Fra i duelli del week-end spicca il “classico” Australia-Stati Uniti, le due squadre più titolate di sempre. Non si sfidano dal ’99, quando in campo c’erano gli attuali capitani. Djokovic già al venerdì, due top-10 a Birmingham. Mentre Noah tiene fuori entrambi i suoi.Non capita spesso di avere sei top-ten al via del primo turno della Coppa Davis. Di quelli “arruolabili”, visto che la Spagna di Nadal e Ferrer non è nel Gruppo Mondiale, mancano solo Roger Federer e Stan Wawrinka, per la gioia dell’Italia opposta a una Svizzera di riserva. Tuttavia, la “prima” dell’edizione 2016 regala delle sfide intriganti anche dove non sono presenti i campionissimi. Italia-Svizzera a parte, di cui vi racconteremo direttamente da Pesaro, li abbiamo analizzati tutti. In rigoroso ordine d’interesse.
AUSTRALIA – STATI UNITI (Kooyong Lawn Tennis Club, Melbourne, erba)
Corsi e ricorsi storici al mitico Kooyong, la casa spirituale del tennis australiano. Non solo per la sede, teatro di numerose vittorie storiche in Coppa Davis, ma anche perché si affrontano le due nazioni più titolate nella storia dell’Insalatiera (32 gli States, 28 l’Australia) e per un curioso dato legato ai due capitani. L’ultima apparizione in Davis di Jim Courier, nel 1999, coincide infatti con la prima di Lleyton Hewitt, all’esordio sulla panchina dei canguri 17 anni dopo aver giocato (e vinto) due singolari contro gli Stati Uniti nel Massachusetts. Ed è stato pure l’ultimo precedente fra le due signore della Davis. Il forfait dell’ultimo minuto di Nick Kyrgios, bloccato da un virus, più un fastidio alla schiena e un altro all’anca, ha portato ‘Rusty’ a inserirsi in formazione, ma il capitano – fresco di pensionamento dopo aver detto addio all’Australian Open – non ha fatto scherzi. Nella prima giornata sulla sacra erba del Kooyong entreranno in campo Sam Groth e Bernard Tomic, opposti rispettivamente a John Isner e Jack Sock. Il match inaugurale si annuncia una vera e propria battaglia a suon di servizi, difficile da leggere a priori, mentre nel secondo singolare Tomic sembra avere qualcosa in più di Sock. Le statistiche dicono che in realtà ci ha perso tre volte su tre, ma l’erba potrebbe dargli un aiuto fondamentale, così come la lunga distanza, ideale per sopperire a qualche passaggio a vuoto. Nel doppio ci sarà l’esordio dello specialista John Peers, insieme a Groth. Contro Bob e Mike Bryan non avranno un compito facile, ma i gemelloni statunitensi non sembrano più quelli imbattibili di qualche anno fa. E poi c’è il talismano Kooyong: contro gli Stati Uniti l’Australia ci hanno giocato dieci volte, perdendo solamente in un’occasione.
GRAN BRETAGNA – GIAPPONE (Barclaycard Arena, Birmingham, cemento)
Andy Murray torna in campo per la prima volta da quando è diventato padre della piccola Sophia Olivia, e lo fa nella Birmingham dove nel 2002 la sua strada ha incontrato per la prima volta la Coppa Davis. Al tempo era un semplice quattordicenne di belle speranze in tribuna per la sfida contro la Svezia, stavolta sarà protagonista nell’unico "tie" con di fronte due top ten. Il cammino dei campioni in carica riparte dal Giappone di Nishikori, quartofinalista all’Australian Open e poi vincitore a Memphis di uno dei suoi titoli preferiti. “Mi sento bene – ha detto Kei alla vigilia – e anche se loro hanno appena vinto la Davis penso che avremo una chance”. Gli equilibri del sorteggio invece dicono il contrario, anche se all’ultimo i britannici hanno dovuto rinunciare al numero due Kyle Edmund, infortunato e rimpiazzato da Daniel Evans. Ma non è detto che sia una buona notizia, visto che Nishikori non ha affatto un bel ricordo del londinese, che nel 2013 lo superò nettamente al primo turno dello Us Open. Il numero due degli ospiti sarà invece Taro Daniel, ormai consolidato top-100, ma che preferisce la terra e non ha mai giocato un match importante come quello che lo attende domani contro Murray. Insomma, i britannici, che nella giornata odierna hanno ospitato durante l’allenamento il calciatore Darren Fletcher (il quale ha anche provato a rispondere a dei servizi di Murray) possono stare tranquilli. Difficilmente Nishikori farà due punti, ma anche se così fosse avrebbero comunque buone chance di vittoria negli altri tre match. A partire dal doppio, con (probabilmente) Jamie Murray e Inglot opposti alla coppia Nishioka/Uchiyama.
