Tutti i migliori vogliono giocare le Olimpiadi, mentre “Bernie” è in dubbio: quest'anno vorrebbe giocare in meno. “Sono una competizione interessante, ma in quel periodo ci sono tanti tornei” dice il n.1 australiano, ben deciso a dare l'assalto ai top-10. 

Fin da piccolo è stato un bastian contrario. Uno che pensa e vive a modo suo. Per questo stupisce fino a un certo punto il nuovo caso attorno a Bernard Tomic. Fino a prova contraria, o forse fino a quando Kyrgios metterà la testa a posto, è il numero 1 australiano. Eppure, nell'anno in cui i tennisti parlano con aria sognante delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, lui potrebbe addirittura saltarle. Il motivo sarebbe di pura programmazione, di calendario intasato. Ci sta, ovviamente. Ma le Olimpiadi dovrebbero sfuggire a un certo tipo di logica. Non è il caso di Tomic, che pure ha una gran voglia di rappresentare l'Australia in Coppa Davis, specie dopo aver saltato i quarti del 2015 contro il Kazakhstan, quando fu messo dietro alla lavagna da Tennis Australia dopo le dichiarazioni anti-Rafter pronunciate a Wimbledon. Sul piano regolamentare non ci sarebbero problemi: numero 18 ATP, miglior giocatore del paese, ha risposto a tutte le convocazioni in Davis e quindi è perfettamente eleggibile. Però il torneo olimpico si giocherà dal 6 al 14 agosto, in pieno avvicinamento allo Us Open. Per lasciare spazio a Rio de Janeiro, hanno separato Montreal (al via il 25 luglio) e Cincinnati (si parte il 15 agosto). Insomma, tanti viaggi e tanta fatica per i migliori tennisti. In palio, il miraggio di un metallo pregiato attorno al collo. Il fatto è che Tomic vuole giocare meno rispetto all'anno scorso, quando ha giocato la bellezza di 28 tornei e due serie di Coppa Davis. “Mi piacerebbe giocare le Olimpiadi, si tratta di una splendida opportunità che capita soltanto una volta ogni quattro anni – ha detto Bernie, che però ha specificato – se ci sarà l'opportunità vedrò come sarà la programmazione. In quel periodo ci saranno un paio di Masters 1000. Se sarò in grado, mi farebbe piacere giocare. C'ero anche a Londra 2012 e ho perso al primo turno. E' una competizione interessante”.


LIBERO DAL PADRE

Interessante ma non al punto di considerarla un punto fermo. Anzi, potrebbe saltare in aria in nome di una programmazione più attenta. “Quando giochi bene sei forzato a giocare ancora di più – ha detto Tomic – ma quest'anno voglio giocare molto, molto meno”. Le incertezze non riguardano la Coppa Davis. Dovesse essere chiamato, risponderà a qualsiasi convocazione, a partire dal primo turno di Kooyong contro gli Stati Uniti. In novembre c'è stato un raduno con i compagni e Lleyton Hewitt ha già iniziato a cementare lo spirito di squadra. A Tomic piace. “Il calendario della Davis è molto complicato, ma è pur sempre la Coppa e adoro giocarla, dal profondo del mio cuore”. Sentimenti che non si estendono alle Olimpiadi, anche se il rapporto con Tennis Australia è sempre migliore. “Siamo sulla strada giusta, non vedo l'ora di cominciare e mettermi tutto alle spalle. Anzi, nell'ultimo periodo ho giocato bene proprio per questo, perché avevo riallacciato certi rapporti” ha detto a Brisbane, dove esordirà contro Nicolas Mahut. In questo momento, “Bernie” non è più sotto le grinfie di papà John (o Ivica, come preferite). Potrebbe anche seguire il suo esordio a Brisbane, ma in questo momento è impegnato ad allenare full time la sorella minore Sara, con cui fa base a Gold Coast. L'accompagnerà a Sydney e nelle qualificazioni dell'Australian Open. Il mancato sostegno alla sorella, tra l'altro, è una delle ragioni che aveva scatenato la polemica tra i Tomic e Tennis Australia.


SERVIZIO E DRITTO PER CENTRARE I TOP-10

L'obiettivo immediato è acciuffare un posto tra le prime 16 teste di serie all'Australian Open. Dovesse farcela, sarebbe certo di non affrontare i migliori fino al quarto turno. In questo momento, è il massimo a cui può aspirare. Numero 18 ATP, è favorito dal forfait di Richard Gasquet che lo ha portato a un tiro di schioppo dalla sedicesima posizione. “In effetti sarebbe una buona cosa, ma prima devo raggiungere la semifinale a Brisbane” ha detto l'australiano. Per stabilire il seeding dell'Australian Open sarà valida la classifica ATP dell'11 gennaio. Se poi dovesse giocare bene a Melbourne, magari migliorando gli ottavi dell'anno scorso, potrebbe avvicinare il prossimo obiettivo: l'ingresso tra i top-10. “Ma sono molto soddisfatto del mio 2015 – ha detto Tomic – forse avrei potuto fare qualcosa di meglio, magari chiudere intorno alla 12-13esima posizione. Ma ho comunque giocato bene e nei prossimi mesi proverò a dare l'assalto ai primi dieci. In questo momento i primi 4-8 del mondo sono molto forti e adesso dovrò dimostrare di poterli battere con continuità”. Tomic ha detto di essere maturato, definitivamente. “Da giovane giochi bene e sei sempre sotto la luce dei riflettori – sospira – per questo è molto facile distrarsi. Ma quando riesci a concentrarti sulle cose giuste, vuol dire che hai preso la strada giusta. Oggi sono più disciplinato e felice con me stesso”. Nel frattempo dice di essere migliorato sul piano tecnico: il servizio più potente e il dritto viene utilizzato con maggiore attenzione. “Ho migliorato le percentuali in battuta e colpisco bene con il dritto nei momenti giusti e non corro più rischi inutili. Credo di essere migliorato molto in questo”.  Tante belle qualità, ma rischiamo di non ammirarle alle Olimpiadi.