E’ sempre più vivo il dibattito sull’opportunità di riportare a Milano il grande tennis. Sede di un glorioso torneo ATP, che ha vissuto il suo periodo d’oro negli anni 80, oggi il capoluogo lombardo vive una situazione di relativa marginalità. Scomparso il torneo nel 1997, lo hanno rilanciato nel 2001 salvo perderlo definitivamente nel 2005. Da allora, la città ospita un torneo challenger presso l’Harbour Club e continua a organizzare alcuni tornei giovanili di assoluto valore: Il Trofeo Bonfiglio (Under 18, in corso proprio in questi giorni) e il Torneo dell’Avvenire (Under 16, quello che Rino Tommasi aveva definito “il torneo che non sbaglia mai un pronostico”). Un po’ poco per una città con grande tradizione e voglia di tennis. Però qualcosa sembra muoversi: nella conferenza stampa di fine Internazionali BNL d’Italia, Angelo Binaghi ha annunciato la candidatura italiana a ospitare il Masters ATP riservato agli Under 21. La joint-venture FIT-CONI vorrebbe acquisire il torneo e portarlo in una grande città del nord. Va da sé che le opzioni sarebbero Milano e Torino. A Milano c’è la tradizione, a Torino la felice esperienza di Italia-Croazia di Davis 2013, oltre a una buona scelta in termini di strutture, specie dopo le Olimpiadi Invernali del 2006. Binaghi è stato chiaro: qualora dovessimo vincere, molto dipenderà dalla disponibilità delle amministrazioni locali. E non c’è dubbio che con la Lombardia ci sia già un dialogo aperto, se non altro per la ventilata ipotesi (che però sembra tramontata) di spostare gli Internazionali proprio a Milano. Il problema di Milano, tuttavia, risiede proprio nelle strutture. Un problema che potrebbe esplodere in occasione dell’eventuale semifinale di Coppa Davis 2016. Ormai è noto: la FIT aveva ricevuto un paio di proposte e nel consiglio federale del 14 maggio è stata scelta proprio l’offerta di Milano. Lo Sporting Club di Milano 3 (Basiglio) ha avuto la meglio sul Tennis Club Napoli. L’incontro sarebbe eventualmente Italia-Serbia e si giocherebbe dal 16 al 18 settembre. Ovviamente non ci sarebbe nessun evento se l’Italia dovesse perdere a luglio contro l’Argentina, o se la la Gran Bretagna dovesse passare a Belgrado (un’ipotetica semifinale Gran Bretagna-Italia si giocherebbe in trasferta).
Ma dove si giocherebbe l’eventuale incontro, tenendo conto degli standard piuttosto severi richiesti dall’ITF? Tra l’altro, sarebbe la prima semifinale in assoluto ospitata dall’Italia da quando è stato istituito il World Group nel 1981. Ad oggi ne abbiamo giocate quattro, tutte in trasferta: nel 1996 in Francia, nel 1997 in Svezia, nel 1998 negli Stati Uniti (unica vinta) e nel 2014 in Svizzera. Pur essendo una città importante, Milano soffre una viva carenza di impianti. Si pensava al Mediolanum Forum di Assago, ma in quelle date è occupato. Il 16 e il 17 settembre, infatti, sono previsti due concerti della cantante Emma. In Repubblica Ceca erano riusciti a “liberare” la 02 Arena di Praga per ospitare una finale di Coppa Davis, ma non crediamo che a Milano possa succedere lo stesso. Tra l’altro, pochissimi giorni dopo l’impianto è “prenotato” da un evento tennistico, la maxi-esibizione benefica “Djokovic and Friends”, con il numero 1 ATP accompagnato da Rafael Nadal, Serena Williams, Flavia Pennetta e Fabio Fognini. L’unico altro impianto potrebbe essere l’ex Palalido, o meglio, il nuovo Palalido. Sede delle ultime edizioni del torneo ATP, è stato demolito nel 2011. I lavori di ristrutturazione sono iniziati subito, ma si sono protratti a lungo ed è notizia di questi giorni il fatto che ci vorranno almeno altri 10-12 mesi prima dell’inaugurazione (problemi burocratici con la ditta appaltatrice, che ha bloccato i lavori). Niente Davis, dunque, e niente basket né pallavolo. Al massimo, se ne potrà riparlare per l’eventuale Masters ATP Under 21 del 2017. Ammesso che i lavori siano finiti. Con l’ex PalaTrussardi abbandonato al più totale degrado, ci si domanda dove possa giocarsi l’eventuale finale di Coppa Davis. Mercoledì 18 maggio è uscito un articolo sul Giorno. Nel pezzo, a firma di Luca Talotta, ci si domanda sulle effettive capacità dello Sporting Milano 3 di allestire uno scenario di un certo livello. Insomma, l’eventuale semifinale di Davis a Milano è già un grosso interrogativo. Ad oggi, vien da pensare che l’idea sarebbe di giocare sulla terra battuta, all’aperto (a metà settembre si può fare), in un impianto provvisorio. Nella speranza che Milano possa trovare una sua stabilità anche nell’impiantistica sportiva. La città e gli appassionati lo meriterebbero.