L’inatteso derby francese, nelle seconda semifinale a Montecarlo, che vede Monfils contrapposto a Tsonga, dura poco più di un’ora. Poco più di un’ora di un incontro a senso unico, finito 6-1 6-3 per ‘Lamonf’ e condito anche dai fischi del pubblico, non molto soddisfatto al cospetto di tale messa in scena. Tutto troppo facile per Gael che, anche mettendoci del suo, approfitta di una giornata di eclissi totale di Jo, sceso in campo abulico e con il piglio di chi ha già perso ancor prima di giocare la prima pallina. L’incipit della partita è già un’avvisaglia di ciò che sta per accadere. Serve Tsonga e subito c’è il break, alla prima occasione utile concessa a Monfils. Il tasso di follia in campo è di certo altissimo. Imprevedibile cosa possa accadere e quando, tra due contendenti del genere. Gael appare però più concentrato. Semifinalista anche lo scorso anno, questa volta non ha intenzione di lasciarsi sfuggire la terza finale in un 1000, a sei anni di distanza dall’ultima a Bercy. Tiene il servizio e quindi si ritrova, con Jo in battuta, la possibilità di uccidere il set. Tsonga fatica a tenere la pallina in campo ed è sin troppo semplice, per Monfils, ritrovarsi avanti 3-0. Un 3-0 pesantissimo. Talmente semplice, che sul 40-0 e quindi tre palle per il 4-0, Gael si distrae. Regala il palcoscenico a Tsonga che, unico squarcio di luce in un match imbarazzante, regala cinque vincenti uno più bello dell’altro. Ma uno squarcio di luce non è abbastanza per tener testa al suo avversario. Tsonga ritorna a servire. Spreca la palla del 2-3 con una palla corta, talmente corta che nemmeno arriva alla rete. E con un’altra, ancora peggiore, offre la palla del 4-1 (la terza del game) a Gael. Che ringrazia e ritorna a condurre con due break di vantaggio. Questa volta Monfils non si lascia impietosire e conferma il doppio break. E chiude poi il set, con un ulteriore break, a zero. Dinanzi uno Tsonga davvero improbabile, che inanella gratuiti e giocate (non si contano i drop shot che non superano la rete) prive di senso, raccogliendo fischi dagli spalti.
UN FRANCESE FINALE DOPO 16 ANNI
Monfils tiene il servizio d’apertura nel secondo set. Si aspetta qualche timido, flebile segnale di vita dall’altra parte della rete. Jo si è reso fino a questo momento pessimo autore di venti errori non forzati. Ma riesce, per la prima volta in questo match, a tenere il servizio, impattando sull’1-1. Si assisterà finalmente ad un incontro di tennis? Tsonga manda due sue racchette ad incordare. Anche se i suoi problemi, oggi, sembrano risiedere ben altrove. E la conferma arriva pochi istanti dopo. Ancora un game disastroso. Ancora errori con il dritto, con il rovescio, e Monfils prende il largo anche nel secondo set. Tutto troppo facile. E la facilità non è stata mai prerogativa nella carriera di un incosciente come Monfils. Gael ha il secondo passaggio a vuoto nel match. E restituisce il break, sul 4-2. Siamo in dirittura d’arrivo. Jo serve per pareggiare i conti. Per dare un senso a questa semifinale mai davvero cominciata. Ma perde per la sesta volta il servizio, condendo il game con un’altra sequela disarmante di errori. E manda Gael a servire per il match. Monfils vede i titoli di coda. Per risvegliare l’indispettito pubblico, prova a piazzare il primo doppio fallo dell’incontro sul 30-30. Ma rischiare di riaprire questa partita sarebbe davvero troppo anche per lui. Annullata la palla del 4-5, arriva il primo match point, mancato di pochi centimetri. E quindi il secondo. E il derby francese finisce qui. Nelle mani di Gael, primo finalista francese a Monte Carlo dal successo di Pioline nel lontano 2000. Alla sua 24esima finale in carriera, e contro il redivivo Nadal, cercherà di rimpinguare l’esiguo bottino di cinque vittorie. L’ultima delle quali più di due anni or sono a Montpellier. Difficile giudicare la prestazione di Tsonga. Nella sua versione forse peggiore mai palesata nel circuito.
MASTERS 1000 MONTE CARLO – Semifinale
Gael Monfils (FRA) b. Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 6-1 6-3