Pubblicate le tabelle con i premi, anche sostanziosi, dedicati ai tennisti italiani nel 2016. I soldi sono destinati ai soli giocatori nati dal 1992 in poi e c'è la suddivisione tra Under e Over 18. Alcune cifre sono interessanti, ma la postilla finale raffredda un po' gli entusiasmi. 

FIT: I PREMI PER IL 2016


Lo scorso 14 ottobre, il Foro Italico ha ospitato la presentazione del Bilancio Sociale FIT. Il presidente Angelo Binaghi ha illustrato il contenuto di un elegante volume di 160 pagine, in cui sono segnalate parecchie voci di ingresso e spesa della Federazione Italiana Tennis. Uno degli snodi cruciali riguarda i contributi legati all'attività agonistica. Nel 2014, la FIT ha distribuito 780.966 euro in prestiti d'onore (contributi che poi dovranno essere restituiti in caso di buona riuscita da professionista) e circa 400.000 euro come contributo all'attività internazionale dei top-players. In attesa di conoscere i singoli contributi elargiti ai giocatori nella stagione 2015, come abbiamo chiesto proprio in quella sede, il Consiglio Federale ha fatto un ulteriore passettino in chiave trasparenza, deliberando e poi pubblicando i “premi” per la stagione 2016. Si tratta di contributi destinati ai tennisti italiani in caso di raggiungimento di determinati obiettivi, sia nel circuito junior che in quello professionistico. I contributi si dividono sostanzialmente in due parti: classifica e piazzamenti. La trasparenza è soddisfacente, poiché ogni singola voce è segnata con chiarezza e non c'è il rischio di confondersi tra piazzamenti, tornei e premi vari. Tra dodici mesi, quando i soldi finiranno nei conti correnti dei diretti interessati, sarà possibile calcolare con precisione l'importo per ciascun giocatore. Prima di entrare nel dettaglio dei premi, è opportuno segnalare che sono destinati ai soli giocatori nati dal 1 gennaio 1992 in poi. Gli over 25, insomma, devono arrangiarsi per conto proprio. Può sembrare crudele, ma è giusto mettere dei paletti. Si potrebbe forse discutere se fosse opportuno inserire i nati nel 1990 o 1991, ma il concetto che un 25enne debba camminare con le proprie gambe è sacrosanto. In effetti, campare a 26 anni con i contributi di Mamma FIT sarebbe anche degradante…


UNA CLASSIFICA, UN VALORE

Le categorie di età sono divise in due fasce: nati dal 1992 al 1997 e dal 1998 al 2001. Partiamo dai premi legati al ranking di fine anno. Si oscilla dagli 8.000 ai 15.000 euro per gli Under 16 e dai 10.000 ai 20.000 per gli Under 18. I premi sono validi sia per la classifica ATP-WTA che per quella ITF, riservata agli Under 18. Ogni giocatore ha determinati obiettivi da raggiungere, illustrati nella tabella. Se un tennista li raggiunge entrambi, il premio dell'importo minore viene erogato al 50%. Facciamo qualche esempio, facendo finta che la tabella sia già in vigore. La lombarda Bianca Turati (nella foto sopra, ndr) ha chiuso l'anno al numero 41 ITF e al numero 462 WTA. In virtù della sua età, quest'anno avrebbe intascato la bella cifra di 27.500 euro (20.000 perché top-600 WTA, 15.000 perché top-50 ITF, quest'ultima cifra erogata al 50%). Soldi fondamentali per pagarsi buona parte dell'attività per l'anno successivo. In campo maschile, Andrea Pellegrino avrebbe guadagnato “solo” 15.000 euro per la classifica giovanile, mentre non gli sarebbe spettato nient'altro poiché ha chiuso la stagione appena fuori dai primi 1.000 ATP. Le cifre sono ancora più importanti per i tennisti nati nel biennio 96-97, mentre calano per chi è nato dal 1992 al 1995. Il concetto è semplice: superati i 20 anni la FIT continua ad aiutare, ma ci si aspetta che il giocatore sappia mantenersi da solo. Ad ogni modo, un 24enne che chiuderà la stagione tra la 401esima e la 500esima posizione (possiamo definirlo un giocatore di prospettiva?) porterà a casa 10.000 euro, cifra non trascurabile per chi frequenta soprattutto i tornei futures.


