Novità durante le qualificazioni di Wimbledon: tutti gli spettatori vengono schedati e i match sono ripresi da telecamere a circuito chiuso. Prudenza, ma anche voglia di prevenire le scommesse illecite. Confermati i controlli antidoping indipendenti .Wimbledon è già iniziato. I cancelli dell’All England Club si apriranno lunedì prossimo, ma è già in corso il torneo di qualificazione presso i campi di Roehampton (e l’Italia non sta avendo grosse soddisfazioni, con il solo Thomas Fabbiano al secondo turno). Si entra senza pagare il biglietto, ma ogni singolo spettatore viene schedato e deve indicare il proprio indirizzo di casa. Come a Parigi, c’è un’attenta perquisizione di persone e oggetti personali. Come se non bastasse, su ciascuno dei 16 campi è installata una telecamera a circuito chiuso. L’obiettivo, naturalmente, è la sicurezza. C’è il timore del terrorismo, ma soprattutto di doping e scommesse. Fino all’anno scorso, le qualificazioni erano una specie di porto franco, libere più o meno a tutti. Una “fiera di contea”, come l’ha definita il Daily Mail. Ma i tempi sono cambiati. Partiamo dalle scommesse: le telecamere registrano ogni partita e gli esperti sono al lavoro per individuare eventuali match sospetti, facendosi aiutare anche dalle statistiche.
Per la prima volta, anche gli ufficiali di gara non sono ritenuti al di sopra di ogni sospetto: normale, dopo il caso di Denis Pitner, ufficiale di gara croato che non aveva detto di essere stato squalificato e provava ancora a infilarsi nei vari tornei. Per adesso tutto sembra svolgersi regolarmente, anche perché le qualificazioni hanno un discreto montepremi: il secondo turno garantisce 7.500 sterline, il turno di qualificazione 15.000. Entrare nel paradiso del tabellone principale vale 30.000 pounds. Come vi avevamo anticipato due mesi fa, Wimbledon effettua anche controlli antidoping in proprio, in aggiunta a quelli ufficiali WADA e delle varie agenzie antidoping. L’All England Club non ha voluto fornire dettagli sul budget e sulle modalità con cui sono effettuati. E’ possibile – come accaduto in Australia – che ogni giocatore sia costretto a dare un campione di sangue. Qualcuno ha storto il naso, poiché i controlli durante il torneo sembrerebbero superflui: ci sono già, inoltre è più difficile che un truffatore venga beccato proprio durante uno Slam (a meno che non si chiami Maria Sharapova…), mentre sono ritenuti più efficaci i controlli al di fuori delle competizioni.
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