Il 3-6 6-3 6-4 rifilato domenica da Paolo Lorenzi a Yen-Hsun Lu è passato un po’ sottotraccia, ma non è un risultato così banale. Non tanto per il valore dell’avversario, decisamente alla portata del toscano, quanto per il prestigio di aver vinto almeno un incontro alle Olimpiadi, un risultato che ha comunque il suo valore, ancora di più a 34 anni suonati. Basti pensare che una come Roberta Vinci non ci è mai riuscita, mentre Fabio Fognini e Sara Errani ce l’hanno fatta solo quest’anno. L’unico ad essersi sempre difeso bene nei tornei a Cinque Cerchi è Andreas Seppi, che ha vinto almeno un match in tutte le ultime tre edizioni dei giochi. Dunque, già poter vantare un successo è un buonissimo risultato. Purtroppo per Lorenzi, però, resterà l’unico e probabilmente l’ultimo (difficile trovarlo a Tokio 2020, avrà quasi 39 anni) dopo la sconfitta per 7-6 6-2 contro lo spagnolo Roberto Bautista-Agut. Un k.o. che è nell’ordine delle cose, perché il numero 17 del mondo non solo è un tennista migliore, ma per confronti di stili è uno degli avversari più complicati per Lorenzi, perché più forte di lui proprio nel gioco dell’azzurro. Sul Campo 3, già fatale sabato a Roberta Vinci, “Paolino” è rimasto a ruota in un primo set da quasi un’ora, ma con meno armi del rivale è stato sempre costretto a giocare sul filo del rasoio. L’immediato 3-1 per il tennista di Castellon De La Plana è stato solo un avvertimento di ciò che sarebbe successo più tardi, nonostante Paolo le abbia provate tutte per costruirsi una chance, mostrando la solita generosità che gli ha permesso di spostare i suoi limiti sempre più lontano.
TRADITO DAL DIRITTO NEL TIE-BREAK
Sotto gli occhi di Corrado Barazzutti, del dottor Pierfrancesco Parra e anche del segretario generale della FIT Massimo Verdina, l’azzurro si buttava a rete per provare a mescolare il gioco, malgrado superficie lenta e rimbalzi alti suggerissero il contrario. E ha cercato spesso il rovescio lungolinea: una tattica molto generosa che nel primo set ha anche pagato, permettendogli di risalire da 1-3 a 3-3 e poi di conquistare il tie-break. Ma era veramente al limite, tanto che gli sono bastati un paio di errori di diritto nel game decisivo per perdere il contatto. Il match l’ha sempre fatto Bautista-Agut, che ha allungato definitivamente dal 2-2 del secondo set. L’ha fatto utilizzando molto saggiamente la smorzata, efficace contro un Lorenzi che per costruire la sua ragnatela giocava coi piedi molto lontani dalla linea di fondo. Sono bastate un paio di palle corte per prendersi il break che ha definitivamente spezzato l’equilibrio, permettendogli di svoltare e volare fino al 5-2 e servizio. Un paio di errori hanno regalato a Lorenzi due chance per tornare in gioco, ma su entrambe le palle-break ha giocato con grande attenzione, prima beffando di nuovo Lorenzi con la smorzata e poi utilizzando a dovere lo schema servizio-diritto. E sul match-point il nastro ha corretto il suo passante quel tanto che è bastato per mettere in difficoltà l’azzurro, obbligato a offrirgli un secondo passante, stavolta imprendibile per l’azzurro. Non avendo il doppio, Lorenzi saluta dunque i Giochi al secondo round, ma non prima di aver arricchito ancora un po’ un bagaglio d’esperienze che sembrava già pieno quando nel 2009 entrò fra i primi 100. Invece pare che di spazio ce ne sia a non finire.
TORNEO OLIMPICO RIO DE JANEIRO – Secondo turno
Roberto Bautista-Agut (ESP) b. Paolo Lorenzi (ITA) 7-6 6-2
Per i miracoli ci dobbiamo attrezzare
Termina al secondo turno l’Olimpiade di Paolo Lorenzi, battuto 7-6 6-2 da Roberto Bautista-Agut, il genere di giocatore più difficile da affrontare per uno come lui. L’azzurro si costruisce qualche chance nel primo set, ma un paio di errori nel tie-break gli chiudono le porte. Saluta comunque la sua prima Olimpiade con una vittoria, un traguardo tutt’altro che banale.