Persino un ex ministro accusa di doping lo spagnolo: “Il suo stop del 2012 era chiaramente una squalifica per doping”. Il suo clan si ribella e promette battaglia legale. Rafa: “Sono sempre stato pulito”. Tutte le volte che hanno fatto allusioni su di lui. 

Come se non bastasse il polverone generato da Maria Sharapova, l'argomento-doping torna prepotentemente d'attualità grazie a Roselyn Bachelot, Ministro dello Sport in Francia tra il 2007 e il 2010, anni del governo di Nicolas Sarkozy. Interpellata dal canale TV D8, la Bachelot ha lanciato un attacco frontale, senza allusioni. Facendo nomi e cognomi. “Quando vedi un tennista fermo per un po' di mesi, significa che è risultato positivo a un controllo antidoping. Non è sempre così, ma spesso – ha tuonato la Bachelot – nel tennis non vengono resi noti i test positivi e nemmeno le sanzioni, ma curiosamente ci dicono che i giocatori si procurano infortuni che li tengono fuori per mesi. Ad esempio, si sa che che il famoso infortunio di Nadal, che si è fermato per sette mesi, aveva sicuramente a che fare con un test antidoping risultato positivo”. Le frasi della Bachelot sono arrivate rapidamente allo spagnolo, impegnato in una tavola rotonda con i giornalisti alla vigilia del Masters 1000 di Indian Wells. Rafa ha tagliato corto: “Mi è già capitato di ricevere accuse di questo tipo in passato e sono stufo. Io sono pulito, non ho mai pensato di fare qualcosa di sbagliato. Quando ero infortunato, ero infortunato. Punto”. Le frasi della Bachelot hanno messo in moto persino la politica, scatenando la replica di Miguel Cardenal, presidente del Consiglio Superiore dello Sport spagnolo. Quest'ultimo ha scelto l'arma dell'ironia, ricordando come la Bachelot non abbia più incarichi di un certo livello da parecchi anni. “Sono sicuro che si renderà conto dell'errore e che chiederà scusa”. Le scuse, tuttavia, non dovrebbero evitarle una querela per diffamazione. Secondo “Cope”, infatti, il maiorchino avrebbe già preso contatto con i suoi avvocati per intraprendere un'azione legale. Giocherà il torneo di Indian Wells, peraltro già vinto in tre occasioni, ma poi si riunirà con il suo team per capire il da farsi per tutelare la sua immagine. In effetti le accuse sono gravi e non sono supportate da alcun tipo di prova.


"QUESTA DONNA E' UN'IMBECILLE"

Uno che non ha peli sulla lingua è Toni Nadal, zio-coach del numero 5 ATP. Intervenendo a una trasmissione radiofonica, ha confermato che il clan Nadal intraprenderà un'azione legale contro la Bachelot, definita senza mezzi termini “imbecille”. “Non sono sorpreso da quello che dice la gente della strada, ma mi sembra incredibile che un'ex ministro dica queste cose. Non so per quale ragione lo abbia fatto, ma è evidente che non conosce il tennis e il mondo dello sport”. In questo momento, gli avvocati di Nadal stanno studiando il da farsi. “Anziché dimostrare la colpevolezza, bisogna dimostrare la propria innocenza. Questa donna è un'imbecille. Rafa è oggetto di molti controlli ogni anno, ma non farebbe niente di male neanche se non fosse ma controllato. Lui crede in uno sport pulito. Se il caso della Sharapova è diventato pubblico, perché non fanno altrettanto con Rafa se sono convinti che sia così?”. Non è la prima volta che il nome di Nadal viene associato al doping. Come abbiamo scritto tempo fa, se si digitano le parole “Nadal” e “doping” su Google escono milioni di risultati. Appena ha iniziato a vincere con continuità nel tour, nel 2005, tanti hanno pensato che la sua carriera non sarebbe stata così lunga per il suo stile così dispendioso. Eppure, tra una rincorsa e l'altra, oggi sta vivendo la 569esima settimana consecutiva tra i top-10. Il tutto nonostante una serie di infortuni, soprattutto alle ginocchia. Lo stop più lungo è arrivato nel 2012, dopo la sconfitta a Wimbledon per mano di Lukas Rosol. Si scoprì che la lesione al tendine rotuleo del ginocchio sinistro era cronica. Si è dunque sottoposto a iniezioni di PRP (plasma ricco di piastrine), ma il recupero è stato piuttosto lento. Secondo i suoi più fervidi detrattori (la Bachelot è solo l'ultima in ordine di tempo), sarebbe stato uno stop dovuto a una positività. Il fatto che nel 2013 abbia vissuto una stagione incredibile, forse la migliore della sua carriera, ha alimentato i sospetti di chi non lo ama. Vediamo da dove sono arrivate le accuse più pesanti. Una storia lunga quasi 10 anni.

