Non è vero che le medaglie d’oro Olimpiche sono tutte uguali. Quella del doppio misto, con coppie arrangiate sul posto, non può contare come tante altre. Ma fino a quando la competizione c’è è giusto sognare un bel risultato. Ci provano Fognini/Vinci, a un solo successo dalla semifinale.

È vero che le ultime speranze di medaglia dell’Italia del tennis passano dal doppio misto, quindi è meglio tenerselo stretto, ma bisogna essere onesti: il misto ha poca ragion d’esistere negli Slam, figurarsi in una competizione come le Olimpiadi. I motivi sono tanti: si tratta di una disciplina che viene giocata solo quattro settimane all’anno, e quindi non ha una sua classifica, e poi gli atleti in gara a Rio de Janeiro non si sono qualificati per disputare il misto, ma vi possono partecipare solo i giocatori già presenti per singolare e doppio tradizionale. Basta accordarsi, firmare e il gioco è fatto. Capita così di trovare in gara parecchie coppie mai viste prima, alle quali potrebbero bastare solo quattro match insieme in tutta la carriera per conquistare un oro. Si dice che una medaglia Olimpica sia tale indipendentemente dalla disciplina, dai 100 metri piani al beach volley, ma un doppio misto arrangiato alla buona (e dal quale il Nadal di turno si ritira per dar spazio agli altri tornei) non può avere lo stesso valore di sport per i quali l’Olimpiade rappresenta il traguardo più ambito. Anche per rispetto nei confronti di atleti che si fanno il mazzo per anni e anni, per rispettare severi criteri di qualificazione per i Giochi. Detto questo, fino a quando il misto c’è è giusto provare a sfruttarlo, per evitare altri quattro anni d’attesa per mettersi al collo una medaglia.

È quello che vogliono fare Fabio Fognini e Roberta Vinci, che in chiusura di un giovedì deludente che li ha visti cadere nonostante un buon vantaggio fra singolare (lui) e doppio (lei), hanno parzialmente raddrizzato la situazione con un buon esordio nel tabellone “mixed”. Non avevano mai giocato insieme prima di mettere piede sul Campo 8 dell’Olympic Park, ma hanno trovato subito l’affiatamento giusto per far fuori per 6-4 3-6 10/8 una coppia discreta come i francesi Pierre-Hugues Herbert e Kristina Mladenovic, seconde teste di serie, domati a un long tie-break presente solo nelle gare di misto. Gli azzurri sono scappati sul 6-3, si sono fatti riprendere sull’8-8 ma poi hanno chiuso vincendo gli ultimi due punti. Un successo che conferma le buone possibilità della coppia azzurra, una delle sole tre ancora in gara a vantare almeno uno Slam a testa in doppio, come Sock/Mattek-Sands e Stepanek/Hradecka. Per arrivare a medaglia sarà necessario vincere altri due match, a partire da quello previsto nella tarda serata italiana contro gli statunitensi Venus Williams e Rajeev Ram: un compito che pare fattibile. Vista la scarsa presenza del misto nel circuito non ci sono coppie più affiatate di altre, e dunque nemmeno dei veri favoriti. Una lotteria che può premiare chiunque. L’importante è mettersi nella posizione giusta.