Un tempo, il grande Bud Collins definì il tennis “la boxe senza sangue”. Difficile dargli torto, più facile trovare nella sua frase la spiegazione del 6-3 6-4 con cui CoCo Vandeweghe ha battuto Roberta Vinci e cancellato da Wimbledon anche l’ultima bandiera tricolore, che per il terzo Slam consecutivo non ha trovato nessuno in grado di portarla fino al terzo round. Sulla sacra erba del Centre Court, in una “Middle Sunday” di tennis (la quarta della storia, dopo 1991, 1997 e 2004) aperta dal sole, c’è stata ben poca partita, e alla statunitense sono bastati appena due round. La Vinci ci ha provato col suo tennis elegante, ma era come se colpisse con dei guantoni super imbottiti, quasi morbidi. Mentre la 24enne di New York i pugni gli ha scagliati a mani nude, senza freni dal primo all’ultimo game, servendo alla grande e colpendo vincenti a raffica con il diritto. Il tennis è un confronto di stili, e il suo, ruvido e poco ragionato, fa sembrare quasi innocuo quello raffinato dell’azzurra, specialmente su una superficie come l’erba che, anche se meno rispetto a un tempo, premia ancora chi pensa meno e rischia di più. La “big hitter” statunitense l’ha fatto spingendo ogni colpo, ovviamente servizio e diritto, ma anche risposta e un rovescio che non sempre ha risposto ai comandi. Ma con una tattica così gli errori fanno parte del gioco, è normale che ci siano, a patto che restino meno dei vincenti. Così è stato (21-17 il finale) e il successo comodo – forse anche più di quanto dica il punteggio – ne è la dimostrazione più chiara. Roberta è stata brava a reggere il confronto, a provare in continuazione a darsi una chance, ma oggi ne aveva proprio meno, e senza quella fiducia che lo scorso anno le fece fare miracoli nel post-Us Open ha l’atteggiamento iper offensivo dell’avversaria è diventato impossibile da contrastare.
LE CHANCE DELLA VANDEWEGHE
La tarantina ha avuto solamente un sussulto, quando sotto 6-3 1-0 ha obbligato la rivale (che – va detto – l’ha aiutata con quattro errori di rovescio) a subire il primo break del torneo. Ma per la statunitense è stato solo un piccolo passaggio a vuoto: ha subito ripreso a martellare, il break è immediatamente tornato al suo posto ed è rimasto “vivo” fino alla fine, senza che la Vandeweghe dovesse nemmeno preoccuparsi particolarmente. Un tennis come il suo a volte può funzionare molto poco, ma quando gli ingranaggi girano a dovere sembra di un’altra categoria, anche rispetto alla numero 7 del mondo. Ecco spiegato come mai, proprio dodici mesi fa a Wimbledon (quando arrivò ai quarti) disse senza mezze misure di sentirsi in grado di arrivare fino in testa al ranking WTA. Dodici mesi più tardi ha appena festeggiato il best ranking al numero 29, e probabilmente la vetta la vedrà sempre col binocolo, anche se avere fra le migliori un personaggio come lei, pochi fronzoli e ancor meno peli sulla lingua (da ricordare il “La Sharapova? Antisportiva”) non potrebbe che far bene al circuito femminile. In attesa di trovare continuità a 360° ce l’ha fatta sull’erba, eleggendosi ad avversaria pericolosissima. Da quando ha messo piede sui prati ha vinto undici match su dodici, conquistando il titolo a s’-Hertogenbosh, la semifinale a Birmingham e la seconda settimana ai Championships, perdendo il servizio solamente una volta in tre incontri. Ora ha una discreta chance di replicare i quarti del 2015, visto che domani le toccherà la Pavlyuchenova (6-3 6-2 alla Bacsinszky), per poi giocarsi le proprie carte contro una Serena Williams che sin qui non ha emozionato.
WIMBLEDON 2016 – Terzo turno donne
CoCo Vandeweghe (USA) b. Roberta Vinci (ITA) 6-3 6-4
L’uragano CoCo spazza via la Vinci
Sul Centre Court, nelle quarta “Middle Sunday” di tennis della storia di Wimbledon, Roberta Vinci cade in due set contro un’ottima CoCo Vandeweghe. La statunitense non diventerà numero uno (come lei stessa aveva dichiarato), ma sull’erba conferma di avere un tennis molto molto pericoloso. Dopo la splendida finale azzurra agli Us Open, tre Slam di fila senza tracce tricolori nella seconda settimana.