Abituati al mondo ovattato della stragrande maggioranza dei tornei ATP e WTA, alcuni giocatori non le hanno mandate a dire agli organizzatori delle Olimpiadi. Ci sono problemi organizzativi un po’ dappertutto: dalle date ai campi d’allenamento, passando per la ristorazione e tanto altro.

La vittoria di Juan Martin Del Potro su Novak Djokovic ha fatto schizzare di colpo l’attenzione nei confronti del Torneo Olimpico di tennis, facendo in parte dimenticare le tante assenze dovute a motivazioni più o meno credibili. Ma resta il fatto che quest’edizione dei Giochi non verrà affatto ricordata come una delle migliori. E non solo per i forfait, ma anche dal punto di vista dei servizi ai giocatori. Abituati agli standard di altissima qualità offerti da quasi tutti i tornei del circuito, gli atleti che hanno risposto positivamente alla chiamata olimpica hanno trovato qualche situazione insolita, non lesinando sulle critiche agli organizzatori. E ce n’è per tutti i gusti. Albert Ramos si è lamentato dell’inizio dei tornei la mattina seguente alla Cerimonia d’apertura, scelta che non gli ha permesso di partecipare (come la nostra Sara Errani) alla grande inaugurazione di venerdì 5. “Non sono potuto essere presente al Maracanà – ha detto il recente vincitore dell’ATP 250 di Bastad – perché il giorno dopo avrei giocato. È molto doloroso, perché non so se riuscirò mai più a qualificarmi per una Olimpiade. Il torneo di tennis non può iniziare la mattina dopo. Il torneo dura 9 giorni e tutti i campi hanno l’illuminazione artificiale. Si poteva almeno cominciare più tardi”.

Molto critiche anche Svetlana Kuznetsova e Timea Bacsinszky. La prima, che già alla vigilia aveva definito “un cantiere” l’Olympic Tennis Centre, ha evidenziato numerosi problemi, dagli orari della cucina del villaggio olimpico ai problemi logistici. “Nel villaggio olimpico gli allenatori e i membri dello staff non possono utilizzare i buoni pasto dopo le ore 16, ieri Toni Nadal era furioso per questa cosa. E poi gli accompagnatori spagnoli non hanno nemmeno potuto avere i biglietti per il match di “Rafa”, sono stati obbligati a comprarli”. Altro problema la sicurezza. “Volevo affittare un appartamento privato durante le Olimpiadi, ma ci è stato sconsigliato perché gli organizzatori non erano in grado di garantirci la dovuta sicurezza”. Tornando al discorso cibo, oltre a tanti sportivi di altre discipline, è intervenuta anche Timea Bacsinszky. Le cose non funzionano. Noi siamo atleti professionisti, e il cibo che ci servono è terribile, non sa di nulla”. Problemi che si uniscono all’assenza di acqua calda in buona parte del villaggio Olimpico, che ha infastidito parecchio Sam Stosur, agli spazi stretti e ancora da ultimare “in stile campus” (come li ha definiti Thanasi Kokkinakis) e molto altro. Condizioni difficili per chi è abituato a hotel di lusso.