Magari succedeva anche in passato, ma non c’erano gli occhi onnivori delle telecamere e la vetrina di Youtube. Oggi bastano poche decine di euro per acquistare un telefonino con videocamera e il Grande Fratello si è esteso su scala globale. Succede anche nel tennis, dove nell’arco di pochi giorni si sono verificati un paio di episodi curiosi. Buoni per farsi una risata, ma anche forieri di riflessioni. Prendiamo il sedicesimo Future stagionale in Turchia, ad Antalya. Durante il match di qualificazioni tra il britannico Imran Aswat (n. 1532 ATP) e l’iraniano Majid Abedini (senza classifica), una videocamera impicciona ha ripreso la sfuriata di quest’ultimo. Squalificato sul punteggio di 6-0 2-0 per l’avversario, ha letteralmente inseguito il supervisor in preda a un raptus di follia. Il filmato postato su Youtube mostra il supervisor che corre alla disperata fuori dal campo, inseguito da Abedini. Una volta rimasto in campo, come un leone in gabbia, il giocatore ha preso le recinzioni a calci e racchettate mentre gridava contro l’ufficiale di gara. Nel rispetto della trasparenza promessa dal neopresidente Dave Haggerty, l’ITF ha emesso un comunicato sull’accaduto. “E’ stato emesso un avviso di garanzia a carico del tennista Majid Abedini a seguito di un incidente avvenuto durante l’ITF Pro Circuit ad Antalya, Turchia, domenica 17 aprile. Abedini è stato sospeso in via provvisoria, in conformità con la nostra politica di Welfare. Inoltre è oggetto di un’indagine. A seguito delle indagini, ogni sanzione aggiuntiva sarà comunicata”. E’ probabile che l’iraniano subirà una lunga squalifica e che non lo vedremo più in un match del tour professionistico. Non dovrebbe essere una gran perdita, visto che a 29 anni non ha mai passato le qualificazioni di un Future.
Per certi versi è più curioso – perché indecifrabile – quanto accaduto al challenger di Savannah durante il match tra Donald Young e il russo Daniil Medvedev (che non è parente dell’ex top-5 ATP). Medvedev è stato squalificato sul 4-1 nel primo set, ma le modalità sono state quantomeno curiose. Sul 3-1 Young, il russo ha avuto a disposizione una palla break. Era convinto di aver vinto il punto con un colpo nei pressi della linea e si era già seduto al cambio di campo. Chiamata da Young, la giudice di sedia (una corpulenta signora di colore) scende a controllare il segno. Si discute a lungo fino a quando si stabilisce che la palla era fuori. A quel punto Medvedev dice qualcosa. La versione più accreditata è che abbia detto: “So che siete amici, ne sono sicuro”. Però non ha alzato la voce e non ha generato alcuna – apparente – reazione. Ovviamente Young si è aggiudicato il game e, al cambio di campo sul 4-1, è arrivato in campo il supervisor Keith Crossland. Dopo aver scambiato due parole con la giudice di sedia, si è recato da Medvedev e gli ha comunicato la decisione della squalifica. Hanno parlato per circa un minuto e mezzo, dopodiché il russo si è recato al suo angolo e ha accettato il verdetto con sorprendente tranquillità. Ha stretto la mano a Young e persino alla giudice di sedia. Delle due, l’una: o si è reso conto di aver oltrepassato il limite con le sue parole, oppure ha mostrato un notevole autocontrollo. In rete qualcuno ha ipotizzato che le sue affermazioni possano essere state di natura razzista, ma è un’ipotesi tutta da verificare. Intanto Young è giunto nei quarti e prosegue nella sua rincorsa alle Olimpiadi, facilitata dal forfait di John Isner. Eh sì, aveva proprio ragione Enrico Becuzzi: “Oggi si sa tutto di tutti: fino a qualche anno fa, certe cose sarebbero passate del tutto inosservate”.