Rafael Nadal batte Raonic e conquista per la terza volta la maxi-esibizione di Abu Dhabi, prologo della stagione. In palio non c’erano punti ATP, ma la vittoria è comunque di buon auspicio: ‘Rafa’ è quello di fine 2015, non la versione moscia dei primi nove mesi.Se “chi ben comincia è già a metà dell’opera”, come recita un noto detto popolare, il 2016 di Rafael Nadal può aprirsi con un gran sorriso. Lo spagnolo si è già regalato il primo morso della nuova stagione, azzannando per la terza volta in carriera il trofeo dorato del Mubadala World Tennis Championships di Abu Dhabi, classico torneo di esibizione che ormai da parecchi anni fa da antipasto all’esordio stagionale dei big. Non si tratta ancora di circuito vero e proprio, e non va dimenticato che esibizioni come quella degli Emirati Arabi servono più ai giocatori per rifinire la condizione che al pubblico per capirne realmente lo stato di forma, ma vincere non fa mai male, specialmente in avvio di stagione, quando tutto viene rimesso in discussione. È per questo che la finale vinta per 7-6 6-3 contro Milos Raonic – e pure la ‘semi’ di venerdì contro Ferrer – sono di buon auspicio per l’avvento dell’anno nuovo, che per ‘Rafa’ scatterà come al solito dall’ATP 250 di Doha. Lo scorso anno perse subito contro Michael Berrer, mostrando le prime avvisaglie di una crisi poi durata per tre quarti di stagione, stavolta si presenterà per arrivare fino in fondo, forte delle buone sensazioni trovate negli Emirati. Al di là delle due vittorie, nei due match che gli anno fruttato il titolo è piaciuto il suo tennis, molto simile a quello mostrato nel finale dello scorso anno, quando con una buona serie di risultati ha raddrizzato anno e classifica, risalendo dalla decima alla quinta piazza. La palla gira e corre profonda, gli occhi mostrano tanta voglia di fare e il servizio funziona bene. Se n’è accorto Milos Raonic, un altro dei delusi del 2015, che ha aggiunto al team Carlos Moya nella speranza di diventare uno dei principali antagonisti ai primi della classe.
GRANDE LAVORO NELL’OFF-SEASON
Di solito il gigante canadese vince le partite tenendo il servizio, stavolta ha perso nella stessa maniera, dopo un primo set risolto da una partenza fulminea di ‘Rafa’ nel tie-break, e l’unico break del match sul 2-1 del secondo, strappato con i denti da un Nadal motivatissimo a tornare campione ad Abu Dhabi a cinque anni dall’ultima volta. Il messaggio che arriva dallo Zayed Sport Center è proprio questo e non è affatto scontato: Nadal c’è, e si è allenato tantissimo per provare a tornare grande. L’aveva fatto anche dopo lo Us Open, e i risultati si sono visti. L’ha rifatto nel corso dell’inverno, come sottolineato da qualche foto e video sui suoi profili social (in passato usati meno per raccontare il lavoro dell’off-season), e qualche frutto l’ha già raccolto. E non è finita qua, perché il maiorchino ha ancora a disposizione un paio di settimane per completare il percorso di avvicinamento all’Australian Open, primo main event del nuovo anno. Da lui non ci si aspetta una vittoria, ma un bel risultato sì. Ora che la crisi è alle spalle, è giunta l’ora di provare a fare la voce grossa anche fra i big, seminando il più possibile per sperare di raccogliere quando i diretti interessati faranno qualche passo falso. Far capire a tutti che trovare sulla propria strada Nadal magari non significherà più sconfitta assicurata come un tempo, ma nemmeno la garanzia di avere parecchie chance di metterlo al tappeto. Perché essere in crisi di risultati, per uno come lui, vuole dire non riuscire a vincere Slam e Masters 1000, mica perdere da giocatori fuori dai primi 100 o giocare una sola finale nei quattro grandi appuntamenti sulla terra battuta. È successo nel 2015, ma ormai pare soltanto un ricordo. E per il circuito mondiale non può che essere una buona notizia.
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