Un po’ a sorpresa, dopo il successo contro Roberto Bautista-Agut, Roger Federer aveva messo tutti in guardia: “Mi sento piuttosto stanco, senza particolari energie”. Un avviso di quello che sarebbe potuto succedere, ed è puntualmente successo, contro Jo-Wilfried Tsonga nei quarti del Monte Carlo Rolex Masters. Appena c’è stato bisogno di sudare, di stare in campo oltre due ore a lottare per andare a prendersi la vittoria, è subito arrivata una sconfitta: 3-6 6-2 7-5 e ottima chance sfumata per andare subito in fondo a un torneo. Ma c’è poco da preoccuparsi. Roger ha perso contro un ottimo giocatore, che in passato l’aveva già battuto cinque volte e sa come fargli male, col suo tennis iper rischioso fatto di bordate da fondo campo. Non ruba l’occhio, a volte è tanto grezzo da sembrare un po’ goffo, ma quando gli ingranaggi girano a dovere son dolori per tutti, specialmente in territorio francese. L’aria di casa lo aiuta a rendere ancora meglio, e si è visto nelle fasi finali dell’incontro. È successo tutto dal 5-4 al terzo in avanti, dopo un buon primo set di Federer e un secondo dominato dal francese. Consapevole di non aver più molto da spendere Roger ha provato a chiuderla lì, aiutato anche da un doppio fallo di Tsonga ad aprire il decimo game, ma sul 30-30 non è riuscito a concretizzare una mezza occasione e il rivale ha tenuto il servizio, presentandosi più forte che mai nel successivo. E lì è arrivato un vero e proprio calo di Federer, fisico, mentale e anche tattico, con un paio di soluzioni affrettate e altrettante discese a rete da evitare, che gli sono costante lo strappo decisivo. Consegnato il break sembrava finita, invece dalla racchetta di Roger sono passate ancora un paio di chance. Prima lo 0-30 sul 6-5, poi una facile volèe di diritto da chiudere sul 30-30. L’ha messa in rete, ha scaraventato una pallina in tribuna e si è preso uno dei pochissimi warning di tutta la carriera, preludio al punto del k.o. di qualche secondo dopo.
“MADRID E ROMA? VEDREMO”
In sintesi, Federer ieri non ha mentito. In campo ha dato l’impressione di star bene, ma una con la sua esperienza si è accorto subito di aver ben poca autonomia, e ne ha avuto ragione quando è rimasto senza benzina nelle fasi finali. Anche per questo, in conferenza stampa è apparso sereno e tranquillo. Gli è capitato anche dopo alcuni match da dimenticare, ma stavolta è parso ancor più lucido del solito, quasi immaginasse già di sedersi davanti ai microfoni nel ruolo di sconfitto. “Ho giocato un buon torneo, un buon match anche oggi. Sono felice. Questa settimana mi lascia molte cose positive”. A onor del vero se ne va una discreta chance di mettere finalmente le mani su uno dei pochi Masters 1000 che gli mancano, ma è pur sempre il primo torneo dopo oltre due mesi di stop. Glielo si può perdonare. “Ora – ha aggiunto – valuterò insieme al mio staff i piani d’allenamento per le prossime due settimane, quindi deciderò cosa fare per Madrid e Roma”. A naso, e anche alla luce dei suoi programmi per il 2016 (che prima di essere scombussolati dall’infortunio prevedevano solo Roland Garros più un torneo in preparazione da definire), è probabile che giochi o alla Caja Magica o al Foro Italico, con preferenze sull’appuntamento spagnolo per almeno tre motivi: è più lontano dai French Open in termini di calendario, si gioca in leggera altura, e gli può dare praticamente sempre la certezza di giocare di giorno, mentre a Roma gli tocca spesso la sera, con quell’umidità che la sua schiena tollera ben poco. Prima di salutare, Federer ha lanciato anche una piccola frecciatina all’amico-rivale Nadal: “Dopo l’eliminazione di Djokovic, ‘Rafa’ è sicuramente il favorito per il titolo”. Viste le condizioni di Murray ha ragione, ma occhio ai francesi: Tsonga sta giocando alla grande e Monfils pure, bravo ad approfittare del varco di tabellone lasciato da Djokovic per bissare il risultato di dodici mesi fa e regalare alla Francia un derby con vista sulla finale, dopo la comoda vittoria contro la sorpresa del torneo Marcel Granollers. In 47 anni di era Open, il torneo ha avuto un solo vincitore francese: Cedric Pioline nel 2000. Che sia giunta l’ora di trovargli un compagno?
MASTERS 1000 MONTE CARLO – Quarti di finale
Jo-Wilfried Tsonga (FRA) b. Roger Federer (SUI) 3-6 6-2 7-5
Gael Monfils (FRA) b. Marcel Granollers (ESP) 6-2 6-4
Vince Tsonga, ma sorride anche Roger
Per Federer sfuma una buona chance: resta senza energie nel finale e si arrende a Jo-Wilfried Tsonga. Però è comunque soddisfatto: “Torneo ricco di aspetti positivi”. Per Tsonga derby con Monfils.