COPPA DAVIS, FINALE – La varietà di Bemelmans tiene in campo Murray per quasi due ore e mezza, ma il britannico è di un’altra categoria: pur rischiando nel terzo, la spunta in tre set. A Ghent è 1-1, come da pronostico. Domani il doppio, probabilmente decisivo.Hanno fatto entrambi il loro dovere. Andy Murray doveva vincere per dare l’1-1 alla Gran Bretagna dopo la prima giornata, Ruben Bemelmans doveva cercare di tenerlo in campo il più possibile, metterlo in difficoltà, provare addirittura a mandarlo fuori palla in vista dei suoi prossimi due match. Nel 6-3 6-2 7-5 favorevole al numero due del mondo ci sono state entrambe le cose: perché è vero che è finita in tre set, ma è vero anche che i due hanno battagliato a viso aperto, ma battagliato sul serio, per 2 ore e 24 minuti, giusto una ventina di minuti in meno dei cinque set di David Goffin contro Kyle Edmund. Significa che c’è stata partita più o meno allo stesso modo, con la differenza che invece di darsi il cambio a metà incontro, entrambi hanno giocato bene in contemporanea, offrendo un match interessante. Sicuramente non è mancata la qualità, specialmente grazie a Bemelmans, che naviga fuori dai primi 100 del mondo e la terra battuta la ama forse ancor meno di Murray, ma di talento ne ha da vendere, e con nulla da perdere l’ha dimostrato, confermando di meritare un posto per il doppio di domani. Ha fatto quello che il capitano Johan Van Herck gli aveva chiesto, ma che in fondo non è nemmeno così lontano dal suo solito tennis, spontaneo e imprevedibile. Il mancino di Genk ha giocato con coraggio, sparando 45 colpi vincenti, una dozzina in più rispetto allo scozzese, e alternando spesso il fioretto alla spada, con un sacco di smorzate, precise e difficili da leggere. Ed è per questo che è diventato un avversario insidioso, più di quanto dica il punteggio, frutto – specialmente nelle ultime fasi – del miglior Murray. È finita in tre set perché Andy ha tutto dalla sua parte: fisico, potenza, consistenza, esperienza e carattere, e anche perché quando Bemelmans è arrivato vicino a strappargli il terzo set, lui ha mostrato di avere tantissima voglia di chiudere il prima possibile, come se temesse che qualcosa potesse andare storto.
 
MURRAY RISPONDE SUL CAMPO
Sicuramente Murray non si è trovato in una situazione facile, sulla superficie che gli piace meno, contro un avversario che non gli ha mai dato ritmo e davanti a un pubblico che ci ha messo del suo per fargli saltare i nervi. In qualche frangente gli spettatori del Flanders Expo sono pure andati oltre il limite, spronati dal body language sempre molto negativo dello scozzese, che sul 2-2 al terzo – indispettito dall’ennesima smorzata imprendibile – si è addirittura beccato pure un punto di penalità per ‘audible obcenity’. Ma quando ha avuto bisogno di tirare fuori il miglior Murray, leggasi seconda parte del terzo set, ci è riuscito. Non ha saputo trovare l’allungo iniziale come nei primi due parziali, e dopo aver mancato tre palle-break fra terzo e quinto gioco è stato lui a cedere la battuta, contro un Bemelmans salito in cattedra a suon di varietà. Ma Murray non l’ha lasciato scappare. Da 2-4 si è rifatto sotto sul 4-4, e quando la palla ha iniziato a scottare sul serio ha mostrato ai tredicimila di Ghent tutta la differenza fra il numero 2 e il numero 108 del mondo. Bemelmans si è procurato un set-point sul 5-4, lui gliel’ha cancellato sparando una seconda non troppo lontano dall’incrocio delle righe, e poi ha vinto altri otto punti di fila, centrando il break sul 5-5 e salendo 30-0 nell’ultimo game. Il belga si è preso il 30-30 sparando le ultime cartucce, lui ha risposto coi muscoli, salendo a match-point col primo serve&volley dell’intero incontro, prima di chiudere con una prima vincere e alzare le braccia al cielo. Un omaggio, involontario, al bel match di Bemelmans, che ha saputo impegnarlo sul serio, anche più delle aspettative. “Sia il primo sia il terzo set sono stati complicati – ha detto lo scozzese – perché ho avuto delle chance ma non sono riuscito a sfruttarle. Ma ho combattuto fino alla fine, e sono contento di aver chiuso in tre set”. E poi, a specifica domanda, ha aggiunto “c’è stata una bella atmosfera”, anche se i suoi occhi non dicevano esattamente la stessa cosa. Ma ha fatto bene a stare alla larga dalle polemiche. Preferisce rispondere sul campo, e come l’ha fatto oggi lo può fare pure domani e domenica. Non desidera altro.
 
COPPA DAVIS 2015 – FINALE
BELGIO-GRAN BRETAGNA 1-1
David Goffin (BEL) b. Kyle Edmund (GBR) 3-6 1-6 6-2 6-1 6-0
Andy Murray (GBR) b. Ruben Bemelmans (BEL) 6-3 6-2 7-5