Qualcosa sta cambiando per Hiroki Moriya. Quando è sbarcato a Bergamo, si pensava che condividesse la programmazione con l’altro giapponese Go Soeda. Invece le loro strade si sono incrociate per puro.La pagina Facebook di Hiroki Moriy VIDEO: Moriya vince a Calcutta Il tweet polemico di Fognini 

BERGAMO – Qualcosa sta cambiando per Hiroki Moriya. Quando è sbarcato a Bergamo, si pensava che condividesse la programmazione con l’altro giapponese Go Soeda. Invece le loro strade si sono incrociate per puro caso. Soeda si diverte a giocare in Europa, mentre Moriya ha scelto di investire su se stesso. Il piccolo Hiroki (è alto appena 170 centimetri) è arrivato al classico bivio di metà carriera: vivacchiare (e in Asia è ancora più facile che in Europa) oppure tentare il salto di qualità. Il 25enne di Tokyo ha scelto la seconda via. In tanti anni di professionismo non è mai andato oltre la 143esima posizione e un solo titolo challenger, a Granby, nel 2014. La ragione è chiara: tanti tennisti giapponesi si costruiscono un buon ranking giocando in Asia, ma la loro crescita termina lì. Difficilmente tentano fortuna in Europa, dove il tennis è ancora più complicato, dove c’è il vero professionismo. Hiroki lo ha capito e ha scelto di rischiare. Si è scelto una base in Spagna, La Mecca del tennis mondiale, e si è tuffato nel circuito europeo. E’ da qui che parte la sua crescita, l’avvicinamento ai tanto sospirati top-100, obiettivo di qualsiasi aspirante professionista. Al Trofeo Perrel-FAIP di Bergamo (42.500€, Play-It) sta facendo ottime cose ed è nei quarti dopo il successo su Marton Fucsovics, grosso il doppio di lui e vincitore di una vecchia edizione di Wimbledon Junior. E’ stata una partita molto combattuta, piena di lunghi scambi da fondocampo. “Contro Fucsovics avevo perso un mese fa in Australia, so che gioca bene e che avrei dovuto effettuare un miglioramento importante. Sono contento di avercela fatta” ha detto Moriya dopo aver firmato il 7-6 2-6 7-5 finale ed essersi concesso una lunga sessione di defaticamento in palestra. Come tanti connazionali, il giapponese ha costruito gran parte della sua carriera nei tornei asiatici. Stesse facce, stessi giocatori, poche prospettive di crescita. “L’anno scorso ho giocato male, ho vinto poche partite e così ho deciso di cambiare – racconta Moriya – adesso sto provando a stabilire una base di allenamento in Europa. Mi sto allenando a Barcellona e a Bergamo mi accompagna coach Miguel Gonzalez. E’ vero, di solito la mia programmazione si limita a Giappone, Cina, a volte Corea…adesso voglio cambiare e provare posti nuovi e diversi. Credo che giocare più tornei possibili in Europa sia la cosa migliore”.

ANDRO’ PIU’ A RETE, PROMESSO!”
La scelta ricorderebbe quella del connazionale Taro Daniel, che da anni vive e si allena a Valencia. Tuttavia, Moriya tiene a fare una precisazione. “Ho un ottimo rapporto con Taro, parliamo spesso, ma io continuo ad allenarmi in Giappone. Lui ha fatto una scelta ben previsa stando in Spagna, mentre io la utilizzo come supporto quando mi trovo in Europa. Ho iniziato l’anno scorso: cinque giorni tra un torneo e l’altro, mi sono trovato bene, così ho passato un’altra settimana a Barcellona prima di venire a Bergamo. Ma la mia base resta in Giappone”. Vedi giocare Moriya e sembra di ammirare un Nishikori in miniatura. La gestualità è simile, anche se Moriya è più piccolo e mingherlino. D’altra parte, mentre Nishikori si è forgiato alla scuola della fatica di Nick Bollettieri, lui è rimasto nel Sol Levante. “Adoro i campi come quello di Bergamo, rapidi e con rimbalzi bassi. Esaltano il mio tipo di gioco”. Però capita che resti troppo a fondocampo, anche quando l’avversario accorcia e c’è la chance di andare a rete. “E vero! Devo migliorare molto su questo aspetto. Domani cercherò di andare a rete più spesso, lo prometto! Quanto a Nishikori, la sua presenza è fondamentale per tutto il tennis giapponese perché è lui a prendersi ogni responsabilità, così gli altri giocatori giapponesi possono crescere tranquilli. Ci conosciamo, capita di parlare e per me è sempre fonte di ispirazione e motivazione”. In effetti i risultati ci sono: al pari di Soeda (già certo dell’assenza), anche Moriya non dovrebbe giocare il match di Davis contro la Gran Bretagna. Il motivo è semplice: “Ci sono alcuni giovani che possono affiancare Nishikori e un buon doppio. In futuro spero di tornare a far parte del gruppo”. Intanto c’è una sfida complicatissima contro lo svizzero Marco Chiudinelli, prossimo avversario dell’Italia in Coppa Davis. Tra l’altro, l’elvetico ha assistito a buona parte del match contro Fucsovics. Il piccolo Hiroki parte sfavorito, ma se dovesse rispondere al meglio…chissà.

BERGAMO FINISCE SU ESPN!
Mentre il tabellone si allinea ai quarti di finale, il Trofeo Perrel-FAIP è sulla bocca di tutti per l’incredibile volèe dietro la schiena tirata mercoledì sera da Dustin Brown. Nel pomeriggio di giovedì, la responsabile dei challenger per conto dell’ATP, Johanna Langhorne, ha preso contatto con il direttore del torneo Marco Fermi per comunicargli che il filmato è diventato virale. Lo hanno inserito nel canale Youtube dell’ATP e nella home page dello stesso sito dell’associazione giocatori, che vanta milioni di clic. Il colpo è già stato trasmesso dal ESPN, uno dei colossi televisivi più importanti al mondo, ed è probabile che venga proposto anche da Sky Sports, prestigiosa pay-tv britannica. Un trionfo per un torneo che continua a far registrare record di pubblico: basti pensare che la prima semifinale di doppio si è giocata alle 11 del mattino davanti a circa 500 spettatori, tra cui molti ragazzi delle scuole.