Nella conferenza stampa di Doha Andy, quasi incredulo, ha riflettuto sul suo incredibile inizio di stagione, e sulla sua abilità nel salvare matchpoint. L’anno scorso aveva perso tante partite tese, ma ha saputo insistere e tenere duro. Ed è stato ricompensato

A 35 anni, le partite come quelle sta vincendo in questo inizio di 2023, Murray probabilmente non pensava mai di giocarle. Due cinque set da brividi a Melbourne, con il matchpoint salvato a Berrettini e poi la storica marationa (5 ore e 45 minuti) con Kokkinakis, qui a Doha per ora quattro turni tutti lottati in tre set – Sonego, Zverev, Muller, Lehecka – con un totale di 8 matchpoint salvati: tre contro Lorenzo al primo turno, cinque addirittura ieri dopo il 6-0 del primo set che per una volta sembrava preludere ad una partita sprint. «Non riesco a credere di esserci riuscito – ammette persino lui – non so come ho fatto a ribaltare la partita. Voglio dire, in realtà, sul 5-4 penso di aver giocato molto bene la maggior parte dei match point. Poi, sì, anche il tie-break è stato molto combattuto. Mi viene da sorridere perché è stato un inizio d’anno incredibile. Non mi era mai capitato in tutta la carriera di giocare così tante partite».

Qual è il segreto per annullare tanti matchpoint, gli chiedono: «Penso che conti il modo in cui ti avvicini a quei momenti, come se ci fosse una certa calma in quelle situazioni, perché ti ci sei ritrovato spesso in poco tempo. Quindi sai come devi cercare di giocare, diventa un po’ un’abitudine. Ci vuole un pizzico di fortuna, e forse il segreto sta anche un po’ nella mente dell’avversario. Sul 5-4, quando sono rientrato in partita sul 40-30 e poi quando sono tornato in parità, ho pensato: “Beh, so che l’esperienza può aiutarmi. E so che se stai servendo per un match e perdi tre matchpoint, inizia a sentire il nervoso e la pressione. È normale. Sapevo che quel game non sarebbe stato facile per lui., e ha commesso un paio di errori in quel momento. Il momento era passato dalla mia parte, poi ho servito con le palle nuove e anche questo mi ha aiutato, sono riuscitoi a tenerlo sotto pressione».

Ora lo aspetta la finale con Medvedev: un traguardo non scontato neppure per Andy a inizio settimana. «Sapevo che stavo giocare bene. Mi sono allenato molto benen nelle due settimane prima di venire qui. Ma sarebbe anche potuta finire in modo molto diverso. Ero sotto di tre matchpoint nel primo turno, avrei potuto perdere contro Zvereve e con Lehecka. Ma il modo in cui ho giocato nei momenti davvero importanti, nei momenti critici, ha dimostrato che c’è una fiducia e una convinzione nel mio gioco che mi mancava da un po’. Il mio anno avrebbe potuto essere molto diverso… Voglio dire, Berrettini ha sbagliato un colpo molto facile sul matchpoint dell’Australian Open. Se Kokkinakis avesse chiuso quando ha servito sul 5-3 nel terzo set, avrei potuto essere eliminato al secondo turno. Ma questo, sì, è uno degli aspetti positivi di questo sport: le cose possono cambiare molto rapidamente. A metà e alla fine dell’anno scorso ho perso molti incontri equilibrati, a Cincinnati o agli US Open, a Gijon o a Parigi, o nella finale di Stoccarda, in semifinale a Surbiton. “Non appena inizierò a vincere – mi sono detto – la situazione cambierà rapidamente, perché non posso continuare a perdere così tante partite. Sono felice di aver avuto ragione e spero che continui così».