Si erano completati 34 match su 64 (20 tra gli uomini, 14 tra le donne) quando ha iniziato a piovere. Non si è più ripreso, anche se poi aveva smesso e forse poteva esserci ancora un po’ di tennis. Wimbledon e la pioggia hanno un legame unico, quasi viscerale. Nessuno si è sorpreso quando, nel cuore del pomeriggio britannico, il cielo di Londra si è ribellato. Restano dunque sette le edizioni dei Championships senza neanche una goccia di pioggia: 1931, 1976, 1977, 1993, 1995, 2009 e 2010. Le TV si sono salvate grazie al tetto sul Centre Court (dove si è registrato l’ennesimo fallimento di Caroline Wozniacki: il grande tennis l’ha persa per sempre?) e non ci sono ragioni per sparare un titolone, poiché tutte le teste di serie hanno passato il turno. Ce l’ha fatta anche Stan Wawrinka, bravo a superare in quattro set il rampante Taylor Fritz. Al secondo turno sfiderà Juan Martin Del Potro in una sfida che potrebbe essere stellare. L’argentino non ha avuto problemi contro Stephane Robert e si conferma a suo agio sull’erba. Su questi campi ha intascato il bronzo olimpico nel 2012 e la semifinale a Wimbledon del 2013. “Sarà molto pericoloso” si è limitato a dire Wawrinka. Ma la notizia di giornata – ahinoi – è rimbalzata via Twitter: mentre Del Potro è abile e arruolato per Italia–Argentina di Coppa Davis, Simone Bolelli ha deciso di operarsi al ginocchio malandato. Finirà sotto i ferri il 4 luglio, circa sei mesi di stop, speranza di tornare a inizio 2017. Una sfortuna tremenda per il “Bole”, ma anche per l’Italia. Senza di lui, la responsabilità ricadrà tutta su Fabio Fognini e Andreas Seppi, certi singolaristi e probabili doppisti. Con Paolo Lorenzi pronto a subentrare, ci si domanda chi sarà il quarto uomo. La logica direbbe Marco Cecchinato, reduce dal titolo al challenger di Milano. Il problema è che “Ceck” è invischiato in una presunta faccenda di scommesse per un match perso lo scorso 8 ottobre a Mohammedia, contro il polacco Kamil Majchrzak. La giustizia sportiva si è messa in moto e il processo sta andando avanti in sostanziale segretezza. Situazione imbarazzante: la FIT accetterebbe la convocazione di un giocatore in attesa di giudizio? Se davvero Cecchinato non dovesse essere chiamato, chi potrebbe essere il quarto uomo? La classifica direbbe Thomas Fabbiano (n.113 ATP, anche davanti a Cecchinato), poi ci sarebbero Alessandro Giannessi, Luca Vanni e Matteo Donati. L’impressione è che se la giocherebbero Fabbiano e Donati: il primo ha dalla sua il ranking, il secondo l’età e un paio di esperienze come sparring.
IL LUNGO CORTEGGIAMENTO A DEL POTRO
Alla vigilia di Wimbledon, capitan Daniel Orsanic ha diramato le attese convocazioni dell’Argentina. Noi ve le avevamo anticipate: a Pesaro sbarcheranno Juan Martin Del Potro, Juan Monaco, Guido Pella e Federico Delbonis. Nella conferenza stampa tenutasi presso il “Cenard” di Buenos Aires (centro tecnico dove si allenano le rappresentative di vari sport) non c’era soltanto Orsanic. Con lui, anche Mariano Hood (vicecapitano) e due nomi che non diranno granché, ma che invece sono stati fondamentali per il ritorno di Del Potro: Daniel Fidalgo e Diego Gutierrez. Perché la scelta di “Palito” di tornare in squadra è stata lunga e tormentata. Dopo la violenta spaccatura del 2012, la AAT (Asociacion Argentina de Tenis, la federtennis argentina) ha fatto il possibile per riavvicinarsi al suo miglior giocatore. In prima linea c’era Arturo Grimaldi, presidente federale prematuramente scomparso nell’ottobre 2014. Qualche settimana prima, durante lo spareggio contro Israele, chiese a Daniel Fidalgo (uno dei vicepresidenti) di avvicinarsi al clan Del Potro. La richiesta si è concretizzata con un incontro segreto: da una parte Fidalgo e Diego Gutierrez (allora segretario generale AAT, oggi vicepresidente), dall’altra Daniel Del Potro e Rafael Groppo, rispettivamente padre e manager di Juan Martin. Un incontro di tre ore, con scambi d’opinione anche piuttosto vivaci. Il secondo meeting si è tenuto a San Miguel del Monte, sede “neutra” tra la Buenos Aires della AAT e la Tandil dei Del Potro. C’erano i soliti quattro più Daniel Orsanic e Armando Cervone (nuovo presidente AAT). I dirigenti hanno chiesto di parlare direttamente con il giocatore per conoscere la sua opinione e raccoglierne i malumori. L’incontro si è tenuto presso il Tenis Club Argentino, nel lussuoso quartiere Palermo. Un incontro di due ore che ha portato i suoi frutti. Nel 2015, sia pure in forma simbolica, Del Potro è tornato in squadra. Con il polso fasciato ha seguito i match contro Brasile e Serbia, soffrendo e festeggiando con i suoi compagni. Per questo, la presenza di Fidalgo e Gutierrez alla conferenza stampa ha un forte valore simbolico. Come a dire che Del Potro è di nuovo in cima ai progetti federali, e l’unità tanto predicata da Orsanic si sta lentamente ritrovando. La contemporanea convocazione di Juan Monaco è un segnale molto importante. Il loro rapporto sembrava irrimediabilmente compromesso. Lo scorso anno, Monaco disse si sentirsi fuori dal progetto e qualcuno ipotizzò che la mancata convocazione contro il Brasile fosse stata suggerita dall’ex amico. Orsanic ha ripetuto allo sfinimento che la scelta fu solo di origine tecnica. I fatti gli hanno dato ragione, e i due “galletti” si ritroveranno insieme a Pesaro. E non è da escludere che possano essere protagonisti, anche se sia Guido Pella che Federico Delbonis hanno buone argomentazioni per reclamare un posto. Delbonis, tra l’altro, sfiderà proprio Fognini a Wimbledon in uno dei tanti match rimandati da martedì.
TRE DOMANDE PER MERCOLEDI’
I Championships sperano che il tempo sia clemente e che la terza giornata possa svolgersi regolarmente: i match in programma sono addirittura 74, di cui 68 regolarmente schedulati. Ci sono poi sei doppi con la famosa formula TBA “To Be Allowed”: saranno collocati sui primi campi disponibili. A proposito di mercoledì, ci sono tre domande:
1) Marcus Willis riuscirà a fare bella figura contro Roger Federer? Lui per ora ci scherza su, dicendo che lo svizzero è “appena migliore di lui”
2) Andreas Seppi può fare match pari contro Raonic?
3) Djokovic e Federer saranno mai “sloggiati” dal Centrale? O meglio, qualche altro giocatore della parte alta riuscirà a giocare sul Centre Court prima di affrontare uno dei due mostri sacri?
Piove, Bolelli si opera, i segreti di Del Potro in Davis
WIMBLEDON, IL PUNTO – Un acquazzone ha tranciato a metà la seconda giornata: fino ad allora, avevano vinto tutte le teste di serie. Bolelli si opera e salta la Davis: chi sarà il quarto uomo dell’Italia? Del Potro vince, sfida Wawrinka e sarà a Pesaro: retroscena e dettagli del suo riavvicinamento alla AAT. Tre domande per mercoledì.