– Non ce ne voglia Johanna Konta, che dopo il successo su Roberta Vinci ha detto di essersi sentita “come un gladiatore”, ma nel tennis di oggi di gladiatore ce n’è uno solo, e risponde al nome di Novak Djokovic. Non lo scopriamo oggi e nemmeno quest’anno, ma lui non perde (quasi) mai l’occasione per mostrarsi di cemento, armato da una condizione fisica e mentale senza pari nella storia della racchetta. Il quarto di finale con Rafael Nadal agli Internazionali d’Italia ha rispettato i pronostici: era una finale anticipata e ha offerto il miglior match del torneo, destinato a rimanerlo fino alla fine. Un trionfo del tennis moderno: intensità, intensità e ancora intensità, e poi fisico e testa, a produrre un braccio di ferro di 2 ore e 24 minuti, colpo dopo colpo, punto dopo punto. Djokovic ne ha vinti appena tre in più ma li ha fatti bastare per prendersi la semifinale, passando 7-5 7-6 con la libidine di qualcosa come cinque set-point cancellati nel secondo set, uno dopo l’altro, e – soprattutto – a Rafael Nadal. Sarebbe curioso andare a vedere se, in tutta la carriera, al campione maiorchino era mai capitato qualcosa di simile, sull’amata terra battuta che quest’anno è tornata a dargli grandi soddisfazioni, ma ormai non è più solamente sua. Il Re è abdicato da un paio d’anni, e malgrado stia facendo di tutto per riprendersi il trono (e oggi ha giocato a un livello incredibile se paragonato solo a qualche mese fa), questo Djokovic è troppo forte anche per lui. Va sotto nel primo set, va sotto nel secondo, ma non finisce mai le batterie, e più il momento è delicato e più gioca bene. Provateci voi a fermare mister foga Nadal dopo aver fatto annusare la possibilità di farcela, oppure a strappargli un primo set nel quale è arrivato vicino al 5-2 e servizio, e poi un secondo condotto senza impicci fino al 5-4, nonostante qualche fastidio al piede sinistro e un medical time out per levare una fasciatura che gli stava togliendo sensibilità. È tornato in campo alla grande, è arrivato a tanto così dal terzo, ma l’ha mancato e si è inchinato al numero uno, una volta di più.
NON BASTANO NEMMENO CINQUE SET-POINT
Il discorso è sempre lo stesso, dal confronto numero 1 al 49, in attesa del cinquantesimo in arrivo probabilmente a Parigi: i duelli scazzottata possono piacere o meno, ma sono un grande spot per il tennis, oggi ancora di più visto il ritorno in chiaro sui canali Rai, a 14 anni dall’ultima volta. Se qualcuno si è imbattuto nel match facendo zapping, c’è da scommettere che abbia esitato un po’ prima di cambiare di nuovo canale, o magari non l’abbia fatto per niente, rimanendo incollato alla tv fino a una fine che sembrava lontana sul 5-4 del secondo, invece si è avvicinata man mano che Nadal mancava chance di prendersi il terzo. Sono state cinque, tutte finite in modo diverso (dritto lungo, smorzata in rete, smash di Djokovic, back in rete, rovescio largo) ma in fondo identico, ovvero nelle mani di un Djokovic semplicemente perfetto. Il serbo ha vinto il primo set da 2-4, chiudendo 7-5 al quarto set-point, con un punto che ha già fatto il giro del mondo. Nadal sembrava averlo vinto col dritto, poi con lo smash, il rovescio e la volée, invece l’ultima palla l’ha toccata lui, prima di esultare come se avesse vinto il torneo. È andato di nuovo sotto in apertura di secondo, spaccando una racchetta e beccandosi un warning da Carlos Bernardes, e fino al 5-4 non ha visto mezza chance. Ma quando è passato l’ultimo treno destinazione rimonta l’ha preso al volo, costruendosi un’occasione dopo l’altra e polverizzando a Nadal tutte le certezze accumulate fra Monte Carlo e Barcellona. Con un gran rovescio si è preso il 5-5, con un altro ha messo la firma sul successo, una decina di minuti dopo, al termine di un tie-break condotto dall’inizio. Nadal gli ha dato il 2-1 sbagliando una palla facile, e tanto gli è bastato per non farsi riprendere più. Sulla telecamera ha disegnato un cuore e ci ha scritto in mezzo “Roma ti amo”, anche se il messaggio che passa, oggi, è un altro. Lo stesso da un anno e mezzo, ma ribadito più forte che mai. Il padrone del tennis è Novak Djokovic, tutti gli altri si mettano in fila ad aspettare. Per quanto? Probabilmente un bel po’.
MASTERS 1000 ROMA – Quarti di finale
Novak Djokovic (SRB) b. Rafael Nadal (ESP) 7-5 7-6
È Djokovic il vero Gladiatore
Tennis stellare al Foro Italico: Djokovic-Nadal doveva essere il match del torneo e lo è stato, per 2 ore e 24 minuti a un’intensità incredibile. “Rafa” ritrova un tennis quasi d’altri tempi, ma “RoboNole” è inarrivabile. Il numero uno del mondo salva cinque set-point nel secondo, vince 7-5 7-6 e si dichiara alla Capitale: “Roma ti amo”. (Foto Sposito)