Federer prova a giocare sopra i problemi, ma Thiem non gli dà scampo, superandolo per 7-6 6-4. Una sconfitta che, viste le condizioni dello svizzero, è nell’ordine delle cose. “Felice che da ieri a oggi la situazione non sia peggiorata. Spero di recuperare in tempo per Parigi”. Ma sembra difficile che la situazione possa ribaltarsi in una decina di giorni. – “No Roger no party”, recitava uno striscione di un fan di Federer, in piedi all’ultimo anello della Tribuna Monte Mario, rifacendosi alla famosa pubblicità della Martini con George Clooney come protagonista. Il party degli Internazionali d’Italia è finito nel primo pomeriggio, sul Campo Centrale, con Dominic Thiem che ha spento la musica eliminando Federer con un 7-6 6-4 che non sorprende affatto. Onestamente, viste le condizioni in cui Federer si è presentato al Foro Italico, la sua presenza a Roma è durata fin troppo: quattro giorni di allenamenti (con numeri incredibili di spettatori per la sessione di sabato pomeriggio), un’ora e mezza mercoledì contro Zverev e una decina di minuti in meno oggi, a mezzo servizio. Proprio come all’esordio, il campione svizzero ha provato a giocare sopra i problemi, sfruttando la sua immensa classe, ma appena si è trovato di fronte un avversario un po’ più maturo la sua corsa agli Internazionali è terminata. Il suo “gioco, non gioco, gioco, non gioco” gli ha dato una mano contro Zverev, forse non ancora pronto per reggere certe pressioni, meno contro Thiem, che da buon austriaco freddo e rigoroso gli ha dato poco peso, consapevole di avere sul serio i mezzi per batterlo. E così è andata, in un match bruttino che nel primo set ha un tantino illuso i tifosi di Roger, con un break sul 2-2 (subito tornato indietro) e due palle consecutive per salire 6-5 e servizio. Lì Roger è arrivato all’apice di quello che poteva fare in modalità esibizione, con la schiena malandata, il servizio a tre quarti e un diritto troppo ballerino, poi Thiem ha capito che l’occasione era troppo grossa per limitarsi a una sconfitta onorevole, ha alzato livello e concentrazione, e per Federer è iniziata la lenta discesa verso la sconfitta. Nella conferenza stampa di ieri, Roger aveva avvisato tutti: “Mi piacerebbe vincere Roma, ma non quest’anno. Non ce la farò”. Era capitato veramente di rado, o forse mai, di sentirlo dire nel corso di un torneo che non si sentiva in grado di vincere il titolo, ma non c’era nulla di falso.

“A ROMA CERCAVO DELLE RISPOSTE”
Lo svizzero ha perso malamente il tie-break con un paio di erroracci e due diritti in back senza troppo senso, poi ha retto fino al 2-2 del secondo, continuando a giocare un sacco di smorzate (ieri redditizie, oggi meno) e buttandosi a rete spesso, segno che aveva veramente poco altro da dare. Ha azzardato addirittura un paio di SABR, la seconda a buon fine (ma grazie alla risposta steccata che ha messo in difficoltà il rivale), poi si è tenuto su col servizio nei propri game di battuta, ma in risposta non ha visto nemmeno l’ombra di una chance. Lo sapevano benissimo anche nel suo angolo come sarebbe finita: Ivan Ljubicic e Severin Luthi non l’hanno applaudito nemmeno quando sul 3-5 si è preso il game da 0-30, sparando un diritto inside-in di quelli che sanno giocare lui e pochi altri. “Sono felice – ha detto lo svizzero in conferenza stampa – che le sensazioni siano state le stesse di ieri, non peggiori. In questo torneo cercavo delle risposte, non il risultato. Sapevo di non essere pronto, ho fatto quello che ho potuto. Non poter giocare liberamente è frustrante, ma non bado molto alla tattica o a come ho giocato i punti. La delusione per la sconfitta passa dopo due minuti. In questo torneo volevo capire quali erano le mie condizioni e di cosa ho bisogno. Qualcosa di buono l’ho trovato: mi muovo bene, il tennis funziona, la mia mente sta bene. Contro Zverev ho sorpreso me stesso. Prima dell’inizio dei tornei sulla terra ero fiducioso, mi sono allenato molto bene. Mentre nelle ultime due settimane le mie ambizioni sono un po’ calate. Oggi valuteremo cosa fare in vista di Parigi: i prossimi dieci giorni saranno fondamentali. Per come sto giocando ora non mi aspetto grandi cose in vista del Roland Garros. Molto dipenderà dai prossimi giorni: la speranza è di recuperare in tempo”. Quella dei tifosi romani, invece, è che lo scambio di applausi all’uscita dal Centrale non diventi un addio. E, purtroppo, qualche sospetto c’è.

MASTERS 1000 ROMA – Ottavi di finale
Dominic Thiem (AUT) b. Roger Federer (SUI) 7-6 6-4