Ci voleva Rafa per bloccare la serie positiva di Kei Nishikori al Conde Godò: una bella finale, piena di situazioni interessanti, incorona Nadal per la nona volta nella terra del “nemico” Barcellona. Ma non c’è calcio che tenga: i catalani sono fieri di lui e gli hanno tributato l’ennesima ovazione.

Sorride Rafa. Sorride Zio Toni. Sorride la mamma in tribuna. Sorridono i tifosi. Sorridono tutti.
Rafa Nadal è tornato. Intendiamoci, non nella sua versione migliore. Quella che ha mietuto Slam su Slam, eterna nemesi di Federer (prima) e spauracchio di Djokovic (poi). Quel Rafa Nadal è oramai perso. Rimasto confinato solo nell’immaginario collettivo. Ma è tornato a far paura. E non ci si può più distrarre ed affrontarlo, sicuri che la sua racchetta scorrerà lungo il fiume. L’abbiamo visto a Montecarlo, e soprattutto oggi, nella finale di Barcellona contro Kei Nishikori. E’ probabile che il giapponese sia l’avversario più ostico capitatogli nelle ultime settimane. Ci mancava, certo non agli avversari, lo spagnolo con gli occhi della tigre. Gli occhi ricolmi di fiducia, occhi che sembravano essersi spenti, dopo l’inopinata sconfitta al primo turno dell’Australian Open. Seguita da de profundis e coccodrilli. E titoli di coda scritti sin troppo repentinamente. Nono successo in casa, per Rafael Nadal. Dopo il nono successo ottenuto a Montecarlo. E 49 titoli sulla terra battuta, proprio com il poeta Guillermo Vilas. Nishikori, vincitore delle due precedenti edizioni, ha potuto poco o nulla. Dopo due ore e 4 minuti di un incontro equilibrato, persin combattuto, ma che il giapponese non ha mai dato l’impressione di poter indirizzare a suo favore. In verità, Rafa è partito un po’ in sordina. Spesso falloso, specie con il dritto, ancora lontano dall’essere l’arma devastante di un tempo. Inevitabile che arrivino le occasioni, per Kei. Al terzo gioco, dopo qualche errore di troppo del maiorchino, ci sono due palle break per il giapponese. Rafa non cede allo sconforto e attinge dalla rabbia agonistica. Gran servizio, splendido dritto e il pericolo è scampato. E, come ai bei tempi, dopo essersi salvato, eccolo pronto ad aggredire l’avversario. Bastano un paio di ottime accelerazioni di rovescio e il break è cosa fatta. Set messo in cascina? No. Nadal è vivo e lotta insieme a noi. Ma è ancora vulnerabile. Kei si riprende il maltolto senza nemmeno faticare troppo, con un paio di risposte da applausi che lasciano lo spagnolo nella terra di nessuno. Tutto in parità. E si arriva al momento chiave, del set e forse dell’incontro. Rafa serve sul 3 pari e si ritrova a fronteggiare tre palle break consecutive. Parenti, nemmeno troppo lontane, di un set point. Ma il giapponese spreca tutto. Tre errori di rovescio sono un regalo troppo grande e troppo costoso, al cospetto dello spagnolo. Che ringrazia, si porta sul 4 a 3 e approfitta del regalo dei suoi dei, al decimo gioco, quando al primo set point offertogli da Nishikori, piazza un innocuo passante di rovescio sul nastro e mette completamente fuori causa il nipponico.

Se il primo set è stato combattuto, il secondo è una vera e propria battaglia. Kei piazza il break in apertura, poi è Rafa a fare il bello e il cattivo tempo. Tre game consecutivi, l’interminabile e avvincente quinto gioco, diciassette punti, nel quale Nadal cancella due palle del controbreak e riesce a concludere solo alla settima opportunità. Issandosi sul 4 a 1. Incontro finito? Sembrerebbe, ma Nishikori non ne vuol sapere. Approfitta dei passaggi a vuoto, ancora ben presenti, nelle gesta e nei colpi di Rafa. Si issa sul 4 pari. Tutti si chiedono se le certezze di Rafa siano abbastanza forti dal non crollare, da un momento all’altro. Ma il primo a cedere è proprio Kei. Il primo campanello d’allarme sul 4 a 5, con il primo match point offerto all’altare del maiorchino. Qui il giapponese è bravo ad accelerare col rovescio lungolinea e a chiudere con una deliziosa smorzata di dritto per poi impattare sul 5 pari. Ma la seconda occasione, ad un passo dal tiebreak, Rafa, non se la lascia scappare. Con la collaborazione del giapponese. Che non chiude un paio di punti di una facilità esacerbante e poi mette in rete la palla per cancellare il matchpoint. Rafa si inginocchia e sorride. E ride durante la premiazione, a corollario delle solite banalità di rito. Certo, ora lo si aspetta al varco. A Madrid e a Roma, ma soprattutto a Parigi. La fiducia e una ritrovata condizione atletica bastano ed avanzano per mettere a fila Moncarlo e Barcellona. E potrebbero bastare anche per i prossimi Masters 1000. Sempre che Djokovic non torni a fare sul serio.

ATP 500 BARCELLONA – Finale
Rafael Nadal (SPA) b. Kei Nishikori (GIA) 6-4 7-5