Brian Baker ha un avversario. Ci fosse un ranking ATP dei più sfortunati di sempre, l’americano vedrebbe il suo primato minacciato da Tommy Haas. Da Charlotte, North Carolina, il tedesco ha informato del nono intervento chirurgico della sua carriera. Ormai va sotto i ferri con la stessa frequenza con cui va a cena. Eppure, nonostante i 38 anni appena compiuti e un fisico che fatica a passare i metal detector degli aeroporti, Tommy non ha nessuna intenzione di mollare. Sta pianificando un altro ritorno. C’è una buona notizia: per una volta, non lo hanno martoriato alla spalla. Al Carolinas Medical Center Mercy Hospital di Charlotte lo hanno operato all’illice del piede destro. I fastidi erano iniziati lo scorso ottobre, durante un allenamento a Shanghai. Capite? Nemmeno in partita! Il problema si è poi aggravato durante il match contro Kevin Anderson. Faceva fatica ad appoggiare il piede per terra e andava in crisi ogni volta che si doveva spostare lateralmente. Nonostante tutto, Tommy non ha interrotto l’attività. La settimana successiva ha giocato a Vienna, ma la situazione è peggiorata. I medici gli hanno consigliato di riposare, ipotizzando che il dolore derivasse da una leggera frattura.
Ma i fastidi non si limitavano al campo da tennis: c’erano problemi anche nella vita di tutti i giorni. Gli faceva male nel tentativo di correre, persino quando camminava. Non è stato facile prendere la decisione di operarsi. “Ma ero consapevole del fatto che sarebbe stato necessario anche se non avessi più giocato a tennis”. A 38 anni, uno stop del genere potrebbe significare ritiro. Ma Haas, padre di una bambina di 6 anni (l’anno scorso si era parlato di una seconda gravidanza della moglie Sara Foster), a mollare non ci pensa nemmeno. Si era iscritto ad alcuni tornei sul rosso: Monaco di Baviera, anche Roma (dove sarebbe entrato grazie al ranking protetto). Sembrava che la scelta di operarsi lo avrebbe privato di un altro paio di mesi di tornei. Alla vigilia dell’intervento, il suo manager Alexander Stohr aveva ipotizzato un rientro per la stagione su erba, magari per il torneo di Stoccarda al via il 6 giugno. Invece ha scoperto che la riabilitazione richiederà almeno sei mesi. Andando fretta potrebbe tornare a ottobre, ma Haas ha spiegato che potrebbe attendere fino al 2017. Di certo la parola “riabilitazione” non lo spaventa. Gli otto interventi del passato gli avevano rimesso in testo spalle, cuffia dei rotatori, gomiti, fianchi e caviglie. “Devo soltanto far trascorrere il processo di guarigione” ha detto, novello Lapalisse. L’obiettivo è chiaro: chiudere alle sue condizioni, scegliere quando giocare l’ultima partita. Vuole regalare altre emozioni e ricordi alla figlia Valentina, e magari giocare ancora una volta i suoi tornei del cuore. Quelli in Germania, certo, ma anche il BNP Paribas Open di Indian Wells. Larry Ellison, proprietario del torneo, è un suo ottimo amico. “So che esiste la possibilità di non tornare – ha sospirato – sarà molto dura, ma non c’è dubbio che ci proverò”. Complimenti.