Ray Wood, 36enne inglese trapiantato in Australia sta dedicando la vita alle sue figlie Livinnia, di sette anni, e Paloma, di due. Dopo vent’anni nel calcio, ha scoperto il tennis e ora sogna di costruire due delle più grandi campionesse della storia. Per farlo, ha stilato un piano di oltre 100 pagine per entrambe le bambine. “Posso fare meglio di Richard Williams”.

“Amante del Liverpool e del tennis. Attualmente sviluppando due delle più grandi tenniste che la terra abbia mai visto”. È la frase che campeggia nella biografia dell’account Twitter di Raymond Wood, un trentaseienne inglese che ha sposato una donna australiana e da anni vive a Brisbane, nel Queensland, dove sta coltivando il grande sogno diventato la principale ragione della sua vita. Un pazzo? Probabilmente. Un esaltato? Sicuramente. Ma più di tutto una storia – scovata dalla BBC – che merita di essere raccontata, almeno per l’analogia con Richard Williams. Il percorso che ha portato lo statunitense nel tennis è noto a tutti: per caso, vide in televisione Virginia Ruzici ricevere un assegno molto corposo per aver vinto un torneo, e decise che quello sarebbe stato il futuro delle sue figlie Venus e Serena. A tanti anni di distanza, dopo varie vittorie prima fuori e poi in campo, si può dire che ce l’ha fatta alla grandissima. Wood sta seguendo il suo esempio con la primogenita Livinnia, di sette anni, in attesa che la più piccola Paloma, di due, possa iniziare a prendere la racchetta in mano. Dovrebbe succedere a dicembre, a due anni e mezzo d’eta, e nel frattempo ha già iniziato a farle fare della ginnastica propedeutica. Dopo vent’anni nel mondo del calcio, che l’ha visto ottenere ruoli tecnici anche in società come Leicester e Paris Saint Germain, Ray ha scoperto il tennis e ci si è buttato a capofitto, concentrando tutta la sua attenzione per rendere la figlia una campionessa in grado di vincere più Slam dei 24 di Margaret Court. A tre anni le ha messo in mano la prima racchetta, e a sette la fa allenare 12 ore a settimana: otto in campo, le altre quattro fra ginnastica e atletica per lavorare ad agilità, equilibrio e coordinazione. Capita che inizino alle sei del mattino, o che si allenino anche nei giorni di festa. Due anni fa è successo la mattina di Natale, e la piccola “Liv” è stata premiata da un incontro con Bernard Tomic e la sorella Sara, che si stavano allenando proprio nella stessa struttura.

LA FIDUCIA DI MISTER WOOD
Il padre segue Livinnia in tutto e per tutto: dalla parte tennistica a quella fisica, e anche fuori dal campo. Le ha anche aperto un sito web dove inserisce risultati, trofei vinti, foto e anche uno spazio per chi volesse sostenere economicamente il suo grande progetto. Per farlo, sta anche tentando il fundraising attraverso il noto sito gofundme.com: basta iscriversi, spiegare il proprio obiettivo e sperare che la gente lo apprezzi a tal punto da finanziarlo. Sin qui non gli è andata benissimo, visto che dei 500.000 dollari sognati se n’è visti arrivare appena 190, e nemmeno l’aver messo all’asta una maglia autografata del suo idolo Steven Gerrard ha sortito gli effetti sperati. Ma Ray non molla. Leggendo le sue parole, sembra tutto facile. “In tanti anni di esperienza ho imparato il segreto per avere successo nello sport e nella vita. Ho una formula semplice: ambiente giusto, opportunità, dedizione, lavoro duro e tanto amore = WCTP, World Class Tennis Player”. Sarà un’impresa riuscirci con una figlia, figurarsi con due, eppure Wood è veramente convinto delle sue possibilità. “Credo che con 10-15 anni a disposizione sia abbastanza facile creare un campione in qualsiasi sport. Ho scelto il tennis, ma sarebbe stato lo stesso con qualsiasi altro sport. Se avessi scelto il pattinaggio sul ghiaccio, Livi sarebbe diventata una campionessa anche in quello. Ma abbiamo scelto il tennis e sarà una campionessa con la racchetta. Il talento non nasce, il talento si costruisce. Penso che se mio padre avesse speso più tempo con me quando ero piccolo, avrei giocato nel Liverpool e in nazionale, senza ombra di dubbio”. Per questo ha stilato un piano di circa 100 pagine per ognuna delle due figlie, con il progetto a lungo termine di assumere degli insegnanti privati che possano lavorare all’istruzione di Livinnia e Paloma e trasferirsi all’estero, possibilmente alla Rafa Nadal Academy di Maiorca, dove hanno già spedito un video di “Liv” in azione.

DIECI ANNI PER VINCERE UNO SLAM
Scorrendo il profilo Twitter del padre, che proprio sul social network si auto-definisce “il genio”, si può toccare con mano quanto ci tenga. “Fra cent’anni – scrive – non importerà quale sarà stato il mio conto bancario, il genere di casa in cui ho vissuto o la macchina che ho guidato, ma il mondo sarà differente perché sarò stato importante nella vita di una bambina”. Secondo il padre, la figlia batterebbe qualsiasi coetanea o coetaneo sulla faccia della terra, e vince già i tornei under 10, contro avversari fino a tre anni più grandi. Insomma, anche se è molto presto per parlare, sembra ci sappia fare sul serio, tanto che è stata adocchiata anche da un’agenzia di talent scout che in passato ha lavorato anche con Lleyton Hewitt. Ma mister Moore non si accontenta, e pensa di poter fare ancora meglio di quanto fatto nei primi anni da Richard Williams, al quale è accumunato pure da un obiettivo sociale. Per il padre di Serena e Venus era quello di combattere il razzismo e sconfiggere la povertà, per Wood di garantire alle figlie una vita migliore. “Non ho nulla contro i lavori d’ufficio, ma non vorrei che fosse quello il futuro di mia figlia. In più, sono cresciuto in una famiglia che ha avuto dei casi di cancro, fumo, alcolismo, vorremmo tenere le bimbe lontano da tutto ciò”. Un obiettivo nobile, che però sembra calpestare tutto il resto, anche se Wood non sembra il classico padre-padrone, un tema molto delicato (anche) nel mondo del tennis, che in passato ha rovinato le carriere di più di una giocatrice. Ray sa far divertire la figlia, alterna esercizi seri ad altri più ludici, e sostiene di agire per il bene delle figlie, piuttosto che per vedere esauditi da loro i desideri che lui ha fallito nel mondo del calcio. “Livinnia ha imparato che per ottenere ciò che vuole deve lavorare duramente e fare dei sacrifici sin da piccola”, afferma sicuro. Volendo assecondare le sue idee, non resta che porgli un obiettivo: Serena Williams ha vinto il primo Slam a (quasi) 18 anni, Venus a 20. Livinnia e Paloma Wood sapranno fare meglio? Se ne riparla fra una decina d’anni.