Novak Djokovic non poteva chiedere di meglio alla prima settimana del suo Us Open: si augurava di stare in campo il meno possibile per recuperare dai problemi al polso, e i ritiri di Vesely e Youzhny gli hanno fatto un gran bel regalo. “Ne avevo bisogno, la situazione va molto meglio”.

, che si augurava un avvio di Us Open senza grossi sforzi per avere più tempo possibile per recuperare dai noti problemi al polso sinistro, e davvero non avrebbe potuto chiedere di meglio. Sperava di non stare in campo più di dieci set nei primi tre incontri, invece ne ha giocati solamente quattro con Jerzy Janowicz al primo turno e mezzo al terzo, approfittando prima del forfait di Jiri Vesely e poi del ritiro dopo soli sei giochi di Mikhail Youzhny. Risultato: appena 31 minuti di tennis in cinque giorni, da martedì a sabato, manna dal cielo per uno nella sua situazione. L’unica incognita potrebbe l’altra faccia della medaglia offerta dal doppio ritiro degli avversari: la mancanza di tennis giocato, ma il numero uno del mondo preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno. “Non mi era mai capitata una situazione simile – ha detto “Nole” in conferenza stampa – e in questo caso, visto i tanti match disputati nel corso dell’anno e i problemi delle ultime settimane, credo sia più importante aver avuto vari giorni di riposo e un match molto rapido al terzo turno. Ovviamente, prima di trovarsi alla seconda settimana ad affrontare i giocatori più forti è preferibile avere qualche match in più nelle gambe, ma va bene così. Negli ultimi giorni ho lavorato molto duramente, e la situazione del polso va molto meglio rispetto all’inizio del torneo. Vedere continui miglioramenti mi dà fiducia, significa che stiamo facendo le cose nel modo giusto. Tutto sta andando bene e non vedo l’ora di tornare in campo”. Magari per più di mezz’ora, anche se Kyle Edmund – per quanto bravo a superare John Isner e regalarsi per la prima volta gli ottavi in uno Slam – non fa troppa paura.