Nonostante il programma in forte ritardo, per ora gli organizzatori non pensano di aprire l’All England Club nella domenica di mezzo. In fondo hanno impiegato 104 anni per far giocare la finale di domenica…il tetto favorisce solo i più forti, Federer è stato bravo a gestire il delirio Willis.

Hanno impiegato oltre un secolo per cambiare una tradizione (e ne conservano altre mille): per quale motivo dovremmo aspettarci un po’ di elasticità dagli organizzatori di Wimbledon? Nonostante un giorno e mezzo di pioggia e un programma in grande ritardo (con Djokovic e Federer unici a passare indenni, come se avessero bisogno di ulteriori vantaggi), per ora Wimbledon non ha intenzione di aprire i Doherty Gates nella domenica di mezzo, il celeberrimo “Middle Sunday”. E’ giovedì e devono ancora concludersi quattordici match di primi turno, eppure vogliono preservare la tradizione. Risultato: la quarta giornata dei Championships prevede un maxi-programma con 84 incontri (81 già programmati, 3 da aggiungere in corso d’opera). “Giocare nel Middle Sunday? Non se ne è discusso” hanno fatto sapere mercoledì sera, dopo che si sono completati appena 18 match dei 74 previsti. E il programma è in ritardo di ben 44 partite. Tuttavia, gli organizzatori hanno fiducia e contano di recuperare, anche a costo di far giocare i tennisti in giorni consecutivi. Il Middle Sunday ha il suo fascino, ma è un po’ anacronistico. Proprio come la finale femminile al venerdì e quella maschile al sabato. I più giovani non ricorderanno, ma per 104 anni a Wimbledon non si è mai giocato di domenica. Si terminava un giorno prima per rispettare il sacro giorno del riposo. La delibera è arrivata nell’ottobre 1981: la prima finale domenicale si è giocata nel 1982, con la famosa vittoria di Jimmy Connors su John McEnroe. Wimbledon è un ottimo termometro per comprendere il mutamento della meteorologia planetaria. Per 114 anni sono riusciti ad evitare il Middle Sunday, ma si sono dovuti rassegnare tre volte negli ultimi venticinque: 1991, 1997 e 2004. Nel 1991 ci fu la prima settimana più piovosa di sempre, con appena nove ore di tennis in sei giorni. Lo ha ricordato Guy Forget durante il Roland Garros, spiegando che parecchi primi turni si conclusero addirittura al sabato. Nel 1997 la pioggia cancellò due giornate intere, proprio come nel 2004.

 


In campo femminile, con la formula al meglio dei tre set, non dovrebbero esserci grossi problemi. Più complicata la faccenda tra gli uomini, anche se Djokovic ha dovuto giocare quattro giorni di fila al Roland Garros, vincendo ugualmente il torneo. Tuttavia ci sono parecchi giocatori piuttosto arrabbiati per la situazione. Alcuni non sono ancora scesi in campo, mentre Djokovic e Federer sono già al terzo turno. Senza contare che il primo turno del doppio maschile è stato ridotto: tutti i match si giocheranno al meglio dei tre set (e non più cinque). Ed ecco la riflessione: il tetto piace a molti, soprattutto alle TV, ma crea una viva discriminazione. Come è ovvio, i migliori vengono collocati sul Centrale e possono competere senza problemi. Il resto della truppa si arrangia, e le cose non cambieranno granché quando copriranno il Campo 1 nel 2019. E’ lecito porsi una domanda: bisogna favorire il business oppure la regolarità del torneo? Nel secondo caso, il tetto è certamente un elemento a sfavore. Soluzione? Una sola, ma impraticabile: consentire l’utilizzo del tetto soltanto nella seconda settimana, quando i singolari si limitano a due, massimo, tre campi. In quel caso si potrebbe preservare la regolarità del torneo, senza dare troppi vantaggi ai più forti. Ma ormai i ritmi sono dettati dalle TV, dai quattrini che circolano…e dalle enormi spese per costruire i tetti. A Wimbledon, in particolare, realizzare una copertura compatibile con l’erba ha richiesto avanzati studi ingegneristici. Giusto, per carità. Ma andate a spiegarlo ai vincitori di Bellucci-Querrey ed Evans-Dolgopolov….


La pioggia crea altri problemi: ad esempio, le continue interruzioni falsano le partite. Ogni giocatore ha una diversa sensibilità e non è semplice gestire la situazione. Ne ha fatto le spese Karin Knapp, battuta in due set da Ana Konjuh. “Sembrava che non si dovesse giocare, invece alle 17 sono venuti a dirci che dopo mezz’ora saremmo scese in campo. Non è facile riscaldarsi in queste condizioni”. Detto che le condizioni sono uguali per tutti, alcuni giocatori sanno gestire meglio continui raffreddamenti e riscaldamenti muscolari. E così possono scaturire match strani e risultati a sorpresa. Ma non è irregolarità: semplicemente, è la storia del tennis. Come ha detto Jacopo Lo Monaco in uno dei nostri podcast, “Che problema c’é?”. Si può aspettare anche 1,2,3 giorni senza tennis. Si può anche guardare l’acqua cadere. Davvero, non succede niente. O magari succede che Goran Ivanisevic venga salvato proprio dall’acqua nella semifinale del 2001, che avrebbe certamente perso contro Tim Henman. Invece Giove Pluvio lo ha salvato e lui ha scritto una pagina di storia. Il protagonista di giornata, la cui vicenda è stata raccontata allo sfinimento, è stato Marcus Willis. Il suo atteggiamento scanzonato contro Roger Federer gli ha regalato prima il tifo e poi l’amore del pubblico. A lui e alla sua fidanzata Jennifer, che nel players box si è tolta una scarpa quando dal pubblico qualcuno le ha urlato: “Se ami Marcus, togliti una scarpa”. E lei lo ha fatto. “Spero che questa storia non finisca nel dimenticatoio, potrebbe cambiargli la carriera – ha ammonito Federer in conferenza stampa – mi aveva incuriosito già prima di trovarlo nella mia parte di tabellone. Sono stato felice di farlo entrare per primo, si meritava un’emozione del genere. Il tifo del pubblico? Va bene, ero preparato, credo che soltanto nel 1999 ci fosse stato ancora meno tifo per me. Ero una wild card, campione junior, sul campo 8 c’erano un centinaio di persone e ancora meno applaudivano”. Oggi Roger è leggenda e ha gestito alla grande una situazione che avrebbe potuto scappargli di mano, non tanto per il risultato finale (Willis è buono, ma non certo un fenomeno…) ma per preservare le energie in vista dei prossimi match, ben più impegnativi. Fossimo in lui, con la certezza di giocare sul Centre Court, saremmo quasi contenti se continuasse a piovere….