POLONIA – ARGENTINA (Ergo Arena, Gdansk, cemento)
Le polemiche dei giorni scorsi per l’eccessiva velocità del Rebound Ace della Ergo Area di Gdansk (giudicato regolare dalla verifica dei tecnici dell’ITF), lasciano spazio alla sfida dei debutti. Quello della Polonia, che dopo 80 anni di Coppa Davis abbraccia per la prima volta il Gruppo Mondiale, ma anche di tre giocatori. Per gli ospiti Guido Pella e Renzo Olivo, per i padroni di casa il 19enne Hubert Hurcakz, numero 602 del mondo, alla prima convocazione in Davis e subito impegnato nella giornata inaugurale contro Leonardo Mayer. Capitan Radoslaw Szymanik ha sperato fino all’ultimo di recuperare Jerzy Janowicz, alle prese con un problema al ginocchio, ma i medici gli hanno suggerito di evitare rischi e la sua assenza è manna dal cielo per gli argentini, che diventano ancor più favoriti. Dovranno stare attenti alla superficie molto rapida, ma si presentano con la miglior formazione possibile per affrontare un debuttante e Michal Przysiezny, buon giocatore e specialista dei campi rapidi, ma fermo da novembre per un problema fisico. “Non sono al 100% – ha detto – e se avessi dovuto giocare sulla terra, in Argentina, avrei declinato. Ma sul veloce indoor mi trovo a meraviglia, il campo mi avvantaggia e credo di poter vincere”. Avrà un compito difficilissimo contro Guido Pella, che sta attraversando il miglior momento della sua carriera ed è carico a molla per il debutto con la t-shirt dell’albiceleste. “Da noi la Coppa Davis è come una religione. Gioco a tennis da oltre 15 anni ma questa è sicuramente la settimana più eccitante della mia carriera”. I polacchi hanno un ottimo doppio con Kubot e Matkowski, ma dovranno fare i miracoli per vincere due singolari. Sembra veramente impossibile.
SERBIA – KAZAKHSTAN (Pionir Hall, Belgrado, cemento)
I serbi possono tirare un bel sospiro di sollievo: Novak Djokovic ci sarà, già nella prima giornata della sfida col Kazakhstan. Dopo il ritiro a Dubai per un’infezione agli occhi, il numero uno del mondo ha detto che avrebbe fatto il possibile per non mancare nella sua Belgrado, e ha mantenuto la promessa. Il problema non sembra ancora risolto del tutto, tanto che ‘Nole’ si è presentato alla cerimonia del sorteggio con gli occhiali da vista, ma negli allenamenti dei giorni scorsi non ha riscontrato particolari problemi. “Sto bene – ha detto – e sono felice di essere qui, visto che i primi giorni dopo il rientro da Dubai ero un tantino scettico”. Il tennis tornerà alla Pionir Hall (più piccola rispetto alla Kombank Arena del titolo del 2010) a quasi 30 anni dall’ultima volta, quando l’allora Jugoslavia superò la Danimarca per 4-1. Difficile che il Kazakhstan possa fare meglio dei danesi di allora, contro di fatto la stessa formazione che si aggiudicò l’Insalatiera nel 2010, con Djokovic e Troicki in singolare e Zimonjic in doppio. Insieme a quest’ultimo, il cui debutto risale addirittura al '95, capitan Obradovic ha scelto Filip Krajinovic, per un doppio che probabilmente potrà già chiudere i conti. I kazaki si sono preparati in una sorta di ritiro a Vienna e sono arrivati a Belgrado con largo anticipo, ma Nedovyesov non avrà chance con 'Nole', mentre Kukushkin può giocarsela con Troicki, ma non è certo favorito. Questa Serbia può vincere il titolo.
