Niente finale a Quito per Paolo Lorenzi. Contro Thomaz Bellucci l’azzurro va avanti di un set, poi il brasiliano ingrana, lo riprende e la spunta 3-6 6-2 6-3. Una sconfitta che brucia ma non sorprende: nel complesso il rivale ha un tennis superiore.L’illusione è durata un set, poi Thomaz Bellucci ha riagguantato Paolo Lorenzi, l’ha staccato e gli ha negato la seconda finale in carriera nel circuito maggiore, imponendosi 3-6 6-2 6-3. Quella maturata sulla terra del Club Jacarandá di Quito è una sconfitta che fa male, specialmente guardando al nome dell’altro finalista (Estrella o Ramos), ma è nell’ordine delle cose. Quei due precedenti favorevoli a ‘Paolino’ avevano un tantino montato le aspettative, perché nel complesso il tennis del brasiliano ha qualcosa in più. Quattro titoli Atp non si vincono per caso, così come non si arriva a ridosso dei primi 20 se non c’è dietro un motore di alto livello. Quello di Bellucci accusa spesso qualche vuoto, come nel primo set, ma quando funziona a dovere arriva a velocità importanti. Per vincere, Lorenzi aveva bisogno di un match come quello contro Tomic o quasi, ma non sempre tutto gira nel verso giusto. Gli altri giorni tocca arrangiarsi con quello che c’è, nella speranza che basti, e oggi non è stato così. Quel servizio che ieri gli aveva dato tantissimo contro Tomic (25 ace e il 91% di trasformazione con la prima) è diventato il fattore che ha fatto la differenza a favore dell’avversario: Bellucci è sempre stato intorno al 70%, l’azzurro invece con la seconda palla ha raccolto meno di un punto su due, e alla fine ne ha pagato le conseguenze. “Ho faticato a trovare velocità con la prima – ha ammesso Paolo davanti ai giornalisti, in una zona mista di stampo calcistico – e lui ha servito meglio di me. A partire dal secondo set ha giocato molto bene, comandando gli scambi col diritto. Io ci ho provato fine alla fine, ma non ce l’ho fatta”.
UN PARZIALE DI 12-1 ‘AMMAZZA’ LA CONTESA
Dopo due set più equilibrati di quanto dica lo score, è risultato decisivo l’allungo di Bellucci sul 2-2 al terzo. In un momento di assoluta parità il carioca ha alzato il livello, e colpendo sempre più forte ha infilato un parziale di 12 punti a 1, scappando rapidamente fino al 5-2. Lorenzi ha tenuto duro, ha salvato un match-point nel suo turno di servizio ed è andato a rispondere con il solito atteggiamento encomiabile, sicuro che ci sarebbe stata ancora una chance. Invece non è arrivata, Bellucci ha tenuto la battuta e si è preso la settima finale in carriera nel Tour. Quella di Lorenzi resta comunque una resa più che dignitosa, dopo un ottimo torneo chiuso con la seconda semifinale di sempre a questi livelli. Lunedì si sveglierà a Buenos Aires da numero 52 della classifica mondiale, sempre più vicino all’obiettivo top-50. L’avrebbe agguantato con la finale, ma poco cambia. Da qui alla seconda metà di maggio difenderà poco più di 60 punti, neanche un quarto di quanti ne ha raccolti nel primo mese di 2016. Tradotto: i suoi tifosi possono stare tranquilli, fra i primi 50 ci tornerà. Non serve nemmeno chissà quale risultato, basta solo un po’ di costanza, a partire dall’Argentina Open e da un primo turno non impossibile contro Pablo Andujar. Se non arriverà l’occasione per vincere, ne arriveranno sicuramente alcune per crescere. Per continuare quel cammino che pian piano gli ha regalato tantissime soddisfazioni. Anche nelle sconfitte.
ATP 250 QUITO – SEMIFINALE
Thomaz Bellucci (BRA) b. Paolo Lorenzi (ITA) 3-6 6-2 6-3
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