Con Federer a casa e Djokovic fuori dai giochi, Stan Wawrinka non fallisce. Doma un redivivo Baghdatis e si prende il titolo a Dubai: è il tredicesimo in carriera, il nono nelle ultime nove finali. Spettacolare tie-break nel secondo set: lo vince lo svizzero 15-13.C’è un record che neppure Novak Djokovic può vantare: nove titoli nelle ultime nove finali. Lo detiene Stan Wawrinka, che l’ha appena ritoccato all’ATP 500 di Dubai, incassando il successo numero 13 in carriera. Non ci saranno tutti i trofei più importanti come nel palmarès del serbo, ma ci sono comunque due titoli Slam, segno che nel momento più importante il numero due di Svizzera non sbaglia più un colpo. Nel 2013 ha perso la finale a ‘s-Hertogenbosch, poi ha sempre alzato il trofeo più importante, da Melbourne a Parigi, fino agli Emirati Arabi, strappandolo per 6-4 7-6 a un Baghdatis finalmente tornato ai livelli che gli competono. Il cipriota non ha mai abbinato a un grande talento un almeno sufficiente spirito di sacrificio, ma nel corso dell’inverno ha lavorato come si deve (come testimoniato da foto e video sui social) e i risultati gli stanno dando ragione. Probabilmente non tornerà a giocare una finale Slam, ma nemmeno a battagliare nei Challenger per vivacchiare a cavallo della centesima posizione del ranking, come gli è capitato fra 2013 e 2014. Oggi avrebbe potuto fare qualcosina in più nel tie-break del secondo set, uno dei più lunghi dell’anno. Per Wawrinka sembrava fatta sul 4-1, invece un doppio fallo ha rimesso in gioco Baghdatis, dando vita a una lunga alternanza di set-point e match-point. Il cipriota ne ha mancati cinque, Stan i primi due ma non il terzo, resistendo a uno scambio lunghissimo fino a raccogliere l’errore del rivale, che gli ha consegnato il 15-13 e terzo titolo in carriera in un ATP 500.
STAN SA VINCERE ANCHE DA SOLO
Wawrinka aveva vinto due volte a Rotterdam, mai a Dubai, torneo che in passato gli aveva portato poca fortuna. Fuori all’esordio sia nel 2008 sia nel 2009, poi sempre assente fino a quest’anno, e per poco Stakhovsky non lo sbatteva a casa al primo turno. L’ucraino è arrivato a due punti dal successo, ma Stan si è ripreso e ha chiuso la settimana in bellezza. Con Djokovic ritiratosi nei quarti di finale, e Federer ancora alle prese con l’infortunio al ginocchio, Stan aveva una chance importante per mettere in bacheca il secondo titolo dell’anno (e 500 punti preziosi), e pur non emozionando non se l’è lasciata sfuggire. “È stato il mio miglior match del torneo – ha detto il vincitore, giunto a Dubai da solo – anche se ho dovuto lottare fino alla fine, fino a un tie-break pazzo. Ci tengo a fare i complimenti a Marcos che è un amico, e spero che possa giocare a questo livello per tutto l’anno”. Soddisfatto anche il cipriota, che nelle fasi finali ha pagato un po’ di scarsa abitudine a certi incontri. “Pensavo che sul 3-2 (e servizio, ndr) il match fosse in controllo, invece ho subito due break e perso il set. Poi credo di essere stato poco fortunato nel tie-break finale, ma match come questi mi aiutano a credere nel mio tennis. Devo entrare in campo pensando da subito di potercela fare, non iniziare a farlo dopo i primi tre o quattro game. È una questione di abitudine, Stan in questo genere di incontri ha più esperienza di me”. Lo dimostra il fatto che, pur avendo chiuso con ben 42 errori gratuiti (a fronte di solo 18 colpi vincenti), il campo gli ha comunque dato ragione. E, specialmente in finale, è l’unica cosa che conta.
ATP 500 DUBAI – FINALE
Stan Wawrinka (SUI) b. Marco Baghdatis (CYP) 6-4 7-6
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