Per il 20esimo anno di fila c’è la bandiera spagnola nei quarti del Roland Garros. Con Nadal fuori e gli altri tre sfavoriti agli ottavi, ci ha pensato il sorprendente Albert Ramos-Vinolas, mancino numero 55 ATP. Con un match perfetto ha steso in tre set un pessimo Raonic, regalandosi il primo quarto Slam. Lui che nei Major non era mai andato oltre il secondo turno…

Col Ferrer formato 2016 che rischia grosso contro Berdych, Bautista Agut chiuso da Djokovic e Granollers già miracolato ad essere agli ottavi di fronte a Thiem, in Spagna stavano già iniziando a tremare. C’era seriamente il rischio di non portare nemmeno un giocatore ai quarti del Roland Garros, come non accade addirittura dal 1996, invece è bastato il primo match degli ottavi per allungare a 20 la striscia positiva. E il merito è dell’uomo che non ti aspetti, quell’Albert Ramos-Vinolas che prima di mettere piedi a Parigi aveva vinto appena quattro match nei tornei del Grande Slam, giusto uno per parte, e nelle ultime quattro edizioni dei French Open – come ha detto lui stesso nell’intervista post-match – aveva sempre perso al primo turno. Stavolta, invece, il numero 55 del mondo ha fatto il miracolo. Prima Horacio Zeballos e Marco Trungelliti, poi Jack Sock e quindi Milos Raonic, sculacciato con uno splendido 6-2 6-4 6-4. Il match della vita al posto giusto e nel momento giusto, con un mix di fattori che gli hanno consegnato una poltrona in paradiso. Il campo pesante che ha rallentato i colpi e i movimenti di Raonic, il fastidio all’anca del canadese già accusato al turno precedente, ma anche una prova molto vicina alla perfezione. Gli appena 13 errori gratuiti in tre set sono un buon metro di giudizio, e guai a pensare che abbia lasciato far tutto a Raonic. Ha fatto lui gioco, spingendo col drittone mancino in uscita dal servizio, e si è difeso alla grande nelle – poche – occasioni in cui è stato il canadese a comandare. Raonic ha aperto il match con un ace a 220 all’ora, poi però ne ha trovati solamente altri sei, e sul finire del primo set (il peggiore) c’è stato addirittura un momento in cui il suo rendimento con la prima palla era inferiore al 50%: numeri da incubo per uno che fa un grande affidamento sul servizio. Se va male quello va male tutto: se arriva una risposta profonda (e ne sono arrivate parecchie) è più complicato aprirsi il campo col diritto dopo il servizio, quindi ci sono più punti da giocare senza le sue due armi preferire, quindi più pressione e via dicendo. E contro un avversario che regala zero, vincere diventa impossibile.

RAONIC REGALA, MA CHE BRAVO RAMOS
L’unico guizzo di Raonic è arrivato all’inizio del secondo set, quando ha strappato la battuta a Ramos ed è salito 2-0. Ma invece di diventare il “turning point” ha confermato tutte le difficoltà del nordamericano, mentre in tribuna i volti di Carlos Moya, del preparatore Dalibor Sirola e di John McEnroe (assunto a progetto: Wimbledon) diventavano via via sempre più grigi. Il numero 9 del mondo ha restituito il break nel game più lungo del match, con un paio di doppi falli, e poi è finito di nuovo all’angolo. Sul 4-4 si è consegnato sbagliando due diritti facilissimi, Ramos (come è stato per un periodo per l’ATP, prima di riavere anche il cognome della madre) ha ringraziato ed è salito 2 set a 0. Vincerne tre, con un’anca probabilmente dolorante e un avversario indiavolato, era praticamente impossibile. È bastato guardare come il 29enne di Barcellona ha cancellato le due palle-break offerte nel sesto game del terzo, prima servendo il primo (!) ace del match e poi sparando l’ennesimo diritto vincente. Il catalano, che condivide con Djokovic il “no” al glutine (ma lui è celiaco, il serbo no), ha fatto sempre la scelta giusta, giocando bene tutti i punti importanti, mentre Raonic ha fatto l’esatto opposto, confermando una certa involuzione rispetto ai grandissimi risultati di inizio stagione. Sul 4-4 ha consegnato di nuovo il break decisivo, commettendo con un’ingenuità tremenda sul 40-40, e quando sul 5-4, dopo aver salvato due match-point con una splendida difesa, ha avuto una palla per rimettere tutto in gioco, ha risposto piano in mezzo al campo, consegnandosi al 23esimo winner dello spagnolo. Col 24esimo, un ace, Ramos-Vinolas si è preso il terzo match-point, col 25esimo, uno smash, ha bocciato Raonic e chiuso nel modo più bello, prima di accogliere l’ovazione del Suzanne Lenglen e un tornado di emozioni: gioia, sorpresa, soddisfazione, incredulità, ma la meritata ricompensa a chi da anni sta al varco ad aspettare una chance.

“WAWRINKA? CI HO APPENA PERSO 6-1 6-1”
L’allievo di Josè Maria Diaz e Noe Losmozos aveva già battuto Federer lo scorso anno a Shanghai, ma questo quarto vale mille volte di più. E fa piacere che lo possa festeggiare il classico bravo ragazzo, tranquillo, educato, che si muove in punta di piedi. Si è fatto apprezzare in buona parte d’Italia giocando per anni tanti dei nostri Challenger (ne ha vinti quattro), e per capire la portata del suo risultato basta guardare ciò che gli vale. In un colpo solo si è preso il primo quarto Slam, l’assegno più corposo in carriera (294.000 euro), 360 punti che gli valgono il nuovo best ranking (sarà almeno 32), una testa di serie a Wimbledon e pure un posto alle Olimpiadi, visto che – Granollers permettendo – a fine torneo sarà numero 5 di Spagna, ma nei quattro grazie al “no” ai Giochi di Feliciano Lopez. Difficile chiedere di più. “Non ho parole per descrivere come mi sento – ha detto subito prima di autografare la telecamera –, sono veramente felice, ho giocato una grande partita. Negli ultimi quattro anni avevo sempre perso al primo turno, ora sono ai quarti. Probabilmente il clima mi ha aiutato, non posso dire come sarebbe andata in altre condizioni, ma ho risposto bene, ho servito tante prime: è stata una giornata perfetta. Il prossimo match? Per la prima volta non ho guardato il tabellone”. Gli hanno fatto presente che avrà uno fra Wawrinka e Troicki, e lui l’ha presa con filosofia. “Con Wawrinka ho perso 6-1 6-1 la scorsa settimana – ha detto ridendo –, sarà difficile in ogni caso. Ora però lasciatemi godere questo momento”. Ha ragione, il futuro può aspettare. Oggi a Parigi è il suo giorno.

ROLAND GARROS 2016 – Ottavi di finale
Albert Ramos (ESP) b. Milos Raonic (CAN) 6-2 6-4 6-4