Andreas Seppi e Fabio Fognini vendicano, almeno in parte, la disfatta di Maceiò. Battono una coppia brasiliana a casa loro dopo essere stati in svantaggio di un set e di un break, peraltro con un pubblico ostile. Sono nei quarti di u doppio olimpico che ha già condannato le prime due teste di serie. Adesso sfidano Nestor-Pospisil: non è impossibile.

24 anni fa, il Brasile aveva rappresentato un incubo. Adesso può regalarci la medaglia che aspettiamo da una vita, da 92 anni, da quando Uberto De Morpurgo batteva nientemeno che Henri Cochet nella finale per il terzo posto nelle Olimpiadi parigine del 1924. Intendiamoci, la strada è ancora lunga, ma Fabio Fognini e Andreas Seppi hanno superato uno scoglio importante. La strana coppia azzurra è nei quarti del doppio olimpico e si giocherà l’accesso alla zona medaglie contro Nestor-Pospisil, vecchia conoscenza dell’ItalDavis. Ma ci sarà tempo per parlarne. Nella notte del Campo 1, catino da 5.000 posti pieno quasi per intero, per un set e mezzo è parso di rivedere i fantasmi di Maceiò, di quel doppio perso in cinque set che ebbe l’effetto collaterale di devastare Omar Camporese, incapace di scendere in campo nella terza giornata. Come finì, lo ricordiamo tutti: Stefano Pescosolido in preda ai crampi e costretto al ritiro. All’epoca gli aguzzini si chiamavano Cassio Motta e Fernando Roese, stavolta avrebbero potuto essere Thomaz Bellucci e Andre Sa. Quest’ultimo ha 39 anni, è stato un ottimo doppista (n.17 nel ranking di specialità), oggi è in 63esima posizione, e vedeva nelle Olimpiadi casalinghe lo scenario ideale per sublimare una carriera che volge al termine, visto che ha 39 anni. Seppi e Fognini hanno subito la mareggiata fino al 7-5 3-2 per i brasiliani, quando il pubblico si faceva sentire con boati di stampo calcistico dopo ogni punto. Il pubblico, consapevole della psiche non sempre solida di Fabio Fognini, lo ha preso di mira con fischi e “buuuu” per distrarlo ancora di più. Ma bisogna fare i complimenti a Fabio per non aver sbroccato quando l’Italia aveva un piede sul burrone e un altro sulla canonica saponetta. Sotto 7-5 3-2 e servizio per i padroni di casa (in classico completo verde-oro: Andre Sa, addirittura, indossava calzettoni bianchi tipo calciatore), gli azzurri hanno continuato la loro partita, senza cercare di strafare. Pochi schemi classici, con Seppi ancorato spesso a fondocampo perché a disagio nel provare classiche situazioni come la “I Formation”. Quando abbiamo ridotto il numero di errori, il match è diventato subito fattibile. Sul 6-5 Italia, arrivava il break che allungava la partita al terzo. Un coraggioso passante al volo di Fognini zittiva il pubblico e rimandava il match al terzo.

Il match non decollava sul piano della qualità, ma diventava pericoloso quando i brasiliani trovavano il break del 2-1. Sul 30-30 una gran risposta di Bellucci li mandava a palla break, poi Seppi combinava un pasticcio a rete e il Brasile saliva 2-1, poi 3-1. Lì è stato bravo a Seppi ad azzerare gli errori, dando a Fognini la possibilità di furoreggiare a rete. Il fondamentale controbreak arrivava con un pizzico di fortuna: la volèe di Fognini sul 30-30 veniva corretta dal nastro ma portava ugualmente il punto, mentre quella successiva di Sa finiva fuori di quel tanto che basta per ridare vigore alla panchina azzurra, dove si riconoscevano – tra gli altri – Corrado Barazzutti, Francesco Piccari, Pierfrancesco Parra e il Segretario Generale Massimo Verdina. La partita piombava in discesa al successivo cambio di campo, quando Bellucci chiedeva l’ausilio del trainer per un problema a un piede, e diventava uno scivolo con l’ultimo break, sigillato da una gran risposta di Seppi sui piedi di Andre Sa. Senza esagerare con le manifestazioni di gioia, gli azzurri chiudevano e si prendevano un posto tra le prime otto coppie olimpiche, peraltro in un tabellone che è già privo delle prime due teste di serie (Herbert-Mahut e i fratelli Murray). Il prossimo scoglio ha la foglia d’acero, ma non è insormontabile. Daniel Nestor è un grande doppista ma ha quasi 45 anni ed è inevitabile che non abbia gli stessi riflessi di qualche anno fa. Da parte sua, Pospisil non è uno specialista del doppio. Di sicuro, sia Fabio che Andreas hanno più qualità. Abbiamo già affrontato il doppio canadese nel 2013, in Coppa Davis, quando Bracciali-Fognini persero 15-13 al quinto, su un campo velocissimo. Nel tennis non esiste la proprietà transitiva, ma i tre anni in più sul groppone di Nestor e la superficie più lenta potrebbero essere un aiuto per gli azzurri. Una strana coppia che – diciamolo pure – non giocherebbe mai insieme se non condividesse il passaporto, ma che ha una buona alchimia umana. Fognini è un esuberante, Seppi è un po’ come Bolelli, più tranquillo e riflessivo. Sa come prendere il compagno anche se paga un’attitudine tecnica al doppio inferiore rispetto a Bolelli. Ma alle Olimpiadi, si sa, possono succedere le cose più strane. Anche quelle impossibili.


Andreas Seppi / Fabio Fognini (ITA) b. Andre Sa / Thomaz Bellucci (BRA) 5-7 7-5 6-3