La crescita dei vari Thiem, Kyrgios e Zverev è continua ma non travolgente. E allora i favoriti del Madrid Open sono gli stessi, da Novak Djokovic ad Andy Murray, passando per Rafa Nadal. Lo spagnolo arriva con la carica giusta dopo Monte Carlo e Barcellona. “Non ho più l’ansia dell’anno scorso. E il mio problema non è Djokovic”.

Mentre le pulzelle hanno già sporcato i campi della Caja Magica, in virtù di una finale prevista al sabato, il Masters 1000 al maschile deve ancora entrare nel vivo. Alcuni top-player esordiranno addirittura mercoledì. E’ un torneo importante, quello di Madrid. Ci farà capire se il tennis proseguirà nella stessa direzione degli ultimi mesi, oppure se sono maturi i tempi per qualche mini-rivoluzione. I tornei di questa settimana hanno lanciato i nomi di tre future stelle, che peraltro le sono già un po’: in rigoroso ordine di classifica, Dominic Thiem, Nick Kyrgios e Alexander Zverev. Hanno fatto vedere belle cose ma si sono incagliati sul più bello. L’austriaco ha lasciato il titolo di Monaco di Baviera a Philipp Kohlschreiber, mentre gli altri due si sono bloccati in semifinale. E allora può esserci spazio per l’ennesima restaurazione. Più che Roger Federer, i cui obiettivi stagionali arriveranno più in là, le domande sono tre:

Novak Djokovic tornerà a dominare in un torneo che non gli è troppo amico? La sua unica vittoria risale al 2011, poi alla Caja Magica ha raccolto soprattutto decisioni, fino alla scelta di non giocare nel 2013 e nel 2014.

Andy Murray può cogliere un altro grande risultato sulla terra battuta? Il senso comune vuole che il rosso sia la sua peggiore superficie e forse c’è qualcosa di vero, ma in realtà ha splendide armi per domarla. Senza dimenticare la possibilità di giocare senza pressione né grosse aspettative. Lo scorso anno intascò una bella vittoria proprio a Madrid.

Rafael Nadal è pronto a tornare il cannibale rosso di qualche anno fa? Le indicazioni di Monte Carlo e Barcellona farebbero propendere per il sì, ma il suo grosso problema si chiama Novak Djokovic. Se riesce a a mettere in riga gli altri, contro il serbo ha enormi difficoltà tecnico-tattiche. Ci ha perso 10 degli ultimi 11 scontri diretti e questo dice tutto.


Per Rafa è un torneo importante. Madrid lo ama, forse più che Barcellona. Vuoi perché tifa Real, vuoi perché in Catalogna ci sono spinte indipendentiste che fanno storcere il naso a qualche aspirante rivoluzionario. A Madrid lo spingono, lo adorano. Due anni fa fu il calore della gente e disintegrare Kei Nishikori. Dopo una settimana vissuta intensamente anche fuori dal campo (tra denunce a ex-ministri e richieste all’ITF sui test antidoping), Rafa si sta allenando da un paio di giorni alla Caja Magica e sostiene di avere buone sensazioni. Nella sua prima conferenza stampa, con accanto Manolo Santana (direttore del torneo e intestatario del Campo Centrale: è il Pietrangeli spagnolo), ha subito affrontato l’argomento Djokovic. Perché la sensazione diffusa è che il serbo sia l’unico davvero in grado di batterlo. “Novak fa il suo percorso e io faccio il mio. Nel 2011 lui era stato il mio problema, ma l’anno scorso no. Il mio problema era l’assenza dalle grandi finali. In queste settimane ho ripreso a giocarle. Sono soddisfatto del livello espresso a Indian Wells, Monte Carlo e Barcellona. Dovessi giocare con Djokovic sarebbe una notizia eccellente perché vorrebbe dire che sono in finale”. Fedele al suo personaggio, il maiorchino ha spiegato di non avere obiettivi a lungo termine ma soltanto il desiderio di lavorare giorno per giorno. La notizia importante, per i suoi sostenitori, arriva dalle condizioni fisiche. Nadal tiene a precisare di stare bene. “E’ così da due anni. L’anno scorso i miei unici problemi erano di tipo mentale. Ero pieno di ansia, ma è già passato tutto. Nelle ultime settimane ho giocato contro i migliori e l’ho fatto bene. E poi Madrid è il torneo dove trovo maggiore sostegno del pubblico”. Per non lasciare nulla al caso, in settimana si è allenato con Andy Murray nella sua accademia di Manacor.