La nostra Number One viene nettamente sconfitta dalla solidità di Johanna Konta. Se ne va anche l’ultimo pezzo di azzurro da un torneo disastroso per l’Italia. Per la prima volta nell’Era Open non c’è nemmeno un azzurro al terzo turno.– Ieri sera stavo, come al solito, da Trilussa, il ristorante dei giocatori a Trastevere, quando ho incrociato Filippo Volandri, che due ore e mezza prima aveva rischiato l’ennesimo capolavoro sul Centrale di Roma, arrivando vicino a battere un top 10 duro sul rosso come David Ferrer. Una prestazione talmente convincente da fargli dubitare sui suoi propositi di ritiro a fine anno. È venuto quindi spontaneo ricordargli come qualche azzurro si esalti su quel campo, altri ne vengono schiacciati. Lui ha convenuto, ricordando anche la sconfitta subita da Fabio Fognini contro un abbordabile Garcia-Lopez. Stessa sorte è toccata oggi alla nostra Number One, Roberta Vinci che, con Fognini, ha in comune la richiesta alla direzione del torneo di giocare sul campo Pallacorda ricevendo in cambio un niet e il Centrale come campo di gara.
 
Già poco avvezza al rosso e con una preparazione atletica incerta, la pressione di questo campo (che sia chiaro, è un limite dei giocatori che però l’organizzazione potrebbe in certi casi eliminare) ha finito col bloccare totalmente Robertina, incapace di variare coi suoi tagli e perfino in grado di sbagliare volée elementari, lei che è la miglior volleatrice del circuito.
 
Nel primo set, ha preso quello che noi chiamiamo cappotto e gli americani bagel, la focaccetta col buco in mezzo che si vende sulle strade di New York e che ricorda uno zero. Un set dove la Vinci ha raccolto solo 7 punti.
 
Sotto subito di un break anche nel secondo parziale, il pubblico romano si è dimostrato quantomeno indulgente con la ragazza, a differenza di quanto accade con i suoi colleghi, al punto che un doppio fallo della Konta ha riportato ai fasti del passato quando è scoppiato un lungo applauso che deve avere un filino scosso la Vinci che, di riffa o di raffa, è andata avanti di un game (3 a 2). Tenue fuoco di paglia perché la Konta sa fare quattro cose: servire, tirare dritto e rovescio con forza e precisione e correre una maratona, se necessario: può sembrar poco per chi apprezza la fantasia ma è ciò che serve per vincere i match e lei, queste quattro cose, le sa eseguire piuttosto bene e con invidiabile continuità. Alla fine, contro una Vinci che tirava piano e in centro (va detto), la Konta ha accumulato 30 vincenti su 101 punti giocati, una percentuale altissima. 
 
Con questa sconfitta, si cancella anche l’ultima chiazza di azzurro del torneo, e per la prima volta nell’Era Open l’Italia non avrà neanche un giocatore al terzo turno. Ma questo è un discorso che affronteremo presto, in altre righe.

WTA PREMIER ROMA – Secondo turno
Johanna Konta (GBR) b. Roberta Vinci (ITA) 6-0 6-4