Gli sviluppi del torneo olimpico portano lo spagnolo e l’argentino a giocarsi una clamorosa semifinale. Fino a qualche settimana fa, sembrava fantascienza applicata al tennis. Invece i pianeti si sono allineati al momento giusto: Rafa supera in rimonta Bellucci dopo aver rischiato grosso, Del Potro mostra tempra e coraggio contro Bautista Agut.Fino ad un paio di anni fa, questa vittoria sarebbe stata una delle tante da liquidare in poche righe. Una vittoria che oggi merita applausi, applausi sentiti. Lo spagnolo vince al terzo, contro un Thomaz Bellucci che almeno per mezz’ora sembra provenire da un altro pianeta. Contro un pubblico che pare strappato al Maracanà, rumoroso ed esultante oltre la soglia della correttezza e della sopportabilità. Soprattutto sui suoi errori. Errori che, all’inizio dell’incontro, paiono frutto della fatica, troppa fatica di questi giorni. Fatica che gli ha fatto rinunciare (senza troppi rimpianti) al doppio misto, fatica che l’ha portato in finale nel doppio con l’amico e compagno Marc Lopez. Vita sin troppo facile, quindi, all’inizio del match per il brasiliano. Rafa pare stanco, timoroso e sin troppo sulla difensiva. Il suo avversario, nei precedenti, l’aveva sempre ridotto a brandelli. E pare quasi irreale la facilità con la quale Thomaz si prende gioco di lui. Vincenti come non ci fosse un domani, discese a rete come mai fatte in vita sua. E i tanti, troppi errori dello spagnolo. Il primo set vola via in mezz’ora. Primo set vinto dal brasiliano contro Rafa in sei incontri. Sugli spalti c’è il delirio, Rafa se ne lamenta, timidamente, con il giudice di sedia. E’ scuro in volto. Al brasiliano basterebbe un po’ d’intelligenza tattica per non correre più pericoli, sino alla fine del match. Ma pecca d’entusiasmo e di presunzione. Nel quarto game, dall’alto della nuvola dov’è salito, decide scientemente di irridere Rafa sceso scriteriatamente a rete per cercare di venirne a capo. Un pallonetto senza alcun senso che lo spagnolo insegue e trasforma a sua volta in un contropallonetto vincente. E’ il cuore si ritempra. Gli occhi ritrovano il coraggio.
GLI STRAORDINARI DI RAFA
Il cuore di Rafa ricomincia a gonfiarsi. Ci sono tre palle break. Le prime per lui in questo quarto di finale. Poco importa che l’avversario le cancelli, anche abbastanza facilmente. Ne arriva una quarta ed è quella buona. Uno splendido vincente, con Bellucci ancora sceso inopinatamente a rete. Ed è break. Ed è un “vamos” sommesso, quasi timido. A sottolineare il suo essere ritornato in campo e in partita. Rafa si porta sul 5 a 2. Il pubblico, ammutolitosi per qualche minuto, ricomincia ad inneggiare il nome di Thomaz. E il controbreak a 15, strappato proprio mentre Rafa serve per il set, sembra far calare nuovamente le tenebre, sulle speranze di gloria e di medaglia dello spagnolo. Ma questa volta è solo un fuoco fatuo. Spento da un dritto incrociato da applausi dello spagnolo che al decimo game pareggia i conti. Il terzo set è una mera formalità. Break conquistato a zero nel quarto gioco e set chiuso all’ottavo. Con un Bellucci oramai eclissatosi assieme al pubblico, passato dalla torcida ad un silenzio funereo. Un Bellucci completamente inerme al cospetto dei colpi, anche di pregevole fattura, del maiorchino. Finisce dopo due ore scarse. E si illumina d’immenso il sorriso di Rafa. Che firma palline e le scaglia sugli spalti. Con lo sguardo sollevato e finalmente disteso. Anche se gli toccherà fare ancora gli straordinari. Poche ore mancano al giocarsi la finale nel doppio, contro Mergea e Tecau. E poi Del Potro, bravissimo a chiudere in due set un match pieno di insidie contro Bautista Agut. Cui presenza in semifinale è forse la notizia più bella per il tennis negli ultimi tempi. Un incontro tra due giocatori che parevano (dis)persi. E che ora sono vicinissimi ad un sogno.
TORNEO OLIMPICO RIO DE JANEIRO – Singolare Maschile, Quarti di Finale
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Roberto Bautista Agut (SPA) 7-5 7-6
Rafael Nadal (SPA) b. Thomaz Bellucci (BRA) 2-6 6-4 6-2
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