Navigando qua e là per il web, qualcuno l’ha definito “Uno dei migliori risultati nella carriera di Fabio Fognini”. Non è il caso di esagerare, però il successo contro Steve Johnson a Toronto vale molto. E’ arrivato contro pronostico, contro classifica e anche contro fuso orario. L’americano picchiava duro sul cemento già da qualche settimana, mentre 48 ore fa Fognini era ancora a Umago, sulla terra battuta, a prendersi il quarto titolo in carriera. Onde evitare “zero” in classifica (ha già quelli di Indian Wells e Miami) è partito al volo per Toronto, tappa intermedia tra la terra battuta e le Olimpiadi di Rio, con il solo Alberto Giraudo accanto a sé e un bel po’ di capelli in meno. Dopo il successo in Croazia, infatti, si è rapato a zero. Ed è come se si fosse liberato da chissà quale peso. Contro un avversario in forma, difficile (anche se un po’ fifone nei momenti importanti), ha giocato una partita pressoché perfetta e si è imposto con un doppio 6-4. Contro un avversario tosto, è partito fortissimo con un break al primo game. In meno di 80 minuti di partita abbiamo visto tutto il bello di Fognini, preciso da fondocampo e bravo nel prendere l’iniziativa non appena aveva la chance di prendere la rete. Di questa partita sono piaciute soprattutto due cose: la capacità di restare concentrato quando l’americano ha rimontato da 4-2 a 4-4 nel primo set. Sarebbe bastato poco per uscire dal match e lasciare spazio a Johnson. Invece è stato bravo a centrare il controbreak e a salire avanti di un set. Solidità mentale che ha fatto la differenza, e che potrebbe continuare a farla.
L’altra nota lieta, perfetta prosecuzione di quanto mostrato a Umago, è il rendimento con la prima palla di servizio, quasi implacabile. Le cifre sembrano quasi quelle di un bombardiere: 79% di trasformazione, in linea con gli ultimi match, è un buon bilancio di otto ace e tre doppi falli. Il break decisivo arrivava al quinto game del secondo set e l’azzurro lo teneva con agio fino alla fine. Bravissimo. Questo successo apre prospettive interessanti, poiché si è aperto il tabellone e al secondo turno troverà un avversario alla portata come Jared Donaldson, 19 anni, americano ma con un pedigree inferiore rispetto a Johnson. C’è dunque la possibilità di raggiungere gli ottavi e concedersi una bella sfida contro Milos Raonic, dove non avrebbe nulla da perdere. Inoltre, un piazzamento al terzo turno gli darebbe buone chance di restare al numero 1 d’Italia, traguardo secondario ma comunque importante: con 90 punti ATP salirebbe a 1175, superando gli attuali 1145 di Paolo Lorenzi. Se Fabio dovesse arrivare al terzo turno, Paolo avrebbe bisogno di vincere il challenger di Biella per arrivare a 1210 e dunque firmare l’eventuale sorpasso. Per adesso ci sono solo due certezze: il secondo turno non basta a Fognini per restare al comando, mentre i quarti gli darebbero la certezza matematica. Il rebus si risolverà nei prossimi giorni, si prenderà una pausa durante il torneo olimpico (anche se Lorenzi perderà gli 80 punti del successo a Cortina dell’anno scorso) e poi riprenderà quando la stagione americana sarà entrata nel vivo. Ma questo Fognini, se tiene duro, può regalarci belle soddisfazioni. Anche nell’immediato.
Fabio Fognini (ITA) b. Steve Johnson (USA) 6-4 6-4