I grandi risultati dei tennisti svizzeri hanno messo in secondo piano i Campionati Nazionali, eppure la competizione (in verità un po' anacronistica) si gioca ancora. La Svizzera non fa eccezione, e la finale degli Assoluti 2015 è stata particolarmente movimentata. Si è giocato a Biel, già sede del Centro Tecnico Nazionale e del torneo che dal 2017 dovrebbe riportare il circuito WTA nel paese. Tra le donne si è imposta la giovane Viktorija Golubic, ma ha fatto discutere la finale maschile tra Yann Marti e Robin Roshardt. Il titolo è andato a Marti, ma gli stessi dirigenti di Swiss Tennis hanno definito “indegna” la finale. Marti e Roshardt hanno mostrato un forte nervosismo sin dai primi scambi, con ripetute provocazioni verbali. Il più “vivace”, come spesso accade, è stato Marti. A un certo punto ha provato a colpire l'avversario con una pallata. Il match è andato avanti tra alti e bassi fino al tie-break, vinto da Marti. Quest'ultimo ha preso un break di vantaggio nel secondo, quando Roshardt ha preso la sua borsa ed è andato via. Senza motivo, se non la rabbia per il comportamento del suo avversario. E così Marti si è preso il titolo, ma ha anche alimentato la sua fama di giocatore un po' sopra le righe. Professionista ormai da parecchio, non è mai arrivato ad alti livelli per evidenti limiti comportamentali. Ormai gli avversari lo sanno e cercano di stargli attaccati, anche quando il match sembra finito. Lui può sempre regalare qualcosa.
DA COMPAGNI DI DOPPIO A NEMICI
E' curioso che dopo il successo abbia rilasciato dichiarazioni improntate proprio sulla tenuta mentale. Parlando con “Le Nouvelliste” ha detto che era sicuro di essere mentalmente e fisicamente più forte del suo avversario. I fatti gli avrebbero dato ragione, almeno stavolta: Roshardt ha preferito andarsene piuttosto che dargli la soddisfazione del matchpoint. Robin Roshardt è stato una gran promessa del tennis svizzero. Classe 1988 come Marti, da junior è stato addirittura numero 4 ITF, ma tra i professionisti non ha combinato granché. Il best ranking risale al 2009: numero 509 ATP, un po' poco per il suo talento. Aveva fatto sperare nel 2006, quando ben figurò al defunto challenger di Lugano, poi non si è più fatto notare. Oggi non ha classifica ATP e ha cessato l'attività internazionale da tre anni e mezzo. Si limita ai tornei interni e gestisce un'accademia a Zurigo. Il fatto curioso è che Marti e Roshardt, in estate, hanno vinto il Campionato Interclub in Svizzera, l'equivalente della nostra Serie A1,giocando insieme per il Tennis Club Froburg. E avevano persino giocato il doppio insieme! Ad ogni modo, la vicenda potrebbe avere ripercussioni per entrambi. Swiss Tennis non ha apprezzato e ha aperto un procedimento a carico di entrambi “per comportamento antisportivo e violazione dei regolamenti”. La federtennis elvetica non vede di buon occhio Marti dallo scorso marzo, quando abbandonò il team di Coppa Davis prima del match in Belgio perché furioso con Severin Luthi, reo di avergli preferito altri giocatori per la prima giornata. Seguirono polemiche a distanza, con tanto di allusioni a Roger Federer, che – secondo il padre di Marti – l'anno scorso ha voluto vincere la Coppa Davis “con i suoi amichetti”. Marti non aveva più legami economici con Swiss Tennis, adesso rischia di non aver più nemmeno quelli formali.