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Ci sono poi i premi per i singoli piazzamenti. Qui la divisione in fasce di età è ancora più netta: non esistono sottocategorie, ma soltanto gli Under e gli Over 18, ovviamente parametrati a tornei ben diversi. Partiamo dai più giovani: previsti premi per piazzamenti di rilievo negli Slam Junior, nei Grade A e nei Grade 1. Danno diritto ai contributi la vittoria e la finale, mentre nel caso degli Slam valgono anche le semifinali. Molto interessante l'incentivo per gli Under 18 che scelgono una programmazione ambiziosa, ovvero i tornei challenger (o ITF femminili da 25.000 dollari di montepremi in su). Se un Under 18 azzurro entrerà di diritto in tabellone, o lo raggiungerà partendo dalle qualificazioni, avrà un premio di 2.000 euro, cifra molto importante specie se paragonata ai montepremi complessivi. Previsti contributi anche per i Futures: 4.000 euro in caso di vittoria e 2.000 per la finale (2.000 e 1.000 per gli ITF femminili). Incentivi davvero importanti, specie in alcuni casi. Se Enrico Della Valle, per esempio, dovesse vincere un torneo future nel 2016, intascherà un premio pari al quadruplo del prize money destinato al vincitore. Stessi principi per gli Over 18, anche se l'asticella è posta più in alto. I Futures non valgono più, mentre sono premiate le sole presenze nei tornei ATP e WTA, per diritto di classifica o tramite le qualificazioni. Nei tornei ATP e WTA il contributo parte già dai quarti di finale (1.000 euro) e arriva ai 10.000 in caso di vittoria. Importante anche il contributo di 5.000 euro per chi vince un challenger. Certo, chi è nato nella seconda metà del 1991 (e qualcuno c'è…) si mangerà le mani, ma era giusto imporre un limite. In questo modo i criteri sono chiari ed oggettivi non c'è spazio per polemiche e recriminazioni.

LA POSTILLA FINALE
Non è semplice raggiungere determinati standard. Per intenderci, il nostro miglor giovane, Matteo Donati, quest'anno avrebbe intascato 54.500 euro. Di questi, 50.000 sarebbero stati dovuti alla classifica, e 4.500 in virtù di alcuni piazzamenti nei tornei challenger (una finale e due semifinali), mentre non ha ancora giocato tornei ATP senza usufruire di una wild card. Cifra importante ma pur sempre destinata a un ragazzo reduce da una stagione straordinaria, fin sopra le aspettative. Questo per dire che non sarà semplice imitarlo. I soldi ci sono, ma sono richiesti risultati importanti. Raggiungere cifre importanti non sarà facile, poiché in fondo allo specchietto c'è una postilla che può cambiare sensibilmente i conti. I premi appena citati sono un'aggiunta soltanto parziale all'accordo “per la preparazione all'attività agonistica per l'anno 2016”. Chiamateli contributi, chiamateli prestiti d'onore, si tratta dei soldi concessi alla FIT a un singolo giocatore per svolgere l'attività. In altre parole, chi ha firmato tale accordo è certo di prendere una determinata cifra, ma potrà aumentarla solo se i premi di classifica e piazzamento saranno più alti dell'accordo iniziale. Esempio, totalmente ipotetico: se il contributo 2015 a Donati fosse stato di 30.000 euro, in virtù dei risultati ne avrebbe ottenuti altri 24.500 e non l'intero importo tabellare. Se un giocatore non raggiunge una cifra superiore a quella percepita a inizio stagione, non gli spetta alcun corrispettivo extra. Potremmo discutere a lungo se sia giusta o meno. Forse sarebbe più corretta un'integrazione totale e non solo parziale (che spesso sarà soltanto virtuale). Insomma, i premi ci sono e fanno certamente gola…ma nella maggior parte dei casi resteranno virtuali. Detto questo, i tennisti italiani devono ritenersi fortunati perché sono poche, pochissime, le federazioni al mondo in grado di offrire un supporto anche ai giocatori di seconda e terza fascia. Far quadrare meccanismi e bilanci non deve essere facile e l'iniziativa merita comunque un applauso, anche per la trasparenza con cui è stata comunicata. Però la postilla finale non ci ha convinto.