GERMANIA – REPUBBLICA CECA (Tui Arena, Hannover, cemento)
La deludente sconfitta al primo turno della scorsa edizione è destinata a rimanere un caso isolato. Nella Repubblica Ceca torna Tomas Berdych e con lui ambizioni di spessore, per un team già due volte campione negli ultimi quattro anni. Si gioca alla Tui Arena di Hannover, nell’area che ha ospitato l’Expo del 2000 e pure quattro edizioni del Master di fine anno, dal 1996 al 1999. Gli ospiti sono al gran completo e la presenza di Berdych porta tutti i favori del pronostico dalla loro parte, contro una Germania che schiera due ottimi giocatori ma è priva di assi. Alexander Zverev sta crescendo alla grande, è a un passo dai primi 50 e nelle ultime settimane ha fatto grandi cose sul veloce al coperto, ma non è ancora pronto per trascinare la squadra. Contro Berdych ci ha appena lottato per tre set a Marsiglia, ma non significa che possa ripetersi sulla lunga distanza, anche col fattore campo dalla sua parte. Più aperto il primo singolare, fra Rosol e Kohlschreiber. Parte favorito il tedesco, per un probabile 1-1 dopo la prima giornata che sorriderebbe agli ospiti, favoriti nel doppio e (quasi) sicuri del punto di Berdych alla domenica. In doppio i tedeschi schierano Dustin Brown (al debutto nel Gruppo Mondiale) e lo specialista Philipp Petzschner, la Repubblica Ceca risponde con Radek Stepanek e – al momento – Jiri Vesely, probabilmente destinato a lasciar spazio a uno dei compagni.
BELGIO – CROAZIA (Country Hall du Sart-Tilman, Liegi, terra)
Alla vigilia della sfida il capitano croato Zeljko Krajan non si è nascosto: “quest’anno possiamo fare qualcosa di importante”. Magari non vinceranno il titolo come nel 2005, guidati da uno splendido Ivan Ljubicic, ma con un top player quale Marin Cilic, l’astro nascente Borna Coric e Ivan Dodig, campione Slam in doppio, possono guardare lontano. I campioni in carica del Belgio avranno di nuovo (è l’ottava volta nelle ultime dieci sfide) il vantaggio di giocare in casa, nella stessa arena di Liegi che lo scorso anno ospitò il primo turno con la Svizzera, ma spaventano fino a un certo punto. Goffin a parte, che comunque domenica contro Cilic non partirà favorito, il capitano Johan Van Herck è costretto a rinunciare all’eroe della semifinale del 2015 Steve Darcis, e come secondo singolarista ha preferito all’estro di Ruben Bemelmans la maggiore regolarità del 22enne Kimmer Coppejans, che precede il connazionale nel ranking ma ha molta meno esperienza. In singolare ha giocato solamente una volta a punteggio acquisito, e difficilmente potrà dar fastidio a Cilic. Probabile l’1-1 della prima giornata, che renderà fondamentale (ma forse non decisivo) il doppio. Il cittì belga ha indicato Ruben Bemelmans e il debuttante Arthur De Greef, mentre Krajan ha scelto Ivan Dodig e Franko Skugor, inserito all’ultimo momento al posto dell’acciaccato Marin Draganja. Ma non è da escludere che entrambe le coppie possano cambiare con l’innesto dei due numeri uno. Per i croati salire 2-1 sarebbe probabile garanzia di successo: sull’eventuale 2-2 Coric partirebbe favorito contro chiunque.
FRANCIA – CANADA (Vélodrome Amédée Detraux, Guadalupa, terra)
Ormai è chiaro: Yannick Noah vuole far parlare di sé. Non che sia una novità, ma l’ha confermato scegliendo prima di giocare la sfida col Canada nell’isola di Guadalupa, un capriccio che secondo l’Equipe è costato alla FFT circa tre milioni di euro, e poi schierando in singolare i due giocatori con la classifica peggiore. Non che sia un grosso problema, visto che la spedizione nel dipartimento francese delle Antille (curiosamente molto più vicino alla nazione ospite che alla Francia europea) conta su quattro top-20 e il Canada è senza Milos Raonic, ma comunque un segno di quanto l’ex vincitore del Roland Garros ci tenga ad attirare l’attenzione. Così in campo nella prima giornata non ci andranno i top ten Jo-Wilfried Tsonga e Richard Gasquet, indicati per il doppio, bensì Gael Monfils e Gilles Simon. Come accennato, gli equilibri non dovrebbero cambiare di una virgola, perché i canadesi si sono presentati al caldo dei Caraibi con da numero uno Vasek Pospisil e da due Frank Dancevic, buoni giocatori che però sono inferiori ai francesi, e sulla terra battuta perdono gran parte del loro valore. La loro missione sembra ancora più difficile di quella della Svizzera in Italia, tanto che il clima all’interno del team francese è particolarmente rilassato, e nella giornata di ieri i giocatori si sono addirittura dilettati con una partitina a calcetto. Non bastasse l’assenza di Raonic, nel Canada manca anche il doppista Daniel Nestor. Completano il team i modesti Philip Bester e Adil Shamasdin.
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