rimasta l’unica concessa da ‘Rafa’ in tutto l’incontro, nel quale lo scozzese è arrivato solo una volta ai vantaggi in risposta. Per il resto, tanto Nadal e davvero poco Murray, capace di aggrapparsi al servizio per salvare quattro palle-break nel sesto game e altre due nell’ottavo. Ma quando vede rosso, si sa, Nadal si trasforma in un toro, e quando il campanello d’allarme nella metà campo di Murray è tornato a suonare sul 5-4, è stato il momento per prendersi break, set e probabilmente anche match, di fronte a un pubblico che non ha nascosto il proprio disappunto per un Murray ben lontano dalle aspettative.
 
SOLO NEL 2013 HA FINITO L’ANNO COSÌ BENE
La cronaca del secondo set è fin troppo facile: per Nadal è stato una semplice passerella, subito 3-0 e poi 5-1, col secondo break che l’ha spedito a servire per il match con due turni d’anticipo. Una buona notizia per i tifosi di Nadal, che non aveva mai vinto così facilmente i primi due incontri a Londra (dove vanta due finali) e conferma nell’ultima parte dell’anno delle condizioni mai viste nei mesi precedenti, a riprova del suo carattere senza pari. A metà estate si è trovato quasi fuori dai top ten, in delle condizioni per lui nuove, e invece di abbattersi ha lavorato ancora più del solito per tornare grande. I risultati gli stanno dando ragione, visto che – secondo i punti guadagnati – questo è il suo secondo miglior finale di stagione di sempre. Ed è ancora in tempo per superare il 2013, quando con la finale a Pechino, le semifinali a Shanghai e Bercy, e la finale a Londra, raccolse 2020 punti. Quest’anno ne ha già 1540, con un assegno da 200 pronto ad attenderlo qualora dovesse chiudere il round robin a punteggio pieno. Uno scenario più che possibile, specialmente se David Ferrer dovesse arrendersi a Stan Wawrinka nell’incontro serale, e dire quindi addio alle sue chance di semifinale. Proprio l’eventuale sconfitta di ‘Ferru’ garantirebbe al suo connazionale un posto fra gli ultimi quattro delle Finals, e buone chance di chiudere il Gruppo Nastase al primo posto. Per ‘Rafa’ non è necessariamente una buona notizia, visto che significherebbe trovare Djokovic in semifinale, mentre per lui sarebbe più adatta una sfida con Federer. Ma Nadal ai calcoli ha sempre preferito le vittorie.
 
ATP WORLD TOUR FINALS – GRUPPO NASTASE
Rafael Nadal (ESP) b. Andy Murray (GBR) 6-4 6-1