Se mai il tennis dovesse inserire un quinto Slam, beh, non ci sarebbero dubbi. I numeri, le potenzialità e le strutture di Indian Wells sono già all'altezza (se non meglio…) degli attuali Major. Il caso del golf femminile. Ma è quasi impossibile che succeda. 

Chi conosce il tennis lo ripete ogni anno. Se davvero ci fosse spazio per un Quinto Slam, non ci sarebbero dubbi: Indian Wells. Giocatori, tifosi e stampa sono rimasti colpiti dall'impressionante crescita messa in atto da Larry Ellison, proprietario del torneo dal 2009, che però non sembra interessato a dare la caccia ai quattro Major. Tuttavia, i numeri e i dati sono tutti a suo favore. In verità, il concetto di Grand Slam si è evoluto nel corso del tempo. Fu stabilito in forma un po' arbitraria negli anni 30, quando l'affermazione fu presa in prestito dal bridge per definire il possibile successo di Jack Crawford ai Campionati degli Stati Uniti dopo aver vinto in Australia, Francia e Gran Bretagna. La nascita di un quinto Slam non sarebbe una novità assoluta, poiché è stato fatto qualcosa del genere nel golf femminile. La LPGA (Ladies Professional Golf Association) ha aggiunto l'Evian Championships (guarda caso, un ex sponsor di Maria Sharapova…) a British Open, Us Open, PGA Championships e ANA Inspiration. La scelta è stata giustificata così da Mike Whan, commissioner della LPGA: “Abbiamo preso un evento che era già tra i più grandi del gioco, con una splendida atmosfera, che aveva già un grande campo di partecipazione”. Ad eccezione della location (Indian Wells si trova nel deserto della California, non distante da Palm Springs, e non può certo competere con Melbourne, Parigi, Londra e New York), il BNP Paribas Open possiede tutti i requisiti. Osserviamoli nello specifico.

 

CAMPO DI PARTECIPAZIONE

E' sostanzialmente identico a quello degli Slam. Ci possono essere dei forfait, ci mancherebbe, ma i migliori sono iscritti d'ufficio. Tra le donne, addirittura, è inserito nell'elite dei tornei Mandatory (cioè obbligatori). I forfait sono dovuti esclusivamente a ragioni fisiche (o disciplinari, come nel caso della Sharapova). Per intenderci, Roger Federer ha sempre inserito Indian Wells nel suo calendario, mentre non lo ha fatto con Miami. La verità è che i tennisti adorano il torneo: sia gli uomini che le donne lo hanno nominato come torneo preferito, sia nel 2014 che nel 2015. Nessun altro evento può vantare un gradimento del genere. E poi c'è l'affluenza del pubblico: se Us Open e Australian Open sono ancora lontani, con oltre 700.000 spettatori alla volta, Indian Wells ha già superato il Roland Garros e non è così distante da Wimbledon. Lo scorso anno ha accolto 456.672 persone contro le 491.084 dei Championships. E l'eventuale espansione del “site” non sarebbe certo un problema. I tabelloni a 96 giocatori, tuttavia, tolgono affluenza ai primi giorni (in cui si giocano le qualificazioni): in caso di tabelloni a 128, probabilmente i dati sarebbero ancora maggiori. La tendenza è impressionante: in meno di 10 anni, l'affluenza è più che raddoppiata.

 

LE STRUTTURE

Da quando Larry Ellison ha acquistato il torneo, l'aggiornamento è stato repentino e continuo. Tra le cose più visibili c'è stata la creazione di un secondo stadio da 8.000 posti, più ristoranti e gli interventi al centrale, ma ci sono state anche migliorie non visibili al pubblico: lounge per giocatori e giornalisti, servizi extra e misure di sicurezza per i vip. Il punto di riferimento è Wimbledon: Ellison vorrebbe ricreare in tribuna qualcosa di simile rispetto al Royal Box di Wimbledon, laddove siedono decine di star planetarie. Per adesso si sono seduti accanto a lui personaggi come Bill Gates e John McEnroe. E poi c'è la capienza del centrale: soltanto l'Arthur Ashe Stadium di New York è più grande. Con i suoi 16.100 posti a sedere, Indian Wells vanta una capienza maggiore rispetto a quelli di Wimbledon, Australian Open e Roland Garros.

 

IL PRESTIGIO

Quello arriverebbe con l'ipotetico upgrade. Indian Wells non ha una grande storia: eventi come Roma, Monte Carlo, Amburgo, Canadian Open e persino Cincinnati sono più antichi e quindi definibili come “prestigiosi”. Dovesse essere equiparato a uno Slam staccherebbe tutti gli altri e si godrebbe lo status senza però cambiare più di tanto. Sarebbe un po' come sposarsi: sul piano pratico non cambierebbe molto, ma la percezione della gente sarebbe molto diverso. Intendiamoci: è quasi impossibile che accada. Il tennis è clamorosamente attaccato alle tradizioni e attaccare il potere costituito è impresa ardua e nemmeno conveniente. Indian Wells non sembra avere intenzione di fare richieste del genere, e non ci sono idee di in questo senso. Ma se c'è un torneo che lo meriterebbe, al di là delle chiacchiere, sarebbe proprio il BNP Paribas Open.