 

 

2006: dopo il secondo successo al Roland Garros, un articolo di Philip Chassepot sul Journal du Dimanche mette in giro la voce che ci fossero tennisti tra i clienti di Eufemiano Fuentes, il dottore che avrebbe dopato parecchi ciclisti. Finì con il giudice che impose il divieto di nominare i clienti del dottore (ciclisti a parte), alimentando più di un dubbio. Va detto che fu lo stesso Nadal, ann dopo, a dire che gli sarebbe piaciuto conoscere i nomi.

 

2009: è la volta della stampa italiana. In particolare, La Stampa pubblica nove foto (il link originale non è più raggiungibile) che testimonierebbero la perdita di massa muscolare dello spagnolo (che però si era fermato dopo la sconfitta contro Soderling a Parigi). In effetti, alle ATP World Tour Finals di quell'anno parve piuttosto magro e non vinse un set. Le domande sulla sua perdita di peso divennero un tormentone, tanto da esasperarlo e fargli dire: “Volete che mi pesi davanti a tutti?”. L'anno dopo, grazie alle prime cure ricostituenti alle ginocchia tramite ormoni della crescita (permesse dalla WADA a scopo terapeutico), Rafa torna quello di prima.

 

2012: Una trasmissione satirica del canale francese Canal+ ha mandato in onda uno sketch in cui si faceva chiaramente riferimento a un Nadal dopato: un pupazzo con le sue sembianze si ferma a un distributore di benzina, beve una bottiglia d'acqua poi, dopo aver urinato nel serbatoio dell'auto, quest'ultima parte a tutta velocità. Ci furono polemiche e qualche scusa, poi Rafa intervenne a una trasmissione spagnola nel febbraio 2012 e sentenziò che doparsi, al giorno d'oggi, è impossibile a causa dei controlli antidoping molto stringenti. La stessa trasmissione lo avrebbe poi preso nuovamente di mira.

 

2013: L'austriaco Daniel Koellerer, reduce da una squalifica a vita per scommesse, dice senza mezzi termini che non è possibile tornare dopo sette mesi e vincere 10 tornei su 13. Sempre quell'anno uscirono le dichiarazioni di due ex giocatori belgi: Cristophe Rochus e Kristof Vliegen. Il primo rispose a una domanda sul doping, dicendo che su Nadal era legittimo nutrire sospetti“Vinci il Roland Garros e poi un mese dopo non puoi più giocare? Mi sembra strano…”. Anche allora, il belga incassò lo stesso epiteto rivolto oggi da Toni Nadal alla Bachelot: “imbecille”. Qualche mese dopo, Vliegen arrivò a dire di aver visto la famigerata lista del dottor Fuentes, dcendo di essere rimasto sorpreso da alcuni nomi e di aver avuto "bisogno di 48 ore per riprendersi”.

 

2015: In occasione dell'ultimo Roland Garros, la famosa rivista satirica “Charlie Hebdo” ha dedicato una copertina al tennis “dopato”. L'immagine rappresenta un giocatore con siringhe sparse in tutto il corpo e, sia pure senza nessuna citazione, l'immagine ricorda in qualche modo Rafa Nadal.