A SPASSO PER IL FORO – Una vittoria e dodici sconfitte: è il desolante bilancio del tennis italiano agli Internazionali BNL d’Italia. Preoccupazione per il futuro in gonnella e…per Bolelli. I punti per ricaricare i dispositivi elettronici e le avventure al desk per il rilascio accrediti…viste da dietro il bancone.

Non poteva andare peggio, con una sola vittoria su un totale di tredici partite. Non c’erano grandi speranze per Andreas Seppi, mentre la sconfitta di Roberta Vinci è stata troppo netta per non essere dolorosa. Johanna Konta – che non è una terraiola – le ha lasciato appena quattro giochi. Roberta era molto delusa e ha spiegato che il suo rovescio in slice, se non è giocato alla perfezione, diventa addomesticabile per le avversarie. “Corro come una scema, se non sono al top le altre si piazzano e mi mettono in crisi”. Ha ammesso di non essersi divertita, e ha ammesso che neanche il pubblico si è divertito. Normale che i giornalisti chiedessero un parere sulla Caporetto azzurra: sia lei che Seppi hanno parlato di “sfiga”, di “casualità”, di congiunzione astrale negativa. Il discorso può valere in campo maschile, mentre tra le donne c’è francamente da preoccuparsi. A maggior ragione tenendo conto dei dubbi di Roberta. Quando Lorenzo Baletti le ha chiesto se la vedremo al Foro anche nel 2017, d’istinto ha detto: “Boh!”. Poi ha fatto un lungo discorso in cui ha manifestato una serie di dubbi. Molto dipenderà da ranking, sensazioni e motivazioni di fine anno. Alla fine, ha concluso con un “ni”, non prima di aver chiesto di non farsi mettere in bocca la parola “ritiro”. “In fondo ho appena perso una partita”. Seppi è partito ad handicap sia nel primo che nel secondo set. Ha provato a rimontare, ma il “gap” era eccessivo. La “tattica della pantera” (ovvero partire con 3-4 game di svantaggio), come la definisce un suo (sfegatato) web-tifoso, non ha funzionato. Le sensazioni sono tutto sommato discrete “anche se c’è ancora molto da fare, sia fisicamente che tennisticamente”. Il problema riguarda il doppio, sia in chiave Davis che in chiave Olimpiadi. Seppi-Fognini hanno giocato un match onesto, perdendo al super-tie break contro Marach-Matkowski. Ma Bolelli serve, servirebbe molto. C’è un mistero sulle sue reali condizioni, allora abbiamo provato a chiederlo a Seppi. “In questi giorni non l’ho sentito, l’ultima volta è stato prima di Roma. Non stava giocando a tennis, ma faceva soprattutto bicicletta, mi ha mandato anche una foto. La sua speranza sarebbe di tornare per Parigi”. Ma al Roland Garros, intanto, giocheranno ancora Seppi-Fognini. Può essere un problema. Se ci passate il termine, in vista di Rio de Janeiro, quelle che dovevano essere le nostre migliori cartucce (doppio maschile e doppio femminile), rischiano di essere un gran…casino.

I FURBACCHIONI DEL PASS E I BAMBINI DI MURRAY
E’ bello, passeggiare per il Foro Italico. Si respira aria pulita ed è fin piacevole rinunciare a qualche comfort, se è il dazio da pagare per avere un impianto pieno zeppo di spettatori. Ci sono stati momenti in cui tutti i campi erano colmi in ogni ordine di posti (salvo il Grandstand). Passeggiando tra stand e luoghi di ristoro, ci siamo resi conto che l’energia elettrica è diventato un bene di prima necessità, quasi come il cibo. Gli smartphone sono un’estensione delle nostre braccia ma consumano parecchia batteria, quindi gli organizzatori hanno predisposto alcuni punti in cui è possibile mettere sotto carica i dispositivi elettronici. Sembrano delle piccole cabine telefoniche. Siamo certi che il pubblico – soprattutto i più giovani – avranno apprezzato. Più in generale, c’è una maggiore pulizia: oltre ai cestini d’ordinanza, ne hanno messi alcuni provvisori che vengono svuotati con sufficiente regolarità. Non ci sarà l’ordine perfetto di altre parti del mondo, ma la situazione è più che accettabile. Anche se – a volte – la pulizia dipende dal comportamento del pubblico. Gli Internazionali BNL d’Italia sono un evento sempre più trendy, al punto che ognuno vuole esserci. A tutti i costi, e con ogni mezzo. E quello che abbiamo appreso facendo due chiacchiere presso uno dei desk dove vengono ritirati gli accrediti. Capita spesso che qualcuno si presenti, senza aver fatto richiesta, e chieda un pass giornaliero mostrando solo il tesserino da giornalista. All’ovvio diniego, è successo qualcuno se la prendesse. “Quest’anno no, ma negli anni passati è capitato che qualcuno fosse portato via quasi di peso”. La libidine psicologica di entrare gratis fa gola a molti, anche a dispetto delle regole. “Durante questo torneo, invece, è venuta una signora millantando conoscenze importanti per avere il suo pass. Quando le abbiamo dato il numero dell’ufficio stampa e ha visto che non era un telefonino, ha desistito. Non è stata un genio di strategia: era già dentro, ma uscendo per chiedere il pass non è più potuta rientrare”. Si lavora alacremente all’ufficio accrediti, aperto ogni giorno dalle 9.30 alle 19, anche perché i soli pass riservati ai rappresentanti dei media sono ben 855, almeno fino ad oggi. La brutta notizia è che l’educazione media delle persone che si presentano ai suddetti sportelli è stata definita “medio-bassa”. Come quelli che chiedono un pass alle 7.30 del mattino o addirittura alle 10 di sera. Qualche minuto più tardi abbiamo incrociato un Andy Murray sorprendentemente solo: gli è venuto incontro un elegantissimo Ross Hutchins, in giacca e cravatta, ma tempo 10 secondi ed Andy è stato letteralmente circondato di bambini vocianti. Ne ha accontentati una buona parte. I campioni si vedono anche da queste piccole cose, specie quando le telecamere sono spente. Bravo Murray.