Possono succedere due cose: la grande rivincita di Melbourne, quando Serena Williams si fece battere da Angelique Kerber in una delle finali più sorprendenti dell’Era Open. Oppure, nel rivedere le cosce muscolose della tedesca, le uniche che non impallidiscono di fronte alle sue, la numero 1 del mondo potrebbe spaventarsi. E magari entrare in un vortice pericoloso, specie adesso che manca una sola partita a ‘sto benedetto 22esimo Slam. Serena patisce il traguardo, non lo ammette ma ha imposto al suo clan di non parlarne, almeno fino a quando non l’avrà ottenuto. Ed è curioso che a difendere il piccolo vantaggio di Steffi Graf ci sia ancora una tedesca, anche se risiede nella Polonia dei nonni. Dopo l’intensa giornata di mercoledì, il pubblico del Centre Court ha avuto uno spettacolo di minore qualità e durata. Scossa dai 48 minuti con cui Serena aveva strangolato le ambizioni di Elena Vesnina, la gente sperava in un match all’ultimo sangue. Niente di tutto questo, anzi, sia Venus che Angelique erano tese. La prima per la grande occasione, forse l’ultima, di centrare un’altra finale Slam. La seconda perché Wimbledon è diverso dagli altri Slam. Quattro anni fa si fece travolgere più dalla tensione che da Agnieszka Radwanska. L’inizio non è stato un granché: abbiamo visto sette break nei primi otto game, con Venus incapace di tenere i suoi primi quattro turni di servizio. “Abbiamo risposto entrambe molto bene – ha detto la Kerber dopo il 6-4 6-4 finale – io ero un po’ nervosa, volevo giocare il mio miglior tennis. Contro Venus devi farlo per forza, allora ho provato a concentrarmi soprattutto su me stessa e non a quello che accadeva dall’altra parte della rete. Ma il servizio non ha funzionato, specie all’inizio”. “Angie” ha sempre più esperienza, ha imparato a vivere una semifinale Slam: “Però Wimbledon è sempre speciale”. C’è stata partita, ma sin dai primi punti si è avuta l’impressione che il muro di gomma tedesco avrebbe avuto la meglio sugli attacchi della Williams, a volte incisivi, altre meno. L’ultimo punto ha simboleggiato l’intero match: uno scambio di 19 colpi, attacco di Venus con il dritto a uscire, passante in corsa, stretto, della Kerber. In altri tempi non avrebbe neanche esultato, ma poi si è ricordata di essere appena arrivata in finale a Wimbledon. Allora ha lasciato cadere la racchetta per terra e si è inginocchiata.
LA SCONFINATA AMMIRAZIONE PER LA GRAF
La tedesca non soffre più di tanto lo stile delle Williams. Chiaramente Serena è più forte e competitiva di Venus, ma i colpi di sbarramento e la capacità di coprire il campo potrebbero darle una mano anche in finale. “Scenderò in campo con molta fiducia, ma è pur sempre un altro match – ha detto, ricordando la finale di Melbourne – Serena ha perso in Australia, allora le proverà tutte per battermi. In Australia le chiavi furono tre: servizio, risposta al servizio e la rapidità nei movimenti. Proverò a ricreare quella situazione, mostrandole che sono scesa in campo per vincere”. La suggestione è grande, specie pensando al possibile aggancio a Steffi Graf. Stavolta non le hanno chiesto – come accadde in Australia – se l’avrebbe contattata prima della finale. Però hanno tirato fuori l’argomento e lei si è prestata, ancora una volta. “Ho visto diverse finali a Wimbledon di Steffi, e so che l’ultimo successo risale a 20 anni fa. Proverò a raccogliere la sua eredità, riportando il titolo in Germania”. Intanto è la quinta finalista tedesca a Wimbledon: prima di lei c’erano arrivate Cilly Aussem, Hilde Krahwinkel, la Graf e tre anni fa Sabine Lisicki. “Steffi è sempre stata il mio idolo. Ho guardato tante sue partite, a volte anche su Youtube. L’ho incontrata qualche volta, è una gran persona e gioca ancora molto bene. Parlare con lei è sempre un onore. L’ultima volta che l’ho vista mi ha detto che sono sulla buona strada, nonché di allenarmi duro e credere in me stessa”. Per il tennis è una buona notizia che non ci sia una finale in famiglia. Con lo Slam numero 22 che sta diventando un tabù, probabilmente Venus non avrebbe avuto la forza o la cattiveria per giocarsela fino in fondo. State certi che la Kerber darà l’anima in campo. E ci proverà fino all’ultima palla, anche nella situazione più disperata.
Angelique Kerber (GER) b. Venus Williams (USA) 6-4 6-4