Arrivano i primi frutti la collaborazione tra Grigor Dimitrov e coach Daniel Vallverdu. Il tecnico venezuelano è convinto che il bulgaro avesse perso la sua identità. “Deve semplificare il suo gioco, esaltare le se armi principali, che sono ottime. E’ un progetto a lungo termine”. Vallverdu spiega perché non è andato avanti con Del Potro. A Cincinnati, Grisha batte Wawrinka e vola nei quarti.

Sorpresa al Masters 1000 di Cincinnati: un ottimo Grigor Dimitrov ha estromesso Stan Wawrinka con un doppio 6-4 e prova, timidamente, a rilanciarsi per il grande tennis. Reduce da un periodo complicatissimo, il bulgaro ha appena inaugurato un nuovo percorso tecnico. Da qualche settimana siede al suo angolo Daniel Vallverdu, giovanissimo coach con alle spalle esperienze importanti: è stato a lungo il vice-coach di Andy Murray e ha lavorato per un anno e mezzo con Tomas Berdych. Dopo un breve periodo di prova con Juan Martin Del Potro, adesso lavora con Dimitrov. L’obiettivo è tornare il più rapidamente possibile tra i top-10. “Abbiamo un progetto a lungo termine – ha detto Vallverdu – ho accettato il lavoro proprio in virtù di questo. Credo molto in questo progetto e sono pronto a occupare a lungo questo ruolo”. Parlando con l’ATP, Vallverdu ha anche spiegato cosa è successo con Del Potro. I due si sono parlati prima di Wimbledon, hanno deciso di tentare l’avventura a Londra ma senza una reale progettualità. “E’ andata molto bene. Io apprezzo Del Potro perché ci conosciamo sin da piccoli. Quando abbiamo parlato del futuro, gli ho dato un consiglio: in questo momento ha bisogno di un aiuto costante, non di qualcuno che gli dia una mano in forma sporadica”. E così il progetto è terminato sul nascere, soprattutto per ragioni logistiche: mentre Del Potro trascorre buona parte del suo tempo in Argentina, adesso Vallverdu risiede a Zurigo, in Svizzera. “Sono stato molto sincero con lui: mi sarebbe piaciuto lavorare con lui, ma avrei dovuto viaggiare il doppio di quanto stessi già facendo. E’ stata una decisione personale, nonché complicata perché lo apprezzo come persona e come giocatore. Gli ho dato qualche consiglio su allenatori e preparatori atletici, ma io non potevo proseguire”.

SEMPLIFICARE IL TENNIS DI GRISHA
Neanche il tempo di tornare a casa che è nata l’operazione Dimitrov. “Mi ha cercato dopo Wimbledon e mi è parsa un’ottima chance. Abbiamo parlato per cercare di capire di cosa avesse bisogno. La comunicazione è stata molto positiva, sin dall’inizio, e sono lieto di avere questa possibilità”. Secondo il coach venezuelano, ex aspirante professionista poi ritiratosi giovanissimo per fare lo sparring di Andy Murray, il bulgaro sta attraversando una fase della carriera in cui è particolarmente ricettivo ai consigli. “Viene da un periodo in cui aveva perso un po’ di identità, non sapeva che tipo di giocatore fosse. Io spero di dargli una mano e semplificare il suo tennis. Ha mille opzioni, ma queste devono emergere soltanto quando si trova in situazioni complicate”. Secondo Vallverdu, in situazioni normali deve utilizzare le sue armi migliori senza cercare chissà quali effetti speciali. “Capita spesso che un giovane tennista che arriva tra i top-10 non si renda conto della situazione. Succedono tante cose, di cui non tutti si rendono conto. Secondo me, Grigor stava cercando la sua identità e non la trovava”. Vallverdu ritiene che sarà un processo lungo, di mesi, ma con un lavoro costante ci sarà la possibilità di tornare ai livelli di qualche anno fa, e magari anche più in alto. I convincenti successi su Lopez e Wawrinka a Cincinnati fanno pensare che abbiano intrapreso la strada giusta.

ATP MASTERS 1000 CINCINNATI – Ottavi di Finale
Grigor Dimitrov (BUL) b. Stan Wawrinka (SUI) 6-4 6-4